Allenatore atleta, atleta allenatore

L’atleta ha bisogno dell’allenatore e l’allenatore dell’atleta. Tutti gli atleti, e tutti gli allenatori lo sanno. È una questione complessa, piena di quesiti. Chi non è stato atleta e chi non è stato allenatore non ha gli strumenti per comprendere i termini di questo problema. Non per mancanza d’intelligenza, non per limiti d’esperienza, ma proprio per carenza di estremi di confronto con altre realtà sociali.

Conflitti

Come tutte le relazioni, quella tra atleta e allenatore è una storia piena di complicazioni e di conflitti. Centra la questione del padre, quella del figlio, centra l’Edipo, gli innamoramenti, i tradimenti… Tutte le patologie del prontuario di psicologia, ma anche tutta la gamma degli affetti e le possibilità di speranza di felicità che gli esseri umani sanno esprimere nelle loro cose.

È un rapporto fortemente sbilanciato. Ma non sempre dalla parte dell’allenatore.

Attaccamento

Non occorre scomodare la teoria dell’attaccamento per capire quanto un atleta può tenere al giudizio e al rapporto col suo allenatore. E non occorre scomodare la letteratura per immaginare quanto questo bisogno può essere tradito. Per l’allenatore però è più facile dimenticarlo. Per questioni di convenienza.

Non conviene investire su un cavallo che non vincerà il derby anche se è tragico credere che ci sia solo il Derby da vincere. Per l’atleta, invece, è più facile trasformare tutto in rancore. Soprattutto quando il suo investimento è magico, quella roba psicanalitica per cui ti conquisto per strapparti la fonte dell’eterna giovinezza, o se volete della vittoria sicura.

Maestro allievo

Una faccia possibile del rapporto atleta allenatore è quella tra maestro e allievo. E’ una prospettiva che arricchisce la possibilità di non implodere, in cui la responsabilità va per forza condivisa.

Non si è maestri o allievi per statuto.

Si è maestri solo quando qualcuno si fa allievo.

Nel nuoto lo sappiamo. Impossibile imporre qualcosa a chi non vuole ed è scarsissimo l’effetto del ruolo istituzionale. Un proverbio scettico direbbe: obbedisce chi vuole, comanda chi può. La saggezza scettica come si sa, è sempre un po’ triste, ma avvicina spesso la realtà (sebbene non dica mai tutto).

Allievo maestro

Si è allievi, invece, quando si incontra uno da cui si vuole prendere. E’ questo a generare anche il diventare maestro dell’altro. Nella ricerca della sapienza da sempre esiste questa questione della ricerca del discepolo.

Ma nel rapporto maestro  allievo spesso  i posti si scambiano. Quello che prima era maestro diventa allievo del suo allievo e quello che era allievo si fa maestro del suo maestro. Anche questo fa parte dell’intricatissimo rapporto degli esseri umani.

Lo strano è che è più facile che l’allievo si faccia maestro del suo allenatore nella vittoria, mentre per l’allenatore inevitabilmente lo si diventa molto di più nella sconfitta.

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