Sara Franceschi matura e determinata. Inizia il viaggio per Tokyo
400 misti. Fianco a fianco con la rivale di sempre, Ilaria Cusinato, Sara ha cambiato marcia nella frazione a rana, staccando definitivamente le avversarie con uno stile libero di rara bellezza. Al tocco della piastra uno sguardo al tabellone dei risultati e poi uno schiaffo sull’acqua per accendere un sogno lungo quattro anni.
I primi complimenti Sara Franceschi li ha ricevuti da Federica Pellegrini , balzata in zona mista per congratularsi con una delle amiche di sempre, anche fuori dalla vasca. Poi, concluse le interviste, il volo tra le braccia di papà (e allenatore) Stefano e dei compagni di squadra. Istanti farciti di emozione, giunti dopo 4 anni spesso e volentieri non semplici all’indomani della sua prima partecipazione olimpica. Allora la Franceschi non era neppure 18enne, ora invece è la prima qualificata ai Giochi di Tokyo (e ovviamente per gli Europei di Budapest) di questo campionato Assoluto di Riccione con la quinta prestazione mondiale stagionale (4’37”06).
Sara ha commentato entusiasta a fine giornata:
Che gioia! Non me lo aspettavo neanche io, l’idea era quella di vincere e qualificarmi per gli Europei di Budapest, ma è arrivato addirittura il pass olimpico. Sono stata molto fortunata ad essermi potuta allenare anche in questo periodo particolare e ringrazio tecnici, le mie società e la federazione. Sarà la mia seconda Olimpiade, alla prima ero molto piccola, quindi questa avrà un sapore ed un’importanza diversa
La mistista, tesserata per Livorno Aquatics e Fiamme Gialle, ha frantumato il precedente record personale (4’40”03), nuotando una gara sublime sotto l’aspetto tecnico e della gestione delle energie. Ma già dalla mattina, quando aveva chiuso la batteria a 4’44’’63, si era percepito che sarebbe stata una finale farcita di emozioni. Fianco a fianco con la rivale di sempre, Ilaria Cusinato , Sara ha cambiato marcia nella frazione a rana, staccando definitivamente le avversarie con uno stile libero di rara bellezza. Al tocco della piastra uno sguardo al tabellone dei risultati e poi uno schiaffo sull’acqua per accendere un sogno lungo quattro anni.
Quattro anni di alti e bassi, appunto. A rincorrere, spesso con fatica l’azzurro, e i tempi limite. Fino a questo pomeriggio, quando ha letteralmente dominato, e urlato al mondo che Sara Franceschi è tornata.
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