Ryan Lochte: "cosa mi motiva? La mia famiglia"
La stella del nuoto statunitense tra figli e Olimpiadi: "il mio viaggio non è ancora finito".
"Grazie del supporto. Ci siete sempre stati nei momenti migliori della mia carriera, ma anche in quelli peggiori. Il mio viaggio non è ancora finito.Spero di chiudere al meglio, quando arriverà il momento " così Ryan Lochte ai suoi fans. Trentacinque anni, un palmares da invidia e ancora tanta voglia di macinare chilometri in vasca. Il prossimo obiettivo? Le Olimpiadi , proprio lì dove lo avevamo lasciato quattro anni fa. Dopo Rio de Janeiro, la prima competizione del fuoriclasse è stata lo scorso agosto ai Nazionali americani, quando ha vinto i 200 metri misti, pur non essendo al top della forma: " Il tempo non era male. Ero in sovrappeso e mia figlia era nata da poco. Avevo abbandonato le buone abitudini alimentari e frequentavo i fast food, che sono decisamente più veloci. In ogni caso è stato un buon punto da cui ripartire. Adesso va meglio, ho perso dieci chili, ho delle buone sensazioni in allenamento e sto mangiando in maniera più sana ed equilibrata".
Per quanto gli anni passino e l'approccio all'agonismo di un grande atleta possa cambiare, ciò che resta è la motivazione. Ryan ha ancora qualcosa da dare al nuoto e in questa fase ciò che lo spinge ogni giorno a dare il meglio di sè è la sua famiglia. Dallo sguardo di sua moglie Kayla Rae Reid e dei suoi figli Caiden Zane e Liv Rae trova tutta la forza per correre in piscina e dare il massimo. La vita di un nuotatore- papà? Per niente facile, dice:
Sto ancora cercando un equilibrio tra la mia vita da atleta e il mio ruolo di padre. Probabilmente è una delle cose più difficili che io abbia mai fatto. Dò il massimo in piscina e una volta finito l'allenamento devo correre a casa. Poi, dopo aver riposato, ho bisogno di ancora un po' di energia per giocare con mio figlio, dal momento che ama suo padre. Si tratta un lavoro a tempo pieno e non recupero mai totalmente. È la cosa più difficile, ma quando guardo i loro occhi, tutto mi sembra perfetto. "
Per quanto ora stia vivendo un capitolo della sua vita che lui definisce "Daddy Mode" , ricorda bene i consigli della sua guida, Gregg Troy, il migliore coach del mondo secondo lui. "Se vuoi fare qualcosa, o ci metti l'anima o lasci perdere. Devi dare ogni volta il centodieci percento" una lezione che Ryan ha imparato alla perfezione e i suoi risultati ne sono la prova.
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