Libere di nuotare: come il burqini sta salvando la vita delle donne di Zanzibar
Una storia di educazione, sicurezza, emancipazione dall'Oceano Indiano
Segnaliamo un interessante contributo del magazine Rivista Africa.
Il burqini, il costume integrale femminile che lascia scoperti solo mani, viso e piedi, utilizzato da molte donne musulmane, nell’isola di Zanzibar è invece lo strumento con il quale un gruppo di donne sta attuando una piccola rivoluzione e un’importante battaglia per l’emancipazione femminile.
Il 98% della popolazione abbraccia il credo islamico e il rigorismo religioso è da sempre una delle ragioni per cui alle donne di Zanzibar è proibito andare al mare e soprattutto nuotare.
Khadija Sharriff , una donna di Zanzibar, nel 2011 decise di dar vita al Pange Project con l’obiettivo di insegnare a donne e bambine dell’isola a nuotare, ad apprendere le tecniche di sicurezza in acqua e a come comportarsi in caso di naufragio.
Quando il progetto prese il via ufficialmente, nel 2013, vi aderirono solo in 20; oggi, a quasi sei anni dal lancio, Pange Project gestisce programmi su tutta l’isola e ha insegnato a nuotare a 7000 persone. Donne che mai si erano tuffate in mare hanno cominciato a nuotare e sono divenute a loro volta istruttrici.
La fotografa californiana Anna Boyiazis ha vissuto con le donne del Pange Project e ha descritto con le immagini questa rivoluzione in corso nel cuore dell’Oceano Indiano:
A Zanzibar il burqini sta salvando la vita delle donne
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Ph. © Pixabay
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