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At the pool bar, Melanie Marshall: "Essere donna allenatrice? Ci vogliono gli attributi"
Il video della quarta puntata.
MMMartina MarraroMelanie Marshall, l'allenatrice del pluricampione Adam Peaty, si racconta in un'intervista a SwimEngland, rivolgendosi ai giovani e raccontando la sua storia.
Melanie Marshall, l'inarrestabile allenatrice che ha portato il giovanissimo Adam Peaty ai grandi successi collezionati in carriera, si racconta in un'intervista a SwimEngland, rivolgendosi ai giovani:
"Nuotare è come andare in bicicletta - è ancora dentro di te!
Bisogna essere positivi, guardare a ciò che si ha e non a ciò che non si ha.
Restate attivi, restate in salute e allenati e - quando le piscine riapriranno - potrete tornare immediatamente. Potrete anche tornare più forti di prima."
Così, le parole della saggia Melanie Marshall - allenatrice di alcuni atleti d'élite inglesi e a sua volta ex atleta ed olimpionica - risuonano come un mantra per i giovani costretti a restare a casa in questo clima di incertezze e inquietudini, dominato da lockdown e chiusure forzate.
Parte della Nazionale inglese di nuoto, la Marshall si sofferma sul valore dei club :
"Nuotare in un club è come andare in università sotto molti punti di vista. C'è tanta interazione, impari a gareggiare, impari a far fronte allo sconforto, a come lavorare in squadra.
Ti forma nella disciplina: puoi imparare così tanto in un club. Ti tira fuori dal tuo iPod e ti rende fisicamente attivo - è un'esperienza così positiva.
Non appena ricevi la tua maglietta, sei parte del team. Da un punto di vista di salute, vivrai 10 anni in più in quanto stai allenando il tuo corpo ad essere allenato e in salute sin da una giovane età."
Ex atleta ed olimpionica, specializzata sia nello stile libero che nel dorso, tra i successi più importanti della sua carriera ci sono ben 3 medaglie d'argento vinte ai mondiali - tra vasca corta e lunga - vinte con la staffetta britannica. La sua carriera natatoria inizia da piccolissima quando, all'età di soli 4 anni, iniziò i corsi di nuoto dopo esser caduta in uno stagno:
"Mi ricordo che venivo trascinata da mio nonno. Così ho imparato a nuotare e mi sono davvero appassionata. Quando avevo 7 anni, andavo a nuotare circa 3 volte a settimana. C'erano due corsie transennate per il Club natatorio e io cercavo sempre di batterli.
Ero un animale da competizione .
Amavo l'opportunità di gareggiare - volevo sempre vincere la mia batteria, volevo far vincere la mia squadra, volevo vincere i Campionati provinciali e regionali ed è così che mi sono data da fare con il mio business.
Ho iniziato a gareggiare quando avevo 9 anni ma prima d'allora c'era sempre l'occasione per battere gli altri in allenamento, in particolare i ragazzi. Ho davvero bei ricordi di quando nuotavo nei club da bambina ed uscivo con i miei compagni".
In quanto allenatrice, riconosce il ruolo chiave che questa figura gioca nella formazione dell'atleta. Tra i suoi allenatori, ricorda in particolare Tim Westalake , ma anche Mark Perry, Ben Titley, Bill Sweetenham e Ian Turner:
"Ero una ragazza abbastanza disubbidiente ma il mio primo allenatore [Tim] si è preso molto tempo per me e ha incanalato quella aggressività in modo positivo. E' così importante! Non sarei andata da nessuna parte senza quel supporto. Mi hanno insegnato così tanto e mi hanno dato tante opportunità.
Non avevo tutti gli attributi necessari ma mi hanno insegnato un'ottima tecnica e ho sempre avuto allenatori davvero eccellenti, che mi hanno dedicato il tempo necessario.
Questo mi ha aiutata nella mia carriera da allenatrice. Sono stata fortunata a stare con allenatori incredibili. Avevo un biglietto in prima fila per alcuni dei migliori allenatori al mondo e mi sento davvero privilegiata per aver lavorato con queste persone
Foto Copertina © Giorgio Scala Deepbluemedia
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