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MD Marco Del Bianco |   / Editoriali

L’affaire Pilato tra FIN, Aniene e politica locale

Puglia, impianti e adolescenza. Serenità e normalità sono il miglior augurio per il giovane talento tarantino.

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Pare aver trovato pace il tema hot del nuoto-mercato che dà il via all’anno olimpico. Pensieri, parole (a volte di troppo), preoccupazioni, botte e risposte.

Una scelta come tante altre quella della famiglia Pilato che per la figlia ha scelto una nuova società. A volte capita di spostarsi di qualche chilometro, talvolta di più, di trasferirsi. In questo caso tutto rimane come prima. Benedetta rimarrà a casa con i suoi compagni di scuola, di piscina, assieme al tecnico Vito D'Onghia con cui è cresciuta e ha toccato l’olimpo.

La scelta è sicuramente un passo importante per la quattordicenne enfant prodige , che da oggi vestirà i colori della più importante società di nuoto in Italia.

La questione del tesseramento è diventata un caso dal momento in cui alcuni media locali hanno cominciato a usare parole un po’ fuori posto. Certamente la notizia era degna di nota, così come di preoccupazione. Per la giovane età dell’atleta e per le conseguenze che un cambiamento poteva portare.

La prima parola sul tema è stata tramite facebook della Scuola dello Sport del CONI Puglia , in cui chiaramente si parlava di una vera e propria “perdita” per lo sport pugliese. Una posizione forte, che di fatto si contrappone e mal sopporta l’avvicinamento dell’Aniene di Malagò alla giovane tarantina.

Attorno al post del CONI Puglia è poi comparso sui social il padre di Benedetta che, sedando gli animi, ricordava come la scelta non avrebbe cambiato quasi nulla della quotidianità della giovanissima Pilato.

Opportuno e responsabile che la Federazione Nuoto se ne preoccupasse. Sul blog del più importante giornalista di nuoto ( Questione di Stile di Stefano Arcobelli ) si racconta una visita a Taranto ancor prima che tutto accadesse. Opportuna anche la posizione del Presidente della FIN Puglia Nicola Pantaleo che ha evidenziato anche il dispiacere nel vedere come un movimento così brioso come il nuoto pugliese stenti a radicare le punte. Certo in età adulta è più comprensibile ( Di Liddo un esempio). Ma Pantaleo vuole trovare la causa, che parzialmente risiede nella situazione impiantistica pugliese, dove numerose piscine sono chiuse e inattive. Il problema di fondo rimane l’atteggiamento delle Amministrazioni, che in passato foraggiavano il sistema pagando utenze e servizio e che oggi si trovano a cercare risorse dalle società sportive, chiedendo affitto e riqualificazioni. Tutto il mondo (Italia) è paese.

Coloriti e un po’ forzati sono stati appunto titoli e argomenti attorno alla notizia dei giornali e tg locali: “Fuga di atleti”, “furto di atleti” e quanto altro.

È cosa più facile in una regione che comincia a creare un vero grande movimento, appoggiandosi a volte a risorse che arrivano da altre regioni, non avendo però il supporto di impianti e strutture.

Chiude il cerchio la posizione del CC Aniene per voce del DG Gianni Nagni che tra le altre considerazioni chiarisce come la società “ metterà a disposizione della ragazza quanto più necessario ai fini di una sana crescita sportiva nel rispetto dei regolamenti federali e del fair play”.

L’unica riflessione degna di nota è appunto sull’opportunità di un passo, non certo quello fisico (che peraltro non esiste) verso un mondo più adulto. Forse il “maneggiare con cura” vorrebbe dire quello che in queste settimane, tra riunioni organizzative e di presentazione, il nuoto in Italia sta ricordando a famiglie ed atleti che in giovane età il risultato non può essere un obiettivo ma uno strumento. Che conta un risultato portato avanti nel tempo e che per un germoglio così prezioso come Benedetta, la normalità è il miglior paracadute. Lei però è un’eccezione. E va gestita come tale.

Benedetta è talmente giovane che il suo tesseramento non ha alcun vincolo. Siamo certi sia pronta ad uscire psicologicamente dal guscio naturale di una quattordicenne? La preoccupazione ci sarebbe anche solo per aver vinto a quell’età un titolo assoluto. La preoccupazione onestamente esiste anche a pensare che lei possa leggere quanto di lei si dice.

Ci auguriamo, ed auguriamo a lei, che possa continuare a vivere con ingenuità la quotidianità di un quattordicenne, anche nel mondo dei giganti.

Ma siamo certi che una società come quella che Pilato ha scelto, sappia davvero supportarla e crescerla nel modo più opportuno.

Foto © Andrea Masini Deepbluemedia

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