La nuova normalità: come ripartire e ricostruire tutto al meglio
Sport e sostenibilità, il connubio perfetto per la ripresa post-Covid. Servono strategie di sostenibilità per ripartire e ricostruire al meglio il nostro mondo. Ma …Cos’è la sostenibilità? Un contributo di Sara Franzini Gabrielli
Molti di voi la ricordano come atleta di Imolanuoto, specialista dei 200 farfalla. Con un background educativo in Management dello Sport ed Economia e Marketing Internazionale, Sara Franzini Gabrielli è oggi impegnata nella sostenibilità e negli eventi. Seminarista e docente in alcune università italiane, cerca di trasmettere i valori dello sport e della sostenibilità ai manager del futuro. Consulente per la realizzazione di progetti ed eventi, nazionali ed internazionali. Il suo sogno è che tutti gli eventi siano organizzati in modo sostenibile e che lo sport possa essere il driver per la costruzione di un futuro unico, migliore e sostenibile. Con questo articolo inizia la sua collaborazione con Nuoto•com. Buona lettura.
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La crisi del COVID-19 ha portato a profondi e disastrosi impatti sulla nostra società. Lo sport, gli eventi e gli impianti sportivi, i lavoratori e volontari dello sport. Tutto si era fermato, poi è ripartito e ora si sta rifermando. Il mondo dello sport sta più o meno lentamente collassando. Aumentano le proteste, le ingiustizie, le disuguaglianze. Sembra sempre più remota la possibilità che si possa tornare in breve tempo alla nostra normalità. Ma a quale normalità? Era così perfetta la “vecchia normalità”?
Questa pandemia ci ha dato l’opportunità di fermarci e pensare. Pensare a noi stessi, alle persone che ci sono intorno, alle nostre società e realtà sportive in cui viviamo. Abbiamo avuto il tempo di pensare a quante risorse e quanto tempo abbiamo sprecato, a quante cose avremmo potuto fare o fare meglio. Ci ha obbligati a cambi repentini, innovazioni accelerate e ad avere una creatività smisurata.
Il risultato? Il paradigma di “normalità” è sicuramente cambiato.
Siamo chiamati quindi a costruire una nuova visione di normalità, del futuro, un nuovo paradigma di sviluppo, che non sia insostenibile come quello della “vecchia normalità”, ma che si prenda cura e sia attento all’ambiente e alla società. Dobbiamo costruire la nuova normalità, come? In modo sostenibile.
Da quanti anni si parla di sostenibilità? Ma abbiamo mai iniziato a comprendere davvero il senso di questa parola? Partiamo da qui.
Ci è sempre stata data la parola “Sostenibilità” così, nuda e cruda, senza spiegazioni, senza se e senza troppi ma. Alcuni di noi forse l’hanno sentita per caso, altri per coincidenze, o addirittura perché qualcuno ci ha obbligati ad iniziare a riflettere su questa parola e ad intraprendere azioni sostenibili.
Tra le varie spiegazioni e definizioni, che fluttuano nel mondo della letteratura scientifica, spesso citate ai convegni, dai grandi professori della materia e in TV, in questi anni, ne ho identificata una che credo spieghi molto bene il concetto, dandone una chiara immagine: l’essenza della ciambella. Esatto, proprio la frittella dolce americana ( doughnut ), la ciambellina con il buco tanto amata da Homer Simpson .
“Imparare a vivere entro i limiti della ciambella: una base sociale di benessere sotto la quale nessuno deve cadere (confine del foro interno), e un limite ecologico esterno, di pressione del sistema Terra, che non dobbiamo oltrepassare (confine esterno della ciambella). Tra questi limiti risiede uno spazio sicuro e giusto per tutti”( Kate Raworth ).
Ed è in questo spazio in cui dovremo imparare a costruire i nuovi modelli di sviluppo, le nuove strategie, il nuovo futuro. La nuova normalità.
Sostenibilità non è solo “essere green” o fare qualche donazione a chi ne ha più bisogno. Non è apparire o fare qualcosa giusto perché “lo fanno tutti”.
Sostenibilità è avere cura dell’unico pianeta sul quale possiamo vivere e svilupparci, è avere rispetto gli uni degli altri e dell’intera collettività. È credere fortemente nei principi di trasparenza, inclusività, integrità e buona gestione e applicarli quotidianamente.
Le Nazioni Unite, cinque anni fa ormai, hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, “un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità” che con i suoi 17 Obiettivi e i relativi 169 target che li sostanziano, possono aiutare aziende, pubbliche amministrazioni, governi, organizzazioni di vario tipo e genere e persone, a costruire un futuro migliore e una nuova normalità.
Gli strumenti quindi li abbiamo, la forza e le capacità pure. Non è necessario che ognuno di noi si trasformi in Greta Thunberg o nel Dalai Lama dall’oggi al domani, ma piuttosto si tratta di iniziare, anche con piccoli passi, ognuno nella sua quotidianità, ad intraprendere la via della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile.
Lo sport ci ha insegnato a non mollare mai. Basta solo avere ben chiari quali sono i nuovi obiettivi e lavorare per raggiungerli, perché insieme possiamo tutto.
Speriamo di tornare presto ad una nuova normalità, perché forse in fin dei conti, quella vecchia non funzionava poi così bene.
Ph. © Min An @Pexels
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