Elena di Liddo: bilanci e riflessioni per l'anno olimpico
"È bello vincere a quindici anni, ma è ancora più bello dopo dieci anni essere ancora lì a dar battaglia ai tuoi avversari e ottenere grandi risultati"
Matura, determinata ed autocritica. L'atleta di Bari, tesserata per il Circolo Canottieri Aniene affronta l'anno olimpico in modo sereno e lucido. Un profilo che ha costruito attraverso un percorso non semplice, e che l'ha portata a crescere tecnicamente e giungere all'apice della sua carriera da atleta adulta. Laureata in scienze motorie, vive oltretutto il suo percorso in modo più che consapevole, ritrovando nella sua carriera di atleta quanto ha studiato all'università. Legata visceralmente alla sua Puglia, Elena Di Liddo si racconta in esclusiva per Nuoto•com, mettendo a nudo qualche emozione...
NPC Ci stiamo avvicinando a Tokyo 2020. Come stai affrontando questi mesi verso l’Olimpiade?
EDL È sicuramente la competizione che un’atleta di alto livello sogna. Per potervi partecipare però è necessaria la qualificazione. La prima occasione sarà a dicembre con i campionati italiani invernali, la seconda sarà a marzo. L’ideale sarebbe riuscire ad ottenere il tempo necessario per la qualifica il prima possibile, in modo tale da poter procedere più serenamente con la preparazione. Sto comunque affrontando questi mesi molto tranquillamente: la scorsa stagione per me è stata estremamente positiva, ho riportato degli ottimi tempi. Non do nulla per scontato ovviamente, il mio vissuto ha dimostrato che le insidie sono sempre dietro l’angolo ma cerco di essere sempre positiva. Non voglio che diventi un’ossessione, perché significherebbe affrontare tutta la preparazione con una tensione che non sarebbe utile allo scopo.
NPC Non è momento di bilanci, ma che giudizio dai alla tua carriera fino ad ora?
EDL Sono una persona abbastanza autocritica, non mi piace pensare troppo in grande o darmi troppo vanti perché è una modalità che veramente non mi appartiene. Per questo motivo a volte sono molto severa con me stessa e non credo troppo nelle mie potenzialità. La mia storia sportiva non è stata delle più facili e ciò che ho fatto in tutti questi anni è stato non mollare. Le persone che avevo intorno mi hanno sostenuto moltissimo e mi hanno aiutato ad andare avanti. Fino ad oggi mi ritengo veramente soddisfatta, non mi aspettavo di arrivare all’apice della mia carriera a 25 anni e la scorsa stagione è stata veramente positiva. Sono nella nazionale sin dalle giovanili, ho partecipato a competizioni importanti ma il mio obiettivo era il record italiano. Quindi la scorsa stagione, che ha visto la realizzazione di un obiettivo che da anni mi ero prefissata e la finale mondiale con un quarto posto, mi ha ripagato di tanti anni di sacrifici, fisici e mentali, perché non è facile stare sempre sul pezzo anche a livello di concentrazione. Essere stata resiliente mi ha ripagato, perché questo è uno sport che di bastonate me ne ha date parecchie.
NPC Quanto conta la preparazione mentale?
EDL La mia tesi di laurea triennale in scienze motorie era sulla psicologia dello sport e sulle tecniche di mental coaching. Nonostante questo, sono la classica persona che predica bene e razzola male! Sono assolutamente convinta che la testa, soprattutto in uno sport come il nuoto dove i risultati sono veramente difficili da ottenere, incide per l’80% della prestazione. Sia che l’atleta sia fisicamente al top o in difficoltà. L’allenamento ad una tranquillità mentale, sia che si tratti di affrontare periodi di duri allenamenti, sia che si tratti di una competizione molto importante, è di vitale importanza. La presenza della figura del mental coach nel nostro sport non è ancora largamente diffusa ed è un peccato perché a volte potrebbe essere veramente di supporto. Detto questo, io per prima non mi sono mai rivolta a qualcuno per farmi supportare. Con il senno di poi mi sono resa conto che forse ne avrei avuto bisogno, soprattutto in quei periodi dove ho dovuto affrontare grosse difficoltà. Purtroppo, o per fortuna, per mia natura sono una persona abituata a rialzarsi da sola. Affronto negatività e positività con la stessa grinta. Per me le sconfitte si traducono con un “punto e a capo”. Ovviamente questa maturità la si acquisisce nel tempo. Anche in campo gara ho un approccio un po’ contro corrente: in camera di chiamata solitamente ti suggeriscono di visualizzare la tua gara migliore, le tue virate, i tuoi tuffi e i tuoi arrivi migliori. Io invece meno ci penso alla gara e meglio è. Anche prima della finale dei mondiali di Gwangju ero molto tranquilla, continuavo a ripetermi “Ormai ci sono, mi devo divertire e come vada, vada!”.
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DI LIDDO Elena ITA C.S. Carabinieri
100 Farfalla Donne
Campionato Italiano Assoluto UnipolSai Primaverile di Nuoto 03/04/2019
Nuoto Swimming
Stadio del Nuoto di Riccione
Photo © Andrea Masini/Deepbluemedia/Insidefoto[/caption]
NPC Sei un’atleta molto sorridente e fai emergere un approccio positivo anche quando le cose non vanno come si vorrebbe. Anche questo è allenamento?
