"Ho cercato di impiccarmi": Tom Shields racconta la sua depressione
Dopo il post choc su Instagram, farfallista americano ai microfoni di Swimming World Magazine
Lo scorso 26 dicembre Tom Shields , farfallista USA campione olimpico a Rio 2016, ha pubblicato un durissimo post su Instagram nel quale rivela di aver cercato di togliersi la vita
Poco più di un anno fa ho cercato di impiccarmi. Se per miracolo G (la moglie Gianna, NdR) non fosse rientrata a casa oggi non sarei vivo. Di punto in bianco mi ha chiamato in un orario in cui di solito non sono raggiungibile e e mi ha tenuto al telefono fino al suo rientro. (...) Ero entrato in un flusso di pensieri che mi avevano convinto che dovevo uscire dalla vita delle persone che stavo facendo soffrire, che non riuscivo a combinare niente, che non valevo niente. Che semplicemente ero incapace di diventare la persona che volevo essere, e che la cosa migliore che potevo fare era togliermi la vita e terminare le pene che portavo al mondo. (...) Il mio terapista mi ha spiegato che (...) si tratta di una "scorciatoia mentale" che può avermi aiutato a sopravvivere in una certa fase della mia vita ma che ora mi sta danneggiando. Ho imparato delle strategie per tenerla sotto controllo, ma è una battaglia quotidiana. Se vi riconoscete in queste parole, vi invito a cercare immediatamente aiuto, perché in qualsiasi momento i pensieri negativi potrebbero prendere il sopravvento e potreste farvi del male.
Dopo la pubblicazione del post Shields è stato raggiunto dai colleghi di Swimming World Magazine con i quali ha avuto modo di precisare ulteriormente il suo pensiero.
Questo post non era una richiesta di aiuto. Era il desiderio di condividere un'esperienza e di togliere lo stigma che circonda i problemi di salute mentale. Avrei voluto essere abbastanza maturo per chiedere aiuto. Oggi non credo di poter cambiare il mondo, voglio solo condividere quello che ho vissuto.
Penso di avere preso il nuoto troppo sul serio. Il mio migliore amico aveva un lavoro pronto nel caso avesse fallito la qualificazione olimpica, io no. Mia moglie frequentava ancora l'università e io sono entrato nell'ossessione 'devo avere successo per potermi sostenere finanziariamente'.
Shields ammette di non essere stato uno studente eccellente e di non essersi impegnato abbastanza per costruirsi un futuro fuori dalla piscina, e di essere così arrivato ai Trials olimpici 2016 soffrendo cronicamente di insonnia e con la sensazione di avere tutte le carte sul tavolo. Alla fine ha comunque conquistato la qualifica per Rio, dove si è piazzato settimo nei 100 farfalla, ventesimo nei 200 e ha conquistato la medaglia d'oro nuotando le batterie con la staffetta mista. Dopo Rio le preoccupazioni per il futuro sono aumentate e ha iniziato ad assumere medicinali per dormire, ma l'effetto è stato controproducente. Nel 2017 ha fallito le qualificazioni mondiali, venendo estromesso da Team USA per la prima volta dal 2013.
Pensi troppo quando non riesci a dormire. Nell'autunno del 2018, dopo 72 ore di insonnia, privo di ogni motivazione e incapace di calmarmi, ho pensato che dovevo uscire dalla vita delle persone a cui stavo facendo del male (...) e che la miglior cosa che potevo fare era uccidermi.
Fortunatamente, la sua compagna era pronta ad intervenire e lo ha aiutato a trovare una terapia efficace.
Oggi Shields vuole aiutare le persone nella sua stessa condizione che non hanno il coraggio di uscire allo scoperto e chiedere aiuto e ha deciso di chiudere la sua esperienza di nuotatore con le Olimpiadi di Tokyo, se riuscirà a conquistare la convocazione.
Mi piacerebbe far parte della squadra e continuare a crescere come leader, ma il nuoto non è più in cima alle mie preoccupazioni.
Ph. © G.Scala/Deepbluemedia/Insidefoto
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