Cifra tonda: Martina Caramignoli, 30 anni di pura grinta. “Devo tutto ai miei genitori”

Per la rubrica “Cifra Tonda” oggi facciamo gli auguri a un’atleta che di cose da raccontare ne ha parecchie, e altrettante ancora da fare. Auguri a Martina Rita Caramignoli!

Martina Caramignoli – Ph. per gentile concessione dell’intervistata

 

Martina bimba in piscina: quando è cominciata la tua passione per il nuoto?

Diciamo che sono stata buttata in piscina fin da piccolina: siccome ci andava anche mio fratello, i miei genitori hanno iscritto anche me. E da lì non sono più uscita. Il nuoto è stato l’unico sport che ho praticato. Sono originaria di Rieti e ho nuotato lì fino all’età di tredici-quattordici anni. Poi mi sono trasferita a Roma, nuotando per l’Aurelia Nuoto. Nel 2012 sono entrata a far parte del gruppo sportivo delle Fiamme Oro e da quel momento per me è iniziata l’escalation: è stato un susseguirsi di successi e di medaglie. Un periodo per me davvero bello, che ricordo con felicità, nonostante gli alti e bassi che possono caratterizzare il percorso di un atleta. Anzi, direi che alti e bassi caratterizzano la vita di ognuno di noi: l’importante è fronteggiare i momenti no per poi rallegrarsi di quelli buoni. Non ho rimpianti per non aver provato altri sport: il nuoto mi ha sempre dato così tante soddisfazioni che non ho mai cercato di sperimentare qualcos’altro. E sono davvero felice di questo, perché quando si è più piccoli e le cose magari non girano per il verso giusto, la tentazione di fare altro c’è. Io non ho mai pensato di provare altri sport: il nuoto mi completava, nonostante abbia avuto anch’io dei momenti bui.

Martina Caramignoli – Ph. per gentile concessione dell’intervistata

 

Quando hai capito che nuotare sarebbe diventata la tua vita?

Credo da quando ho cominciato ad avere i primi risultati significativi. Da bambini si sogna, come è giusto che sia, ma sentendo gli allenatori che consigliavano i miei genitori di mandarmi a Roma perché avevo delle qualità, perché potevo farcela, mi ha fatto capire che veramente potevo fare del mio sport la mia vita. E quindi ho investito tempo, sudore e fatica per inseguire il mio sogno. All’inizio è stato difficile, mi spostavo quotidianamente tra Rieti e Roma: non ringrazierò mai abbastanza mia madre per tutta la pazienza che ha avuto. Se oggi sono quella che sono lo devo anche ai miei genitori e a tutti i sacrifici che hanno fatto per me. E sono molti! Basti pensare che sono novanta chilometri all’andata, e altrettanti al ritorno. Ecco, se non fosse stato per loro, forse avrei lasciato. Ogni giorno, alla mattina andavo a scuola, mia madre veniva a prendermi e mi portava ad allenamento, mi aspettava e poi a casa di nuovo. Tutti i giorni.

Martina Caramignoli – Ph. per gentile concessione dell’intervistata

 

Se dovessi fare un bilancio del tuo percorso da atleta?

