Nicolò Martinenghi: "Con la medaglia in mano cerchi il tuo riflesso, scopri chi sei davvero e può pure fare paura»
Intervista di Giulia Zonca per La Stampa.
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L'attenta e sempre puntuale Giulia Zonca, firma autorevole de La Stampa, ha intervistato il campione olimpico Nicolò Martinenghi.
Segue un estratto.
da La Stampa: Martinenghi: “Specchiarsi nell’oro mette davvero paura. La rivoluzione si può fare in provincia” di Glulia Zonca
Esiste davvero una sindrome post-traumatica dopo il successo olimpico?
«Noi atleti di alto livello siamo macchine perfette. Per riuscire a toccare il meglio c’è una squadra di persone, sempre più specializzate, ad aiutarci e poi scendi da quel podio e nessuno ti può dire che cosa fare. Nemmeno chi ci è passato. Sei costretto a guardarti dentro e sei cresciuto puntando dritto a una meta, sempre quella, sempre avanti: la priorità, la stella cometa. Con la medaglia in mano cerchi il tuo riflesso, scopri chi sei davvero e può pure fare paura».
Lei ha avuto paura?
«Di non capire, sì. Sapevo già che me ne sarei andato via da casa prima di fare le valigie per Parigi e nel concetto di casa c’è tutto. Preso dal nuoto, non ho mai avuto il tempo di farmene una mia. Avevo finito un percorso, anche a livello umano: la quotidianità con la famiglia, lo stesso tecnico per quattordici stagioni, da quando ero ragazzino. Un’unica routine. Se fossi rimasto lì non avrei avuto scosse. Non c’era malanimo: io e il mio ex allenatore Marco Pedoja restiamo amici».
L’ipotesi di chiudere con l’oro le ha attraversato la mente?
«L’ho pensato, sarebbe stato un finale splendido. Poi l’ho detto ad alta voce, “smetto”, e mi è sembrato irrispettoso: per me e per il nuoto che mi ha dato tantissimo e non solo. Lasciare nel momento in cui posso restituire qualcosa in visibilità. Ho avuto pure la prova: due mesi e mezzo di vacanza, torno in Coppa del Mondo con tre allenamenti nelle braccia e, se non essere competitivo lo stesso scatena l’agonismo, voglio andare avanti anche se continuo a tormentarmi. Sono stanco? Fino a che insegui il sogno ogni passo è pianificato, dopo dubiti di continuo, anche delle tue potenzialità».
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