EDL La mia storia mi ha portato ad essere la persona positiva che vedete. La perdita di mio fratello è stata una cosa che mi ha fatto crescere molto. Avevo solo sedici anni quando è successo, è non ho perso solo un fratello, per me era anche un compagno di vita. Facevamo tutto insieme, soprattutto allenarci insieme. Con lui ho perso un riferimento molto importante. Da allora ho capito che la vita è veramente una sola. Disperarsi per una sconfitta, per un incidente che ti ha precluso una stagione come effettivamente mi è capitato, non ne vale veramente la pena. È stato un dolore così grande quello che ho provato che mi sono resa conto di cosa conta veramente e cosa no. Questa è stata sicuramente la mia forza, che mi ha permesso di andare avanti sempre. Non nascondo che quando perdo una gara piango, perché ci tengo. Ma passato il momento di sfogo riesco a voltare pagina e ad andare avanti. Proprio per questo mi sono tatuata un punto e virgola sul polso alcuni anni fa. Me lo dicono in tanti che sono una persona sorridente e positiva e mi fa piacere. Credo non serva a nessuno stare con il broncio e circondarsi di negatività. Non ti porta da nessuna parte. Credo sia importante vivere la vita con la giusta leggerezza.
NPC Con i tuoi risultati sportivi che spinta pensi di aver dato al movimento natatorio nella tua regione?
EDL Il movimento è cresciuto molto. Il problema delle realtà piccole come quelle che esistono in Puglia è che i ragazzi, arrivati in quinta superiore sono costretti a fare una scelta: proseguire i propri sogni sportivi o gettare le basi per una vita diversa? Frequentare l’università non ti permette di conciliare l’attività sportiva di alto livello. Io ho avuto la possibilità di studiare perché l’università di Foggia, con progetto che si chiama “doppia carriera”, ti permette di portare avanti il percorso di studi e il percorso sportivo nel migliore dei modi offrendoti alcune agevolazioni. In passato queste possibilità non c’erano. Quest’anno al mondiale eravamo tre pugliesi: io, Benedetta Pilato e Marco De Tullio. E credo di poter dire che abbiamo fatto una bella figura, Benedetta in particolar modo. Fortunatamente in Puglia il settore giovanile non è mai stato in crisi. E tuttora c’è un ricambio generazionale notevole. Quello che mi auguro è che il movimento Junior che c’è in Puglia possa diventare un movimento Senior. Spero veramente che quello che è successo a me possa capitare a molti altri pugliesi: avere 26 anni ed affrontare un mondiale, avere 26 anni e militare in un movimento d’élite. Non mi sento la mentore del nuoto pugliese, ma mi auguro che la mia esperienza possa essere utile non tanto agli atleti, quanto piuttosto ai loro allenatori, perché guidino questi ragazzini verso un’attività sportiva con obiettivi a lungo termine. È bello vincere a quindici anni, ma è ancora più bello dopo dieci anni essere ancora lì a dar battaglia ai tuoi avversari e ottenere grandi risultati.
NPC Che rapporto hai con le nuove tecnologie e con i social in particolare? Te ne occupi personalmente o hai un team che ti assiste?
EDL Faccio parte di una generazione che nasce con lo smartphone in tasca. Credo di utilizzare i social in maniera abbastanza normale, senza avere la fissazione di esserci sempre. La vedo come una cosa che deve essere divertente, condividendo a livello social quello che più mi piace. Non ho un rapporto morboso. Fortunatamente la mia famiglia mi ha sempre insegnato che nella vita c’è anche altro. Torno dall’allenamento e invece di buttarmi sul divano a smanettare con computer e cellulare per due o tre ore preferisco mettermi a studiare. È un rapporto moderno ma nei limiti. Me ne occupo personalmente, perché se anche i social devono diventare un lavoro…proprio non ci sto!
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DI LIDDO Elena ITA
100 Farfalla F
IX Trofeo Citta di Milano 2019
02/03/2019
swimming, nuoto
Milano Piscina Daniela Samuele pool, 50 mt pool
Photo © Andrea Masini/Deepbluemedia/Insidefoto[/caption]
NPC Pensi che i social influenzino il rapporto tra atleta e allenatore?
EDL Nel mio caso direi proprio di no! Il mio allenatore non utilizza i social e quindi non ci incrociamo mai su piattaforme virtuali. Credo che il rapporto possa essere influenzato quando un allenatore un po’ più severo non riesce a controllare il suo atleta attraverso i social. Allora lì si innescano meccanismi diversi. Credo che tra atleta e allenatore non dovrebbero esserci social, dovrebbe esserci dialogo. Su tanti argomenti, parlare di cose belle che può essere l’allenamento come la musica, o qualsiasi altra cosa.
NPC Un saluto per i lettori di nuoto.com
EDL Saluto tutti i lettori di nuoto.com. Spero di aver dato qualche notizia in più sulla mia persona, su ciò che sono al di fuori della vasca. Mi auguro che ciò che ho detto possa essere uno spunto di riflessione per gli atleti più giovani e ringrazio la redazione per avermi dato questo spazio in cui esprimermi e raccontare qualcosina di me. Un bacio a tutti!
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