Il bilancio che posso fare fino ad ora è sicuramente positivo. Dodici anni fa ho esordito nella mia prima Nazionale assoluta, avevo diciotto anni. All’epoca non avrei mai immaginato di ritrovarmi a trent’anni a partecipare alla mia prima Olimpiade: quindi è decisamente un bilancio più che positivo. Anche se ci sono stati alti e bassi. Se potessi dare un consiglio a quei ragazzi che stanno intraprendendo questa strada sarebbe quello di non mollare mai e di crederci sempre. Non lo dico per dire, l’ho sperimentato su di me e l’ho tatuato sulla mia pelle: resilienza. Nei molti momenti bui mi sono sempre rialzata e ho avuto la forza di ricominciare. Quando pensavo di smettere, mi sono messa a testa bassa e ho cominciato a lavorare duro, raggiungendo a trent’anni risultati che non avevo mai raggiunto prima. Il lavoro e la costanza sono cose che mi hanno sempre ripagato. Sono una grande lavoratrice, penso sia una cosa che mi ha sempre contraddistinto, la fatica non mi spaventa e credo che questo sia il mio punto di forza. Quindi il consiglio che mi sentirei di dare è proprio questo: non mollare mai e insistere, perché i risultati prima o poi arrivano. Se tu dai al nuoto il cento per cento, il nuoto ti restituirà il cento per cento. Quando ero piccola mio padre mi diceva sempre “Se ridi in allenamento poi piangi in gara, ma se piangi in allenamento poi riderai in gara” e aveva ragione. La fatica la fai in allenamento, e poi in gara vai a raccogliere il risultato delle tue fatiche. Ho visto alcuni giovani atleti molto in gamba e impegnati, e altri che scansano il lavoro: non si ottiene nulla senza faticare, devono capirlo. Nulla è gratis. Per quanto mi riguarda, la fatica mi è sempre piaciuta, non mi è mai pesata: per me faticare è normale. Addirittura, io mi sono quasi sempre allenata da sola, e se la motivazione non è alta è difficile da sostenere. Ovviamente se hai dei compagni di allenamento è sempre piacevole, perché condividi la fatica anche con loro. Ma non è un elemento determinante per me, poiché l’obiettivo è del singolo.

Martina Caramignoli – Ph. per gentile concessione dell’intervistata

 

Hai affermato in più occasioni che stai vivendo una seconda giovinezza, vuoi parlarci della prima e poi di questa seconda?

La prima direi che è partita dal Mondiale di Roma nel 2009: è stato il mio primo mondiale. Di gare internazionali ne ho fatte, ma mancava sempre la qualificazione olimpica. E questo mi portava a pensare che non avevo ancora raggiunto l’apice della mia carriera. Poi è arrivato un momento in cui mi sentivo consumata, non avevo più stimoli, quindi mi sono presa un periodo di pausa e sono tornata a casa. È stata la cosa giusta da fare, mi ha fatto davvero bene. Sono andata via di casa che ero comunque piccola e tornare mi ha permesso di ritrovare quell’energia e quella forza che non avevo più. E poi nel 2018 ho deciso di tornare, forse proprio per coronare quel sogno olimpico che non ero ancora riuscita a realizzare. Mi ero data come obiettivo temporale un anno per capire se c’erano effettivamente gli elementi per potersela giocare. E devo dire che è andata bene! Grazie ai miei allenatori Germano e Andrea, che piano piano mi hanno ricostruita, ora mi sento proprio bene e in forma, ecco perché dico che sto vivendo una seconda giovinezza. Ho ottenuto dei risultati che prima non pensavo minimamente di raggiungere. Mi sento una ragazzina, con quella grinta che avevo quando facevo le gare da piccolina. Mi sento bene e con sempre più voglia di fare, con l’obiettivo di migliorarmi sempre di più giorno dopo giorno. Ora, in questa seconda giovinezza, ho il vantaggio della maturità che prima non avevo. Sono convinta che la testa faccia l’ottanta per cento. Serve anche il fisico, ma senza la testa non si fa nulla: la maturità di una persona di trent’anni non è sicuramente confrontabile con quella che hai a venti. Si matura un bagaglio di esperienze che prima non si può avere e questo in molti casi fa la differenza. Anche il mio allenatore lo dice sempre: l’esperienza conta più degli anni.

Szeszecin Stettino POL – 8-11 Dec 2011
European Swimming Short Course Championships
Swimming Nuoto finals finali
CARAMIGNOLI Martina Rita ITA
800 Freestyle W
Photo Giorgio Scala/Wateringphoto

 

Il tuo allenatore è anche il tuo compagno nella vita, quanto ha inciso questo nei tuoi eccellenti risultati?

All’inizio non è stato semplice, non era facile conciliare le due cose, perché inevitabilmente ciò che vivi in vasca tendi a portartelo anche a casa, con tutto quello che questo comporta. Ora invece abbiamo trovato l’equilibrio: quando mi sto allenando siamo allenatore e atleta e ognuno deve fare il suo. Non ha un occhio di riguardo perché sono la sua compagna, se mi deve sgridare lo fa, se mi deve correggere lo fa. Tutto questo, comunque, mi ha aiutato sicuramente a trovare quella serenità di cui avevo bisogno, che avevo perso e non riuscivo più a recuperare. Per rimarcare sempre quanto la testa faccia la differenza.

