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arena: Autenticità, Innovazione, Responsabilità e Passione. Gli ingredienti per diventare un riferimento internazionale nel nuoto

Intervista a Giuseppe Musciacchio, deputy CEO di arena Sport spa

arena sport

I Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono alle porte. arena, partner di Federnuoto e azienda di punta nel mondo per gli sport acquatici sarà presente in vasca con 4 atleti italiani: Sara Curtis, Gregorio Paltrinieri, Niccolò Martinenghi e Thomas Ceccon. I numeri di arena per i Giochi Olimpici:

  • 20 SPONSORED SWIMMING TEAMS
  • 40 INDIVIDUALLY SPONSORED SWIMMERS AND PARA SWIMMERS
  • OVER 750 ATHLETES WEARING ARENA INCLUDING OLYMPICS AND PARALYMPICS
  • ITALY ARTISTIC SWIMMING
  • NETHERLAND, SWEDEN, ITALY AND MEXICO DIVING TEAMS
  • ITALY MEN’S AND NETHERLAND WOMEN’S WATER POLO TEAMS

Abbiamo intervistato Giuseppe Musciacchio, deputy CEO di arena Sport spa, per capire il dietro le quinte di un’azienda che è sempre più in crescita, non solo in fatto di numeri, ma soprattutto in termini di qualità, innovazione e ricerca.

Quali sono i valori che rappresentano la vostra azienda?

Ogni azienda imposta la sua esistenza e il suo operato su dei valori. Nel 2022, dopo l’esperienza Covid, ci siamo posti l’obiettivo di voler rendere vivi e tangibili quelli che sono i valori su cui si fonda arena. Abbiamo ideato e svolto dei workshop con tutti i nostri dipendenti (circa 400 in tutto il mondo) e li abbiamo coinvolti nell’analisi dei pilastri su cui si basa il nostro operato. Questa attività ha portato a una riformulazione dei valori di arena e di conseguenza a dei cambiamenti, grazie al pensiero di chi poi quotidianamente rappresenta e fa l’azienda.

Autenticità: c’è da chiedersi cosa significa per un marchio sportivo essere autentico. Per noi significa essere fedeli alla nostra storia: arena è stata inventata ormai 51 anni fa con l’obiettivo di diventare il brand di riferimento per tutti i nuotatori. E questo è quello che è stato fatto da allora. Lavoriamo per l’atleta, per i tecnici, per le società e per le Federazioni. Per noi essere autentici significa avere una cultura dello sport, basti pensare che tra i criteri di selezione del nostro personale un peso importante ce l’ha l’aver avuto un trascorso in aziende di sport. Il nostro timing è quello dell’atleta.

Innovazione: negli ultimi trent’anni arena ha un tratto italiano molto marcato, pur non essendo originario è decisamente dominante. Ogni punto di arrivo per noi è un punto di partenza: dopo aver lanciato un prodotto di successo siamo già proiettati al miglioramento dello stesso. È un parallelo importante con il mondo sportivo: un atleta, dopo un successo non si ferma, ma è già focalizzato sulla competizione successiva, su un nuovo obiettivo. Non vinci il campionato successivo perchè hai vinto il precedente: anche noi ragioniamo così. Tutto lo sviluppo che facciamo sui costumi da gara, sugli occhialini da gara, sulle cuffie, è un lavoro che non si ferma mai e coinvolge in maniera importante gli atleti e gli allenatori in un processo di sviluppo dove il loro ruolo diventa cruciale in termini di test e feedback. Siamo un’azienda medi0/piccola, ma il livello di innovazione è molto elevato.

Responsabilità: l’impatto ambientale è qualcosa di importante, che ci coinvolge tutti. Migliorare la pratica sportiva delle persone significa, in un certo senso, migliorarne la vita e questo inevitabilmente passa anche attraverso il rispetto dell’ambiente. Abbiamo intrapreso il percorso per diventare azienda B Corp, che non significa solo ottenere una certificazione, bensì rispettare una serie di standard, di regole non scritte in ambito di sostenibilità che sono molto restrittive. Da due anni siamo azienda benefit: questo significa che abbiamo affiancato agli obiettivi azierndali di profitto anche obiettivi di impatto positivo su società e ambiente. La responsabilità, intesa in questo modo, e lo sport sono due cose che devono andare di pari passo.

Passione: il mondo dello sport è difficile da comprendere se non lo si vive da dentro, e non lo si può vivere da dentro se non piace. Il nuoto è uno degli sport più belli del mondo, anche se non sempre ha la visibilità che è concessa ad altri sport. Ciò malgrado, va ricordato che la finale dei 100 metri stile è il secondo evento più visto in televisione alle Olimpiadi. Quindi parliamo di uno sport forse un po’ di nicchia, ma dal potenziale enorme. La passione sta alla base del nostro lavoro, nello stesso modo in cui sta alla base di ciò che fa l’atleta e il tecnico.

