Matteo Furlan: "Soddisfatto dell'argento, ora i Campionati italiani e nel mirino i Mondiali 2022"
L'atleta friulano racconta in esclusiva per NPC i suoi 25Km d'argento
Se esiste una memoria storica del nuoto di fondo italiano non può che avere i lineamenti di Matteo Furlan: il trentaduenne atleta di Codroipo ha iniziato la carriera duellando con Nicola Bolzonello e Federico Colbertaldo, ha assistito all'esplosione di Gregorio Paltrinieri e all'età di trentadue anni non sembra avere l'intenzione di disdire l'abbonamento ai metalli delle grandi manifestazioni internazionali: dopo l'argento di Hoorn nel 2016 e il bronzo di Glasgow 2018, eccolo nuovamente sul secondo gradino del podio.
Attualmente tesserato per il Team Veneto sotto la guida tecnica di Moreno Daga, ci ha raccontato quella che è ormai la sua distanza prediletta, la 25Km nella quale insieme a Barbara Pozzobon ha raccolto le medaglie e i punti che hanno dato all'Italia la certezza di conquistare il Trofeo Len per la migliore squadra.
Sono soddisfatto del risultato, probabilmente ho pagato l'utilizzo della muta che non amo particolarmente. È un indumento che permette di nuotare sciolti anche a basse temperature senza sentire freddo ma molto impegnativo a livello della muscolatura delle spalle. Nelle gare superiori ai 10Km comporta un dispendio energetico per me davvero molto elevato, ho finito la gara fisicamente "cotto".
È stata comunque una buona prestazione, sono riuscito a difendere il secondo posto dal russo Kiril Abrosimov che non è esattamente uno sprovveduto: pur non avendo mai ottenuto exploit mondiali ha in bacheca medaglie europee e piazzamenti in Coppa del mondo.
Il vincitore, il francese Reymond Axel, è un grande macinatore di chilometri. Nuota oltre 100mila metri a settimana, la 25Km è il suo habitat naturale e si trova a suo agio anche con la muta.
Ora si torna in vasca per preparare i Campionati italiani, con l'obiettivo per la prossima stagione di centrare la qualificazione ai Mondiali di Fukuoka (in calendario dal 13 al 29 maggio, NdR).
PH. © A.Staccioli/Deepbluemedia
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