Curiosità dal Sette Colli: Pellegrini e Ciccarese.
Occhialini e device
Il 56° trofeo Sette Colli rimarrà sempre il più importante, quello del nostro debutto. Ci siamo approcciati con attenzione ai particolari, cercando di valorizzare gli atleti e l’ottima cornice che da tradizione ospita l’evento.
Abbiamo notato alcuni dettagli e pensiamo sia utile condividerli, perché in effetti è con i dettagli che si fa la differenza.
Dopo l’oro di Budapest 2017, Federica Pellegrini aveva contenuto la sua passione per i 200, cercando nuovi stimoli prima nel dorso e poi nella gara regina. Nei mesi scorsi si era timidamente ri-avvicinata ai suoi 200 stile libero, fino a strappare una standing ovation proprio nella giornata di chiusura del Sette Colli. Quarto tempo mondiale della stagione per una Federica che, diversamente dal solito, ha nuotato con doppia cuffia ed elastico degli occhialini tra le due cuffie. Una novità, forse irrilevante: minor attrito o maggior stabilità per gli occhialini? La scelta, in genere, è adottata da atleti velocisti. Che la divina sia stata condizionata da questa esperienza transitoria da velocista? Il tecnico Matteo Giunta ci conferma che si tratta di un accorgimento per ancorare al meglio gli occhialini, considerato che da poco Federica ha iniziato ad usare due cuffie. In ogni caso ci ha stregati. Grazie Fede.
Foto in evidenza nell’ordine: Sette Colli 2019, Campionati del Mondo Budapest 2017, Giochi olimpici Rio 2016, Giochi Olimpici Londra 2012 - Foto © Deepbluemedia, Inside - Giorgio Scala, Andrea Masini
Il simpatico e verace atleta romano Christopher Ciccarese , atleta Fiamme Oro e CC Aniene ed allievo del tecnico Mirko Nozzolillo , è stato l’unico atleta dorsista in finale al Sette Colli a non utilizzare il Device in partenza. Il dispositivo, entrato in vigore ormai da tre anni, rappresenta uno strumento sempre più importante per chi nuota “a pancia in su”. Il romano ci racconta di non essere mai stato un fenomeno nelle partenze; l’utilizzo del device aumenta l’arco e lo proietta troppo in alto, determinando una maggiore immersione con conseguente rallentamento. “Dopo vari test con il mio tecnico, abbiamo verificato una maggiore efficacia e velocità con la partenza old style: magari Simone – Sabbioni ndr – il più veloce in Italia, ora sembrerà meno lontano”.
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