Sono valori in cui ogni componente del mondo del nuoto si può riconoscere: atleta e allenatore in primis, ma anche società, gestori di impianti, istruttori, coordinatori di vasca.

La crescita della nostra azienda è da attribuire al fatto che interpretiamo qualcosa: l’autenticità, l’innovazione, la responsabilità e la passione che caratterizzano coloro che fanno parte di un movimento sportivo.

Spesso si associa arena all’Italia e basta. In realtà la nostra bella penisola è solo una parte di ciò che arena è nel mondo, giusto?

Comincerei con una pillola di storia: arena è stata inventata da un tedesco in Francia nel 1973. Nasce come costola di Adidas e fino al 1991 è rimasta tale. I tedeschi la percepiscono come una marca tedesca perchè ideata da un loro connazionale; i francesi la vivono come un marchio francese perchè creata in Alsazia; gli italiani lo vivono come un marchio italiano perchè negli ultimi trent’anni l’evoluzione della compagine societaria ha portato qui la maggior parte del managment e del quartiere generare internazionale. Arena quindi nasce con un’impronta internazionale.

Nel 2007 l’Italia rappresentava quasi la metà del fatturato totale. Oggi è circa l’11-12%. Oltre alla sede principale italiana a Tolentino, arena ha una sede in Germania, in Francia, negli Stati Uniti, un’unità produttiva in Italia e una in Slovacchia. Il mercato che attualmente cresce in maniera più rapida è il mercato statunitense che per noi è diventato il mercato principale. Di tutti i dipendenti arena poco meno della metà sono in Italia, il resto sono all’estero. Operiamo in circa 100 paesi e a oggi viene venduto un prodotto arena ogni due secondi per un ammontare di circa 15 milioni di pezzi all’anno. Arena è a tutti gli effetti una realtà globale, internazionale. In prospettiva questa globalità viene reinvestita anche a livello di sport marketing: l’Italia per noi è come lo stadio di casa, non possiamo perdere. Nel nostro paese cerchiamo i migliori atleti, un rapporto di eccellenza con la Federazione, con la quale ci supportiamo a vicenda, i club migliori. Ma oltre all’Italia abbiamo anche l’Australia, con la quale abbiamo adottato la stessa strategia italiana: Federazione nazionale e i migliori atleti. Così per gli Stati Uniti, la Svezia, l’Ungheria, il Sud Africa. E non sto citando queste realtà in funzione del fatturato, bensì in relazione ai risultati sportivi e quindi ai migliori atleti internazionali.

Ai Giochi di Parigi sono state presentate delle novità importanti in termini di materiale tecnico: ce ne vuoi parlare?

La cosa sicuramente più visibile è il lavoro che è stato fatto sul costume: Powerskin Primo. È il risultato di circa quattro anni di lavoro e di sviluppo con circa 600 atleti di tutto il mondo coinvolti nelle varie fasi di test. L’obiettivo di questo prodotto voleva essere la creazione un anello di congiunzione tra la compressione muscolare, che di fatto sta alla base dell’effetto che il costume ha in acqua, la stabilizzazione delle fibre, la stabilizzazione del core, la compattezza del corpo nelle fasi di scivolamento, al fine di ridurre il drag e il comfort di utilizzo, che soprattutto nel costume da uomo era necessario. Siamo contenti dei feedback che abbiamo ricevuto fino ad ora perchè sono molto positivi, ma Powerskin Primo è solo un pezzo della storia.

In realtà a Parigi saranno tre i prodotti nuovi: il nuovo occhialino da gara, Cobra EDGE. Arriviamo da circa cinque anni di successi con il Cobra Ultra, che di fatto è diventato l’occhialino di riferimento per il mondo del nuoto competitivo e non solo, non solo perché bello esteticamente ma perché qualitativamente superiore. Ma non ci siamo accontentati e grazie ai feedback dei nostri atleti abbiamo creato una versione dell’occhialino Cobra migliore della precedente.

