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Cristiana Pedersoli: "Senza papà è un mondo più brutto"

Il titolo del libro scritto dalla figlia del grande Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer. Un punto di vista diverso, una dimensione più intima che racconta la grandezza di un personaggio più grande nelle mura di casa che nel grande schermo. Un gigante buono che ha costruito la sua vita professionale e personale sui valori della famiglia e dello sport, grazie al suo passato da nuotatore e pallanuotista.

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Ci siamo avvicinati all’autrice Cristiana Pedersoli , figlia del grande Carlo Pedersoli , alias Bud Spencer . Abbiamo trovato una grande disponibilità che con delicatezza ci ha permesso di incontrare nuovamente il mondo del grande Bud. Cristiana racconta che dal padre ha imparato molte cose, tra cui la passione per l’arte, che oggi è per lei un impegno primario.

Nuoto•com - Bud è sempre amatissimo, ma l’impressione è che lo sia forse più all’estero che in patria. Condivide questa sensazione? E come la spiega?

Cristiana Pedersoli - È vero, all'estero e soprattutto in Germania e in Ungheria è diventato un vero e proprio personaggio di culto ma anche in Italia la schiera dei suoi fans è infinita. Lo hanno amato per la sua generosità d'animo e la sua umiltà anche nel successo. Inoltre era empatico con tutti e ha sempre rappresentato la difesa dei più deboli e ha riunito le famiglie con i suoi sorrisi.

NPC - Quanto ha influito l’esperienza sportiva sulla personalità di Bud? In casa parlava del suo trascorso natatorio? Ciò che è emerso in qualche occasione pubblica è che lui in fondo si sentisse ancora legato al nuoto…

CP - L’esperienza sportiva ha influito moltissimo. Ha sempre affermato che la sua avventura come nuotatore è stata significativa e fondamentale per affrontare nel bene e nel male tutti gli avvenimenti della sua vita. Lo sport gli ha insegnato i veri valori; l'amicizia, la lealtà, il riconoscimento del valore dell'avversario e l'impegno per ottenere buoni risultati e non per ultimo il rispetto verso tutti. Era orgoglioso delle sue vittorie nel nuoto e nella pallanuoto perché queste erano valutazioni reali ed oggettive sulle sua capacità, mentre riteneva che i successi cinematografici dipendessero molto anche dal gusto del pubblico e che quindi potevano terminare in qualsiasi momento.

NPC - Suo padre si è dedicato spesso agli altri e in particolare cercando di far del bene ai bambini. Raccontò che insegnava a nuotare a bimbi del Sud America. È stato anche un po’ allenatore di nuoto.

CP - In tarda età, quando gli impegni cinematografici si erano un pò rallentati si era dedicato a prendere brevetti ed attestati con i quali potesse insegnare ai bambini le tecniche del nuoto. Poi non fece molto seguito a questo intento perché i progetti e le idee sulle quali lavorava erano tanti. Comunque ha insegnato a nuotare con passione e divertimento a tutti noi, nipoti compresi, il nuoto è stato basilare e importantissimo. Sebastiano, il figlio di Diamante, sarebbe potuto essere una promessa dopo tutti i suoi insegnamenti ma poi ha deciso di fare l'attore.

[caption id="attachment_47522" align="aligncenter" width="857"] Carlo Pedersoli - Bud Spencer Foto © Cristiana Pedersoli[/caption]

NPC - Bud come avrebbe affrontato la pandemia? E più in generale che giudizio darebbe sull’Italia degli anni Venti?

CP - Avrebbe affrontato questo particolare periodo sicuramente con grande energia e determinazione, così come ha affrontato tutte le cose che gli sono capitate nella vita. Era abituato ad accettare la vita con il bene e con il male facendo sempre tesoro dell'esperienza vissuta. Di questo secolo detestava i soprusi e le guerre inutili, specie quando venivano coinvolti donne e bambini innocenti.

NPC - Quanto era diverso il Bud pubblico dal Carlo in famiglia?

CP - Il Carlo privato era praticamente uguale al Bud dello schermo, lui portava se stesso sul set. Nella vita privata amava parlare delle sue passioni, si entusiasmava parlando del volo e gli piaceva cantare e suonare degli strumenti. Amava ricordare i suoi trascorsi sportivi e gli aneddoti vissuti in quegli anni, era la parte più importante del suo vissuto.

NPC - C’è qualche aspetto della vita o del carattere di Bud che a suo avviso non è stato sufficientemente conosciuto o valorizzato?

CP - Soprattutto in questi ultimi anni sono state molte le curiosità da parte dei suoi fans di conoscere ogni aspetto della sua vita, anche quella più intima e privata. Nel mio libro "Bud un gigante per papà" ho raccontato degli avvenimenti un pò inediti e anche tutte le sue grandi passioni. Una parte di papà un pò meno conosciuta era quella riguardante il suo rapporto con il denaro, al quale non dava molto valore se non quello di essere un mezzo per poter realizzare i suoi sogni, che erano molti. Aveva con i soldi lo stesso approccio che può avere un bambino che scambia un giocattolo con un altro.

[caption id="attachment_47523" align="aligncenter" width="643"] Cristiana Pedersoli[/caption]

NPC - Qual è il più grande insegnamento che le ha lasciato?

CP - Mi ha insegnato ad accettare la vita nel bene e nel male, cercando di trasformare tutto in positivo e in arte. Ci ha insegnato i veri valori della vita che sono quelli riguardanti i legami affettivi e l'amore che ti crei intorno. Bastava osservarlo per capire quello che era giusto, quello che era sbagliato e come bisognava comportarsi. Mi ha insegnato a non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te.

NPC - “Non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo” celebre frase di "Chi trova un amico trova un tesoro" (Bud Spencer e Terence Hill 1981, film di Sergio Corbucci), titolo di un capitolo del suo libro. Che padre è stato?

CP - Era un padre affettuoso e premuroso, non molto presente per via del suo lavoro ma quando era a casa si dedicava completamente alla famiglia. Era molto ingombrante in tutti i sensi, appena entrava in una stanza si percepiva immediatamente una grande energia e subito una grande tranquillità e tutto ruotava intorno a lui naturalmente, era il polo d'attrazione. Ci faceva divertire era simpatico e gli piaceva stare in compagnia.

[caption id="attachment_47524" align="aligncenter" width="412"] Bud, un gigante per papà. La copertina del libro di Cristiana Pedersoli - Giunti Editore[/caption]

NPC - Nel suo libro ha raccontato un mito nella dimensione privata. O forse visto dagli occhi di una figlia…

CP - Il mio libro è il racconto di un legame ancora molto forte e potente che continua a cercare le parole per raccontarsi in un ultimo atto d'amore che per qualche momento gli restituisce la scena. Ho cercato di racchiudere la vita di mio padre in un libro ma lui esonda da tutte le parti perché non è possibile farlo. Personalmente è stato un viaggio emozionante e appagante dove l'ho sentito di nuovo molto vicino a me. Se potessi mandargli un messaggio, gli direi che il mondo è molto più brutto da quando lui non è più qui.

Quasi quindici anni fa, in un’intervista per InAqua scrivemmo che “Carlo Pedersoli è una persona incredibilmente sensibile, simpatica, ammirevole… Molto più di Bud Spencer. E questo ci pare il miglior complimento che gli si possa fare”.

Perché come Cristiana ci ha raccontato, la grandezza di suo papà Carlo è decisamente molto molto più importante del personaggio che ha incantato generazioni.

Il sito di Cristiana Pedersoli

Il libro “BUD. Un gigante per papà” edito da Giunti

Foto © Cristiana Pedersoli

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