Suicidio assistito a 40 anni: se ne va la campionessa paralimpica Marieke Vervoort
Sportiva e attivista sociale e civile
La municipalità di Dienst informa che Marieke Vervoort (nella foto tratta dalla sua pagina Facebook) , belga, un oro due argenti e tre bronzi paralimpici fra Londra e Rio (specialità 100-200-400m in carrozzina T51/52), ha posto fine alla sua esistenza attraverso il suicidio assistito, che in Belgio è legale dal 2008.
Vervoort soffriva di una malattia degenerativa che le causava dolori costanti, crampi, paralisi delle gambe e insonnia. Non aveva mai fatto mistero delle sue intenzioni in numerose interviste rilasciate a giornali e televisioni. "A volte il dolore è insopportabile. Piango, grido, soffro di attacchi epilettici. Consumo una grande quantità di antidolorifici, valium, morfina" aveva dichiarato nel 2016 in una intervista alla BBC. "Molte persone mi chiedono come è possibile gareggiare e divertirsi mentre la malattia ti divora il corpo. Per me lo sport è una medicina. Ma per quando ne avrò abbastanza, ho già le carte pronte".
All'impegno sportivo Vervoort affiancava quello sociale e civile, in particolare raccogliendo fondi per la formazione dei cani da assistenza. Ha avuto il coraggio e il merito di portare all'attenzione un tema delicato, del quale da noi si parla poco, raramente e solo sull'onda emotiva della cronaca.
Eutanasia e suicidio assistito: la legislazione nei diversi paesi
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