Fabrizio Antonelli: "Abbiamo mostrato la nostra resilienza, ora barra diritta fino a Parigi"
"Abbiamo vissuto situazione analoghe all'estero negli anni passati, ma mai abbiamo assistito a tanta elasticità organizzativa, alla capacità di effettuare cambiamenti in corsa proponendo comunque delle belle gare. Peccato per la 25Km"
Buongiorno Fabrizio, un Europeo difficile, tra rinvii e annullamenti, ma anche ricco di soddisfazioni.
Credo che questi Campionati siano la migliore testimonianza del nostro spirito di resilienza e di adattamento, sia dal punto di vista organizzativo sia dei risultati sportivi. Il maltempo ci ha messo a dura prova ma ne siamo usciti a testa più che alta. Abbiamo vissuto situazione analoghe all'estero negli anni passati, ma mai abbiamo assistito a tanta elasticità organizzativa, alla capacità di effettuare cambiamenti in corsa proponendo comunque delle belle gare. Peccato per la 25Km, con la giuria che ha commesso un autentico scivolone annullando la prova per un difetto di comunicazione dopo che l'organizzazione e gli atleti si erano dati tanto da fare. Davvero un peccato per i ragazzi, che hanno molto apprezzato il pubblico encomio del presidente Paolo Barelli e che credo debbano essere tutti orgogliosi per ciò che hanno fatto.
È un campionato durissimo per tutti, a cominciare da Gregorio Paltrinieri che sta gareggiando da più di dieci giorni tra batterie, finali, rinvii, cancellazioni e l'emozione e il calore del pubblico del Foro Italico e di Ostia, e che nella 10Km di oggi ha pagato il conto di tanto impegno ma che è ancora qui pronto a scendere in acqua nella staffetta.
Che indicazioni trai per il futuro da questo Campionato europeo?
L'unica previsione che posso fare è che in vista di Parigi ci sarà davvero tanto da lavorare. I successi di questo Europeo ci danno stimoli e motivazione che dobbiamo incanalare in un programma di lavoro nella consapevolezza che la concorrenza è sempre più agguerrita e nel 2024 nessuno ci farà sconti. Dobbiamo tenere la barra dritta e continuare consapevoli dei nostri mezzi ma anche del fatto che questi due anni che ci separano dalle Olimpiadi richiederanno dedizione assoluta.
Qualche consiglio per atleti e tecnici che avendovi visti all'opera nelle acque di casa volessero avvicinarsi al nuoto in acque libere?
Innanzitutto di provare: è una disciplina meravigliosa, io me ne sono innamorato. Oltre alla componente metodologica c'è uno studio sulla tattica e sulla strategia di gara, di conoscenza dell'ambiente acquatico: uno sport complesso e stimolante, con in più il fascino del mare aperto. Ne vale davvero la pena.
Ph. © A.Masini/Deepbluemedia
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