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Riccardo Vernole: Non ci nascondiamo, a Parigi andiamo per vincere

28 atleti, un mix ideale di veterani, big ed esordienti fra una concorrenza sempre più agguerrita e l'insidia Covid. Intervista esclusiva al Direttore Tecnico della Squadra Nazionale, con tutte le informazioni per seguire le Paralimpiadi 2024

La squadra azzurra di nuoto ha raggiunto Parigi, dove giovedì 29 prenderanno il via le gare dei XVII Giochi Paralimpici.

Approfittiamo di queste ultime ore di relativa tranquillità per qualche domanda al Direttore Tecnico Riccardo Vernole.

Buongiorno Riccardo, cosa ci possiamo aspettare da queste Paralimpiadi?

Siamo reduci da un'importante fase di preparazione svolta presso il Centro Federale FIN di Ostia, dove dal 28 luglio al 3 agosto gli atleti hanno affrontato un intenso allenamento collegiale. Questo lavoro è stato organizzato in stretta collaborazione con i tecnici delle società locali, alcuni dei quali erano anche presenti fisicamente. La sfida principale è stata conciliare una programmazione generale con le esigenze specifiche di ciascun atleta, per garantire una preparazione ottimale in vista delle Paralimpiadi di Parigi.

Dopo il collegiale, gli atleti hanno continuato ad allenarsi nelle loro rispettive società, mantenendo comunque momenti di aggregazione a livello regionale. Questo approccio ha permesso di garantire una continuità indispensabile nella preparazione.

Inutile nascondere che a Parigi ci presentiamo con alte aspettative dopo i successi di Tokyo. Ho chiesto a tutti di mantenere alta la concentrazione e l'attenzione, in particolare per prevenire infezioni da Covid, un'ulteriore potenziale insidia specialmente in un contesto comunitario come il Villaggio Paralimpico.

La squadra, composta da 28 atleti tra cui tre esordienti, è probabilmente la più forte di sempre. Il mix equilibrato tra veterani, atleti al picco della loro carriera e nuove promesse offre grandi potenzialità. Tuttavia la competizione sarà dura, soprattutto contro gli avversari europei, con la Gran Bretagna come principale rivale, particolarmente rafforzata nel settore femminile.

L’avvicinamento a Parigi è stato segnato anche da alcune polemiche per la mancata convocazione di atleti nella classe S14. Senza entrare ovviamente nei dettagli dei singoli casi, puoi dirci qualcosa al riguardo?

Sono polemiche che, detto senza giri di parole, mi hanno molto infastidito perché figlie di una mentalità che non è quella sportiva. Nel mio ruolo di Direttore Tecnico ho l’incarico di occupare i 28 posti disponibili con la squadra migliore possibile, senza prevedere “quote” per tipologie di disabilità. Se vogliamo, come vogliamo, che gli atleti paralimpici siano riconosciuti come sportivi a tutti gli effetti dobbiamo iniziare a ragionare come tali, orientandoci verso la performance e non secondo logiche di appartenenza o di compartimentazione che rappresentano, appunto, la negazione di tutto quello che facciamo e culturalmente sono un salto indietro di decenni. Per questo a Parigi non portiamo un catalogo di disabilità ma “semplicemente” i 28 nuotatori azzurri con il miglior ranking mondiale stagionale.
Sul tema della classe S14, che per i meno esperti è quella che raccoglie atlete e atleti con disabilità intellettivo relazionale, va certamente aperta una riflessione. Abbiamo diversi nuotatori di buon livello ma ancora lontani dai top level di pari classe. Altre nazioni, come la già citata Gran Bretagna, riescono a presentare ogni anno nuovi atleti di livello internazionale mentre noi ancora fatichiamo. È certamente una delle questioni principali sulle quali lavoreremo nel dopo Parigi, ma sempre nell’ottica di alzare il livello complessivo della squadra e non in quella di riempire delle caselle. Diversamente commetteremmo un grande errore, in primis nei confronti degli atleti.
Negli anni siamo stati accusati di eccessiva rigidità perché fissavamo l’asticella della partecipazione alle manifestazioni internazionali all’ottava posizione del ranking mondiale, e successivamente anche questo ottavo posto non è sempre stato una garanzia di convocazione. I fatti hanno dimostrato che questa era in realtà l’unica strada per motivare e spronare gli atleti a superare i propri limiti, e diversi dei convocati per Parigi sono passati proprio da questo tipo di esperienza. Un esempio per tutti: Vittoria Bianco, campionessa paralimpica a Tokyo con la 4x100 stile libero femminile, non convocata in manifestazioni successive e che oggi si trova fra i 28 di Parigi con la possibilità di essere protagonista, in particolare nei 400 stile libero.

I tuoi impegni ti hanno consentito di seguire le Olimpiadi? E se sì, cosa ti ha colpito?