C’è un terzo prodotto, che vale la pena menzionare anche se avrà una presenza un pò più discreta ma molto massiccia, che è rappresentato da una cuffia: Aquaforce Wave. È un prodotto che è solo arena, non esistono prodotti simili sul mercato, ed è stato studiato per contribuire, insieme a costume e occhialini, a dare all’atleta quel potenziale in più grazie a una serie di strutture che sono scolpite sulla parte alta della cuffia, come delle piccole onde. La particolarità di questa cuffia, che noi diamo in dotazione a tutti i nostri team, è che ci è stata richiesta anche da squadre che non sono sponsorizzate da noi e hanno chiesto una deroga per poterla indossare. Questo sarà il nostro piccolo contributo al grande spettacolo di Parigi. Non possiamo ovviamente sostituirci agli atleti, ne vogliamo farlo: il compito dello sponsor tecnico è quello di dargli strumenti dei quali abbiano fiducia.

La differenza tra vincere e perdere sta molto nella testa: noi possiamo contribuire a dare loro fiducia grazie a prodotti oggettivamente validi e performanti, e che possono incidere sul loro approccio mentale alla competizione. Perchè non conta solo andare veloce: conta toccare per Primo. Alle Olimpiadi non è sempre il più veloce che tocca per primo. È colui che è più libero mentalmente: e quindi è fondamentale andare a ricercare l’equilibrio tra condizione fisica e condizione mentale. Abbiamo fatto dei workshop con gli atleti durante i quali abbiamo cercato di capire cosa volesse dire per loro essere in flow: ne è emerso che per loro è proprio l’equilibrio tra queste due componenti. Questo ha anche ispirato una grafica legata ai simboli dell’acqua e del fuoco, fireflow, che rappresentano proprio la doppia tipologia di atleta e la combinazione di entrambi gli elementi crea l’atleta vincente. Tutto questo poi necessita di un elemento fondamentale: la squadra. Il nuoto è uno sport individuale, ma la squadra sono tutti coloro che circondano l’atleta: sponsor tecnico compreso. Nelle gare di nuoto si tende a vedere il risultato finale e la gara in sé, dimenticando tutto quello che c’è dietro a quei pochi secondi o pochi minuti di competizione. Lo sponsor tecnico è uno di quegli elementi che lavora dietro le quinte per il bene dell’atleta.

La ricerca della qualità ai fini del miglioramento della performance è sicuramente uno dei motivi principali che portano a evolvere il prodotto. Qual è il processo che guida questi miglioramenti?

L’eliminazione del gommato è stato molto probabilmente l’evento che ha scatenato la creatività delle aziende che sanno fare questo mestiere. Fare il costumone era facile. Fare oggi dei costumi veloci con le regole introdotte è molto più complicato e ci riescono quelli bravi. Da un punto di vista logistico è fondamentale avere un team di persone che conoscono la materia e, allo stesso tempo, avere la possibilità di avere persone che ti possano dare un feedback, quindi atleti e tecnici. Le idee nascono grazie all’interscambio continuo con questo patrimonio immenso che sono gli atleti. Non tutti gli atleti sono uguali: alcuni sono molto bravi in acqua ma faticano a descrivere le sensazioni che provano, altri sono esattamente il contrario. La stessa cosa si può dire dei tecnici. La nostra organizzazione fortunatamente è tale da consentirci di lavorare in questo modo: poter far testare i prodotti, avere dei feedback, elaborare le informazioni e apportare le modifiche e ricominciare dai test. Questo è un tipo di lavoro che l’azienda ha imparato a fare nel corso deglia anni, non è sempre stato così. L’interscambio tra il team di Sport Marketing e il team di Sviluppo Prodotto è così ben strutturato e con dei protocolli così consolidati che ci consente di andare il più in alto possibile. E in tutti i paesi in cui siamo presenti.

I Giochi di Parigi sono la chiusura di un ciclo. Quali possono essere gli obiettivi per il prossimo quadriennio?

Come è successo nelle precedenti edizioni dei Giochi Olimpici, la chiusura del cliclo porta con sé tutta una serie di finestre aperte. Parigi è dietro l’angolo e noi stiamo già pensando a Los Angeles 2028. Non è possibile fermare le idee e sarebbe sbagliato farlo. Uno degli aspetti che deve essere preso in considerazione è ristrutturare la formazione della squadra. Ogni quadriennio ci sono degli atleti che si avvicinano al percorso di fine carriera e altri che lo intraprendono. Noi cerchiamo di esserci soprattutto nel primo. Quando sei all’apice della tua carriera sportiva ci sono alcune dinamiche da gestire, quando ti avvii alla fase conclusiva del tuo percorso sportivo la strada è più complessa e il momento che l’atleta sta vivendo è più delicato. arena è presente in queste fasi e per noi è un motivo di orgoglio. Noi ci teniamo ad essere presenti con gli atleti che abbiamo avuto sotto contratto anche nel “dopo nuoto”. Per noi gli atleti sono una risorsa perché, grazie al loro vissuto, ci consentono di migliorarci sempre di più.

Ph. ©arena

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