Leggero come Popov, precoce come Thorpe
Si fa sempre fatica a scrivere di giovani talenti. I timori sono parecchi: l’età anagrafica corrisponde a quella fisica? È sovra-allenato? Certo, ma qui siamo di fronte a una realtà, a un atleta che, a meno di un mese dall’appuntamento olimpico, ha fatto registrare il miglior crono dell’anno nei 100SL. Un crono con il quale si sarebbe vinta ogni gara dei 100SL, escludendo il biennio gommato (2008-2009).
Si fa sempre fatica a scrivere di giovani talenti. I timori sono parecchi: l’età anagrafica corrisponde a quella fisica? È sovra-allenato?
Certo, ma qui siamo di fronte a una realtà, a un atleta che, a meno di un mese dall’appuntamento olimpico, ha fatto registrare il miglior crono dell’anno nei 100SL. Un crono con il quale si sarebbe vinta ogni gara dei 100SL, escludendo il biennio gommato (2008-2009).
David Popovici , rumeno, classe 2004, 17 anni da compiere a settembre, è indubbiamente il nome del 2021. Da giovane promessa è passato, in soli otto mesi, a potenziale favorito della gara regina del nuoto olimpico.
Ma andiamoci piano e tentiamo di valutare oggettivamente l’atleta che, proprio nella finale dei 200SL agli eurojun di Roma ha mostrato segni di stanchezza psicologica e, forse, di reazione avversa alla pressione mediatica. Del resto non è una macchina, è un ragazzino di 16 anni trovatosi improvvisamente al centro dell’attenzione.
Certo che vederlo nuotare fa sensazione. Leggero sull’acqua (talmente leggero da uscire troppo con le gambe durante la battuta), lieve appoggio asincrono sulla sinistra, con una frequenza di bracciata relativamente bassa ma con un’efficacia tale da sembrare che spinga indossando le palette. I paragoni non si sono fatti attendere.
Thorpe? Ian vinse i 400SL ai mondiali di Perth, a gennaio 1998, a 15 anni e 3 mesi (corsia 5 nel video), in 3.46,29. Fece anche 1.47,6 lanciato nella vittoriosa 4X200SL aussie. Era già un atleta potente, oltre che indubbiamente elegante e bellissimo da vedere.
Popov? Quando comparve sulla scena internazionale, relativamente tardi a dire la verità (agli europei di Atene nel 1991, aveva già 20 anni), a tutti sembrò un marziano per la qualità dello stile. Lungo (quasi 2m), leggero (si narrava che pesasse meno di 80kg), una nuotata indolente e una frequenza “da riscaldamento”. Quando sconfisse i mostri sacri Biondi, Jager, Caron, a Barcellona nel 1992 ( 21,91 – 49,02), non ci furono più dubbi.
Van den Hoogenband ? VDH, altro nuotatore leggero ed elegante (193cm x 80kg), classe 1978, gemello dei nostri Rosolino e Brembilla, con i quali ha diviso podi su podi a partire dagli eurojun del 1994, fu finalista agli europei di Vienna del 1995, nei 100/200SL (50,58/1.50,57), fu sfortunato 4° ad Atlanta in 49,13, per poi esplodere nel nuovo millennio.
Joerg Woithe ? Potente atleta GDR, campione olimpico nell’olimpiade boicottata di Mosca 1980 in 50,40 (50,21 in semifinale). Nuotatore “adulto” già allora .
David non è assimilabile a nessuno. Oggi è un unicum, deve ancora crescere. Probabilmente non è un velocista puro. Ha un 50 e un passaggio ai 100 relativamente lenti. Inoltre, visti i tempi dei 200, non sembra aver caricato in termini di allenamento. Queste ipotesi danno ancor maggiore risalto ai riscontri dei 100, gara nella quale sembra un marziano.
Già nel 2019, a 14 anni registrò la tripletta 23,03 – 49,82 – 1.50,93. Ma a quell’età è necessario prendere tutto con le molle. Fattori come crescita e allenamento incidono parecchio sulla prestazione. Il 49,26 di ottobre 2020 ha iniziato a destare una certa attenzione ( QUI l'articolo di SwimSwam ), soprattutto perché si è potuta apprezzare la qualità della nuotata. Il 49,09 ad aprile 2021 è parso l’ottimo punto di arrivo della stagione olimpica. Una stagione nella quale ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa sotto i 49, non certo l’escalation a cui abbiamo assistito. A Budapest, nel corso degli europei, siamo stati tutti troppo presi da Miressi per accorgerci di Popovici. David ha infilato 3 gare di estrema qualità, dimostrando grande tenuta psicologica e andando a migliorare ogni volta.
Batterie 100SL: 5° in 48,30 (23,31 – 24,99)
Semifinali: 6° in 48,28 (23,37 – 24,91)
Finale: 6° in 48,08 (23,05 – 25,03)
(Video corsia 1)
Ha completato le sue gare con 50 e 200SL normali (22,43 e 1.48,38). In avvicinamento a Roma ha fatto poi registrare un “fisiologico” 1.46,15 ai campionati nazionali. A Roma, libero da pressioni e da avversari, ha dato invece una sterzata alla seconda vasca, avendo come velocità di base quella dei primi 50 della finale di Budapest.
Batterie 4X100SL: 48,32 (23,39 – 24,93)
Finale 4X100SL: 47,56 (23,07 – 24,49)
Batterie 100SL: 49,50 (23,89 – 25,61)
Semifinali: 48,08 (23,32 – 24,76)
Finale: 47,30 (22,97 – 24,33)
Batterie 50SL: 22,37
Semifinali: 22,75
Finale: 22,22
Batterie 200SL: 1.50,01 (24,39 – 28,08 – 28,48 – 29,06)
Semifinali: 1.45,26 (23,94 – 26,76 – 27,64 – 26,92)
Finale: 1.45,95 (24,53 – 26,97 – 27,57 – 26,88)
Torniamo a Tokyo. Il 47,30 sarà ben più complesso da ripetere. Il 48,08 di Budapest è stato ottenuto dalla corsia 1, quindi con il lato della corsia 0 libero. Il suo fisico esile, il suo passaggio più lento rispetto ai principali avversari (Dressel passa in 22,2) potrebbero costringerlo, qualora si trovasse nelle corsie centrali, a nuotare in “acque libere”, tra le onde di atleti ben più potenti e a cui regala anche 20kg di peso.
Questa è un’ipotesi. E si basa sul fatto che non migliori ancora. Nulla vieta che ci possa smentire, magari sfornando un 46,5. D’altra parte la curva di miglioramento non sembra si stia appiattendo. Vedremo cosa ci riserverà la vasca olimpica.
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