Sun Yang, parla la mamma

Ming Yang, madre del recentemente squalificato Sun, non ci sta a vedere il proprio figlio trattato da reietto e attacca con durezza le autorità del nuoto cinese, con un post sui social network poi cancellato.

Secondo Ming, la Chinese Swimming Association (CSA) nel 2014 aveva cercato di nascondere i risultati della positività di Sun per non compromettere i suoi risultati agonistici. Accusa inoltre l’Associazione di non averlo sostenuto adeguatamente nel corso della causa contro WADA, imponendogli degli assistenti legali a loro parere non all’altezza.

Mentre l’avvocato di Sun annuncia che il suo cliente presenterà appello presso il Tribunale federale svizzero di ultima istanza, Ming rivela che nel maggio 2014 CSA si era limitata a comminare a Sun una multa di 5000 RMB (circa 650 euro) e un ammonimento per la sua positività alla trimetazidina, mantenendo tutta la vicenda segreta per consentire a Sun di conquistare tre titoli agli Asian Games di Incheon (KOR) l’estate successiva.

I dirigenti CSA avrebbero informato Sun e i suoi familiari che i risultati dei test antidoping sarebbero stati resi noti dopo gli Asian Games e che avrebbero informato WADA di avere comminato all’atleta una squalifica di tre mesi “fra marzo e ottobre”.

Questa strategia non avrebbe incontrato l’approvazione di Sun ottenendo invece quella della madre che, ricordiamo, avrebbe procurato al nuotatore il famigerato martello utilizzato per distruggere i campioni di sangue nel gennaio 2019.

Secondo Craig Lord, che riporta la notizia su Swimming World Magazine, è probabile che le accuse di Ming saranno sostanzialmente ignorate: CSA è un partner troppo importante per la FINA, che pre Sun aveva addirittura istituito un premio ad hoc, per “l’eccezionale contributo dato alla diffusione del nuoto in Cina”, e molti dei main sponsor della Federazione internazionale sono aziende cinesi.

Leggi la notizia su Swimming World Magazine [ENG]