La prima osservazione che condivido è di natura mediatica: una tendenza che avevo già rilevato a Tokyo e che mi sembra, fortunatamente, rafforzata, è quella di spostare l’attenzione dal risultato al percorso che conduce a quel risultato, a raccontare la storia di ciascun atleta.
Emblematica la discussione generatasi intorno al quarto posto di Benedetta Pilato nei 100 rana e alle successive polemiche per alcuni commenti dei giornalisti televisivi. A questo proposito voglio spezzare una lancia a favore di Elisabetta Caporale, che si è limitata a chiedere a Benedetta se davvero fosse contenta offrendole l’opportunità di spiegare meglio i suoi sentimenti: credo che in quel momento non avrebbe potuto rivolgerle una domanda più puntuale.
In tutto questo trovo un ulteriore elemento di avvicinamento dei mondi olimpico e paralimpico: per noi infatti è assolutamente scontato che la prestazione dell’atleta non può essere scollegata dalla sua storia personale. Seguire un atleta paralimpico significa conoscere il suo passato, le sue vicende, l’evoluzione dei suoi stati d’animo.
Tutto questo non può che condurre all’ampliamento della platea per lo sport nel suo complesso: gli spettatori e l’opinione pubblica hanno fame di storie, e noi siamo senza dubbio i più bravi a raccontarle.

So che alla vigilia di ogni grande manifestazione internazionale ti confronti con il DT di Federnuoto Cesare Butini, tradizione rispettata anche quest’anno?

Certamente. Gli incontri con Cesare sono sempre stimolanti. Abbiamo modalità di selezione e preparazione delle rappresentative molto differenti, ma concordiamo su una certa diffidenza verso il modello dei trials adottato da alcune nazioni anche nel nuoto paralimpico.
Ho sempre pensato che in una nazione come l’Italia, nella quale per ragioni demografiche i numeri complessivi dei partecipanti non giustificano una selezione così spinta, gli atleti di punta devono essere tutelati e messi nelle condizioni di allenarsi in tranquillità fino all’evento principale. Fermo restando il monitoraggio della condizione generale, non ho mai messo pressione su questa fascia di atleti pretendendo picchi di forma in momenti della stagione non funzionali alla gara obiettivo. 
Questo anche in considerazione del fatto che molte delle nostre punte sono potenziali multimedallist e devono quindi sottoporsi a una preparazione particolarmente diversificata e accurata.

Ph. ©Deepbluemedia

Le medaglie e i WR di Tokyo 2020

ORO (11)

  • 100 FARFALLA S13 – Carlotta Gilli 1.02.65
  • 200 STILE LIBERO S5  – Francesco Bocciardo 2.26.76
  • 100 STILE LIBERO S5 – Francesco Bocciardo 1.09.56
  • 100 RANA SB9 – StefanoRaimondi 1.05.35
  • 50 STILE LIBERO S9 - Simone Barlaam 24.71
  • 50 DORSO S3 - Arjola Trimi 51.34
  • 4x100 STILE LIBERO - Palazzo Xenia Francesca - Bianco Vittoria - Terzi Giulia - Scortechini Alessia 4.24.85
  • 100 STILE LIBERO S3 - Arjola Trimi 1.30.22
  • 200 MISTI SM13 Carlotta Gilli 2.21.44
  • 100 STILE LIBERO S7 - Giulia Terzi
  • 100 STILE LIBERO S6 - Antonio Fantin 1.03.71 WR

ARGENTO (15)

  • 100 FARFALLA S13 – Alessia Berra 1.05.67
  • 100 STILE LIBERO S4 – Luigi Beggiato 1.23.21
  • 100 DORSO S13 – Carlotta Gilli 1.06.10
  • 4x50 STILE LIBERO MIXED (Terzi-Trimi-Beggiato-Fantin) 2.21.45
  • 400 STILE LIBERO - Carlotta Gilli 4.26.14
  • 200 MISTI SM8 - Xenia Francesca Palazzo 2.47.86
  • 400 STILE LIBERO S7 - Giulia Terzi 5.06.32
  • 4x 100 STILE LIBERO - ITA (Fantin-Ciulli-Barlaam-Raimondi)
  • 400 STILE LIBERO S8 - Alberto Amodeo 4:25.93
  • 100 FARFALLA S10 - Stefano Raimondi 55.04
  • 400 STILE LIBERO S6 - Antonio Fantin
  • 100 FARFALLA S9 - Simone Barlaam
  • 100 DORSO S10 - Stefano Raimondi
  • 50 STILE LIBERO S4 - Arjola Trimi WR
  • 200 MISTI S10 - Stefano Raimondi 2:07.68

BRONZO (12)

100 DORSO S1 – Francesco Betella 2.32.08

200 STILE LIBERO S5 – Monica Boggioni  2.55.70

100 STILE LIBERO S5 – Monica Boggioni 1.22.43

100 STILE LIBERO S10 - Stefano Raimondi 51.45

50 STILE LIBERO S13 - Carlotta Gilli 27.07

400 STILE LIBERO S8 - Xenia Francesca Palazzo 4:56.79

50 STILE LIBERO S8 - Xenia Francesca Palazzo 31.17

50 DORSO S1 - Francesco Bettella

50 STILE LIBERO S4 - Luigi Beggiato

50 FARFALLA S7 - Giulia Terzi 34.32

200 MISTI S5 - Monica Boggioni 3:39.50

4x100 MISTA - (Menciotti - Raimondi - Barlaam - Fantin) 4:11.20

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