"È la testa che fa la differenza"
Intervista esclusiva a Edoardo Stochino
Nuoto•com: Quando è nata la tua passione per le acque libere?
Edoardo Stochino: La mia passione per le acque libere è nata presto. Ero piccolo e nuotavo a Chiavari; avevo davanti a me due grandi esempi del nuoto di fondo: Marco Formentini e Luca Baldini, entrambi allenati da Filippo Tassara, che è anche il mio allenatore. Nuotavo in vasca e intorno ai quindici anni ho cominciato a percorrere distanze più lunghe. Da lì mi sono appassionato: è uno sport che mi piace, mi diverte, mi piace studiare l’avversario, il contatto fisico che in vasca non hai poiché c’è una corsia tra te e tutto il resto, il dover lottare per cercare il proprio spazio vitale in acqua è una cosa veramente stimolante. L’ambiente del nuoto di fondo è estremamene positivo. Tra atleti siamo amici, siamo persone dedite alla fatica, al duro lavoro. C’è molta umiltà. Siamo consapevoli delle molteplici variabili che possono caratterizzare una gara e in alcuni casi ci si aiuta.
NPC: Il nuotatore d’alto livello che arriva dalla vasca è solitamente giovane, mentre nel nuoto di fondo è più maturo. Come lo spieghi?
ES: Lo sforzo richiesto è diverso da quello della vasca, serve molta resistenza e quella la crei negli anni. Inoltre, ritengo che per poter essere competitivo nel nuoto di fondo devi essere prima competitivo in vasca. Le andature con gli anni sono migliorate sempre di più e se lavori bene da giovane in piscina ti sei costruito una buona base per il futuro nel nuoto in acque libere. Inoltre, conta tantissimo la maturità mentale dell’atleta e l’essere più adulto ti aiuta in questo: in gara ci sono decisioni da prendere per far fronte alle variabili che possono esserci. Decidere quando uscire dal gruppo, se partire più lento, quando partire con lo sprint finale e molte altre ancora. E la maturità ti aiuta a fare le scelte corrette. Nel nuoto di fondo è importante conoscersi bene per poter arrivare in fondo alla gara e l’atleta giovane paga lo scotto della poca esperienza.
NPC: Che consigli ti senti di dare agli atleti più giovani che praticano questo sport?
ES: Di avere pazienza, moltissima pazienza! È fondamentale saper aspettare, darsi tempo e allenarsi con impegno. Bisogna lavorare molto su sé stessi, imparare a conoscersi per capire cosa accade al tuo fisico durante la competizione, soprattutto nelle gare dai 10 chilometri in su. È importante saper ascoltarsi.
NPC: Quanto influisce la preparazione mentale nelle gare in acque libere e come la si può allenare?
ES: Conta tantissimo! Credo sia una caratteristica che devi avere. Puoi imparare a gestirla ma deve fare già parte di te. Ritengo che il nuotatore di fondo debba essere un atleta a cui piace fare fatica. Io non mi reputo un grande talento, ci sono atleti molto più bravi di me tecnicamente ma il mio punto di forza è proprio la sopportazione dello sforzo, nel mio caso è stata una caratteristica fondamentale. In vasca non ho tempi eccezionali, ma in gara ho un approccio mentale che in più occasioni ha fatto la differenza.
NPC: Come è cambiato il nuoto in acque libere in questi anni?
ES: Ha fatto un notevole balzo in avanti! I meriti credo siano da ricercare nel fatto che la 10 Km è diventata gara olimpica e sicuramente nei successi che la nostra nazionale di fondo ha ottenuto negli ultimi tempi. Tecnicamente si è evoluto parecchio, come dicevo prima, le andature sono divenute molto più elevate. Inoltre, credo che anche i social abbiano fatto la differenza, hanno sicuramente dato molta più visibilità al movimento.
NPC: Come valuti le possibilità di Gregorio Paltrinieri in chiave olimpica?
ES: Non voglio fare previsioni, portano male. Credo che Gregorio sia un grande campione dal punto di vista umano e dal punto di vista sportivo. Indirizzarsi verso il nuoto di fondo è stata una buona cosa, ha dimostrato di essere aperto a nuove sfide… Sfide soprattutto personali! È un atleta seguito da un grande tecnico, Stefano Morini. Ma questo, come dicevamo prima, non basta. Lui ha dimostrato di avere anche le qualità personali per farcela. Non sarà una cosa semplice e io gli auguro di riuscire a preparare questa gara in maniera ottimale e senza intoppi. Anche perché, se così sarà, secondo me ci sarà da divertirsi.
NPC: Che rapporto hai con le nuove tecnologie e con i social in particolare?
ES: Sono molto poco “social” …Ci provo, ma faccio fatica.
NPC: Pensi che i social influenzino il rapporto atleta-allenatore?
ES: Dipende di chi stiamo parlando. Se l’atleta in questione è un nuotatore evoluto, d’élite, secondo me cambia poco. Se invece facciamo riferimento agli atleti più giovani la questione è diversa e potrebbe anche essere problematica. I giovani oggi postano qualunque cosa, ed è eccessivo. Questo potrebbe infastidire l’allenatore ed influire negativamente nella relazione.
NPC: Vuoi salutare o ringraziare qualcuno in particolare?
ES: Vorrei ringraziare il gruppo sportivo delle Fiamme Oro. Ho avuto fino ad ora una carriera longeva e parte del merito lo devo a loro perché mi hanno dato la possibilità di fare della mia passione il mio lavoro. Mi hanno supportato e continuano a farlo; per un atleta come me è una cosa molto importante e per nulla scontata.
Un saluto a tutti i lettori di Nuoto•com, ovviamente li aspetterò sulle spiagge a giugno per la prossima stagione di Open Water!
Ph. ©G.Perottino/Deepbluemedia
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