Shayna Jack: "La positività al doping? Come il bacio alla cocaina"
La velocista si difende alla TV australiana
Poco meno di sei mesi fa, durante i Mondiali di Gwangju, la velocista australiana Shayna Jack (nella foto) scuoteva il mondo del nuoto in generale e quello australiano in particolare annunciando il suo ritiro per positività al doping ed è attualmente inibita da ogni attività in attesa di sentenza, in attesa del processo sportivo che potrebbe comminarle una sospensione fino a quattro anni qualora fosse provata l'intenzionalità nell'assunzione di sostanze dopanti. In caso Jack riuscisse invece a dimostrare di avere assunto tali sostanze incidentalmente, la squalifica si ridurrebbe a due anni dal momento della positività.
In un'intervista alla trasmissione The Sunday Project sulla rete TV australiana Channel 10, Jack ritiene di poter avere assunto la sostanza incriminata, il Ligandrol (un modulatore del recettore degli androgeni), attraverso un contatto casuale con un altro utilizzatore.
Molte persone mi hanno contattato dicendomi di utilizzare abitualmente quella sostanza dopo la palestra, per migliorare il recupero.
Io non avevo preso neppure integratori alimentari nei due mesi precedenti il test.
C'è stato un caso, divenuto celebre come "il caso del bacio alla cocaina", in cui un atleta era stato trovato positiva a questa droga dopo essere entrato in contatto intimo con un'utilizzatrice della sostanza conosciuta online.
Anch'io potrei essere stata contaminata in maniera analoga.
Il caso citato da Jack è quello del saltatore con l'asta canadese Shawn Barber, che nel 2016 si vide annullare una condanna a due anni per positività appunto alla cocaina dopo aver convinto la partner occasionale a testimoniare di avere assunto la droga senza avvertirlo, prima di baciarlo ripetutamente.
Guarda l'intervista completa [ENG]
Ph. ©Deepbluemedia
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