Parità di genere: FINA, non ci siamo
Un'indagine ASOIF evidenzia come le donne sono ancora fortemente sottorappresentate
L'Associazione delle federazioni internazionali degli sport olimpici estivi (ASOIF), presieduta dall'ex tennista italiano Francesco Ritti Bicci, ha pubblicato la terza edizione della Review of olympic governance che posiziona la FINA agli ultimi posti per quanto riguarda la parità di genere all'interno degli organismi decisionali: il board esecutivo è composto esclusivamente da uomini, con poco meno del 30% delle posizioni dirigenziali occupate da donne.
FINA si trova nelle ultime posizioni anche alla voce "integrità": mentre altre federazioni come quella di atletica leggera hanno creato delle commissioni etiche indipendenti, il panel etico di FINA è selezionato dalla stessa dirigenza e sottoposto a regole che ne limitano pesantemente l'operatività.
"Sappiamo che quando una disciplina è coinvolta in delle controversie ci rimettiamo tutti" commenta Ritti Bicci, "per questo dobbiamo rafforzare l'integrità e la credibilità delle nostre organizzazioni e affrontare tutte le sfide che ci si pongono davanti. La nostra missione è proteggere gli interessi comuni dei membri di ASOIF e fornire valore aggiunto al movimento sportivo internazionale".
Per quanto riguarda il gender gap, Craig Lord su Swimming World Magazine evidenzia come non ci siano donne nel comitato esecutivo, nella commissione antidoping e nella commissione etica di FINA: tutti organismi che incidono significativamente sulla condizione femminile degli sport acquatici.
Quello della rappresentanza femminile è un tema che si pone anche alle nostre latitudini, con Teresa Frassinetti unica donna nel Consiglio federale, peraltro con il ruolo di vicepresidente, e tutti i Comitati regionali presieduti da uomini.
Leggi il rapporto ASOIF completo
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