Sì alle dimostrazioni, ma nel rispetto degli avversari: le linee guida della Commissione atleti per Tokyo
Il gruppo di lavoro coordinato da Kirsty Coventry ha emanato le Linee guida per la applicazione della regola 50.2 della Carta olimpica, che proibisce le dimostrazioni di natura politica religiosa o etnica
Il Consiglio direttivo del Comitato olimpico internazionale (CIO) ha approvato, seguendo le indicazioni della Commissione atleti guidata dall'ex nuotatrice dello Zimbabwe Kirsty Coventry, le linee guida per l'applicazione della regola 50.2 della Carta olimpica, quella per intenderci che recita: "Nessun tipo di dimostrazione o propaganda politica, religiosa o etnica è ammessa nei siti, impianti e ogni altra area delle Olimpiadi".
Le nuove linee guida chiariscono i modi in cui gli atleti potranno esprimere le proprie opinioni durante i Giochi di Tokyo, anche sul campo di gara. Questo il testo:
Durante i Giochi Olimpici, gli atleti hanno l'opportunità di esprimere le proprie opinioni, anche:
- nelle zone miste, comprese le sale stampa
- nel Centro per le trasmissioni internazionali e nel Centro media, comprese le interviste
- durante le conferenze stampa presso gli impianti sportivi o nelle postazioni media
- durante le interviste
- durante le riunioni di squadra
- sui media tradizionali o digitali
- sui social media
- sul campo di gara prima della competizione (ad esempio abbandonando la camera di chiamata (o spazio similare) o durante la propria presentazione) a condizione che la manifestazione sia:
- conforme ai Principi fondamentali dell'Olimpismo
- non direttamente o indirettamente rivolta contro persone, paesi o la dignità degli stessi
- non eccessiva (a mero titolo di esempio, sono considerate eccessive le seguenti manifestazioni: proteste durante la presentazione durante l'esecuzione dell'inno o la presentazione di un atleta o squadra avversaria, in quanto ciò potrebbe interferire con la loro concentrazione o preparazione alla gara; interferenze fisiche con la presentazione di un altro atleta o squadra o con il protocollo (ad esempio sventolando una bandiera o uno striscione, ecc.); provocare (o minacciare di provocare) danni fisici a persone o oggetti di loro proprietà, ecc.)
- non proibita o limitata dalle regole del Comitato olimpico o della Federazione internazionale competente
Le linee guida stabiliscono inoltre che: "Nel momento in cui esprimono le proprie opinioni, gli atleti devono rispettare le leggi, i valori olimpici e gli altri atleti. Si deve riconoscere che ogni comportamento o espressione che costituisca o sottintenda discriminazione, odio, ostilità o potenziale violenza da qualsiasi punto di vista è contrario ai principi fondamentali dell'Olimpismo".
Le linee guida descrivono inoltre la procedura disciplinare che si applicherà nel caso di mancato rispetto delle condizioni sopra elencate. La valutazione dei singoli casi e le relative conseguenze disciplinari saranno gestite dal CIO in piena trasparenza.
"Queste nuove linee guida sono il risultato di un'estesa consultazione della comunità globale degli atleti" commenta Coventry. "Esse offrono nuove opportunità agli atleti per esprimere il loro punto di vista prima delle competizioni, preservando il campo di gara, le cerimonie e il Villaggio olimpico. Questo era il desiderio della grande maggioranza degli atleti con i quali ci siamo confrontati".
Le consultazioni della Commissione atleti sono iniziate nel giugno 2020 e hanno coinvolto oltre 3500 atleti in rappresentanza di 185 Comitati olimpici nazionali e 41 discipline sportive, garantendo una piena rappresentanza di genere.
LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE [ENG]
Nella foto @ A.Staccioli/Deepbluemedia la protesta di Mack Horton contro Sun Yang ai Mondiali di Gwangju 2019
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