Donne e leadership nello sport: un cammino ancora lungo.
Quote di genere e nuovi spazi, ma il divario persiste. L'articolo de Il Sole 24 ore "La rincorsa delle donne nel governo dello sport".
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Il quotidiano il Il Sole 24 Ore ha dedicato un articolo "La rincorsa delle donne nel governo dello sport", scritto da Maria Luisa Colledani, alla crescente presenza delle donne nei ruoli dirigenziali dello sport, evidenziando progressi e ostacoli ancora presenti. Il servizio affronta temi come quote di genere, disparità salariale, difficoltà di accesso ai network di potere e la segregazione nei ruoli dirigenziali. Inoltre, presenta dati e testimonianze di donne che stanno cambiando il panorama della governance sportiva in Italia e in Europa, sottolineando la necessità di un cambiamento strutturale per garantire parità di opportunità.
Sintesi dell'articolo.
Negli ultimi anni, il mondo dello sport ha visto un incremento della presenza femminile nei ruoli di leadership, ma il divario con gli uomini è ancora evidente. Certo, le quote di genere hanno dato una spinta importante, permettendo a più donne di entrare nei consigli federali, ma la strada per una reale parità è ancora lunga.
A livello europeo, la situazione varia molto da paese a paese. La Svezia è all’avanguardia con il 51% delle posizioni dirigenziali occupate da donne, mentre in Italia siamo al 27%. Un miglioramento rispetto al passato, ma ancora lontani da un equilibrio vero e proprio.
Negli ultimi quattro anni, però, qualcosa si è mosso anche da noi: siamo passati da 50 a 120 donne nei consigli federali e ora abbiamo due presidenti federali, Laura Lunetta per la danza sportiva e Maria Lorena Haz Paz per il cricket. Inoltre, in 13 federazioni c’è almeno una vicepresidente donna.
Eppure, gli ostacoli non mancano. Tiziana Di Cimbrini, esperta di management sportivo, sottolinea come le donne continuino a guadagnare il 23% in meno rispetto ai colleghi uomini, e spesso vengano relegate a ruoli più marginali, come la gestione degli eventi o le politiche di inclusione. In più, accedere ai network di potere informali, presidiati dagli uomini, è ancora molto difficile.
Fortunatamente, ci sono sempre più donne che stanno facendo la differenza. Silvia Salis è vicepresidente vicaria del CONI, Rebecca Corsi è vicepresidente dell’Empoli Calcio e consigliera della Lega Calcio, Sara Gama siede nel consiglio della FIGC e Federica Pellegrini è entrata nel CIO.
Guardando all’estero, il Regno Unito è un modello da seguire: Debbie Hewitt è presidente della Federazione Calcio Inglese, mentre Katherine Grainger, ex campionessa olimpica di canottaggio, è alla guida del Comitato Olimpico Britannico.
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