CARAMIGNOLI Martina Rita ITA
1500 Freestyle Women Heats
Swimming – Kazan Arena
Day11 03/08/2015
XVI FINA World Championships Aquatics Swimming
Kazan Tatarstan RUS July 24 – Aug. 9 2015
Photo A.Masini/Deepbluemedia/Insidefoto

 

La tua esperienza in acque libere? Com’è stata e che ricordo hai?

Nel 2017 feci il campionato italiano in cui arrivai seconda e che mi qualificò per il successivo Mondiale di Budapest. Conservo davvero un bel ricordo perché è stata un’esperienza bellissima. È stato positivo perché in quel periodo non avevo più grandi risultati in vasca e quindi ho potuto approcciarmi a delle esperienze diverse. È stata una piccola parentesi che si è chiusa abbastanza presto, probabilmente perché gli allenamenti per le acque libere erano molto più massacranti e io forse ero già consumata di mio e quindi non pronta per affrontare la cosa al meglio. Però conservo veramente un bel ricordo, soprattutto delle persone: la Nazionale di fondo è davvero una bella realtà. Gli atleti sono molto uniti tra di loro, complice anche il fatto che numericamente sono di meno. Ma c’è un grande spirito di collaborazione e di gruppo. Le variabili della gara sono comuni a tutti, il vento, una corrente sfavorevole, la temperatura dell’acqua. La natura ci mette tutti sullo stesso piano. In vasca invece è una questione più personale e la Nazionale assoluta è composta veramente da tanti atleti, quindi fare gruppo diventa più difficile, nonostante i miei compagni di squadra siano delle persone meravigliose. È proprio la logistica che a volte ti impedisce di relazionarti con tutti come invece si vorrebbe fare.

39 Caramignoli Martina ITA
10 Km 16/09/2017
LEN Open Water Swimming Cup 2017 FINAL Leg
Bracciano Lake – Rome – Italy
Photo G.Scala/Deepbluemedia/Insidefoto

 

La qualificazione olimpica, ottenuta in maniera splendida, nonostante la Federazione avesse già manifestato la fiducia nei tuoi confronti.

Volevo confermarmi a tutti i costi. Volevo far vedere che nulla mi era stato regalato: la Federazione mi ha dato fiducia e io volevo dimostrare di essere all’altezza di quella fiducia realizzando comunque il tempo. Al campionato italiano volevo qualificarmi anche negli 800 e invece ho fallito il tempo per pochissimo e mi ero arrabbiata con me stessa moltissimo. Quindi nei 1500 volevo dimostrare che il tempo ce lo avevo proprio nelle braccia e ce l’ho messa proprio tutta. Quando sono arrivata e ho visto che ce l’avevo fatta ero veramente contenta. Ora che ho il mio pass in tasca affronto gli allenamenti con un altro spirito, non c’è più l’ansia di doversi qualificare, ora posso pensare solo a Tokyo e concentrare le mie attenzioni e le mie energie lì. Si affrontano le tappe di passaggio con più serenità, non devi rincorrere nulla.

CARAMIGNOLI MARTINA ITA
400m Freestyle Women
FIN 56 Trofeo Sette Colli 2019 Internazionali d Italia
21/06/2019
Stadio del Nuoto Foro Italico
Photo © Andrea Masini, Deepbluemedia, Insidefoto

 

Trent’anni: una cifra tonda, ma natatoriamente hai ancora molto da dare. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

A oggi mi sono posta ancora un sacco di obiettivi, poi chissà, magari cambierò idea. Ma mi piacerebbe moltissimo poter partecipare all’Europeo di Roma 2022 e sogno una seconda Olimpiade a Parigi 2024. Ad oggi penso di potercela fare, ho ancora tanta energia, tanta cattiveria ancora da dare, in senso buono naturalmente! Poi vedremo strada facendo. Il destino non si può prevedere, però credo sia bello avere dei sogni e lavorare per realizzarli.

CARAMIGNOLI Martina Rita, GS Fiamme Oro
1500 stile Libero Donne
Riccione 03/04/2021 Stadio del Nuoto
Campionati Italiani Assoulti primaverili di Nuoto 2021
Photo © Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto
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