Greg Paltrinieri: "Io amo follemente gareggiare ..." Al talk “A casa c’è lo Sport”.
Le Olimpiadi sono l’appuntamento che sogniamo da sempre. Non sono ancora qualificato, ma cercherò di fare tre gare, gli 800, i 1500 e la 10 chilometri. Questa è sicuramente la mia sfida”
Gregorio Paltrinieri ha partecipato al talk “ A casa c’è lo Sport ” nell’ambito delle celebrazioni di “Sky 20 anni” . Di seguito alcuni estratti del suo intervento al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano, a Roma.
[caption id="attachment_99424" align="alignnone" width="900"] Roma, ITALY - Oct 03: Gregorio Paltrinieri e Rossella Fiamingo - modera Sara Benci nel panel A CASA C’E’ LO SPORT durante SKY 20 anni LiveIN Roma October 03, 2023 in Roma, Italy. (Photo by Ernesto Ruscio/SkyTg24 ).[/caption]
Ricordi perché hai lasciato l’idea di fare basket per dedicarti al nuoto?
Nel 2003 sono andato a Barcellona con mio padre, per i mondiali di nuoto, e lì mi sono un po’ innamorato dell’atmosfera e di tutto quello che faceva parte del competere ad alto livello in piscina, Quindi, mi sono convinto che quella poteva essere la mia strada. Chiaramente, non lo sapevo, ma volevo allenarmi per poter arrivare lì.
Il sogno di vincere tre medaglie alle Olimpiadi di Parigi
Le Olimpiadi sono l’appuntamento che sogniamo da sempre, Ha qualcosa di diverso da un Europeo, da un Mondiale, per il clima che c’è. Lo sto aspettando, come tutte le Olimpiadi che ho vissuto nella mia vita e cercherò di fare tre gare. Non sono ancora qualificato e, quindi, non ho la certezza, ma cercherò di fare tre gare, gli 800, i 1500 e la 10 chilometri. Si, questa è sicuramente la mia sfida.
Sei un punto di riferimento per la squadra: come fai a gestire la leadership?
La leadership per me è stata sempre molto importante nella mia crescita personale, seguire qualcuno, avere un modello, un idolo. In piscina l’ho sempre trovato e in questo momento, essendo uno dei più anziani del gruppo della Nazionale, sono sicuro che quello che faccio sia d’impatto per tanti giovani che possono prendermi come esempio. Per quel che mi riguarda, è come se ci fossero due persone, una fuori dall’acqua, che vuole fare tutt’altro, e una in acqua, che si trasforma, che in quel momento deve fare di tutto per vincere. Però, in ambito sportivo è molto importante dare l’idea dell’importanza di quello che si fa. Io ho sempre fatto tutto con molta costanza, molto impegno, e credo che sia quello che sto passando a tutti i giovani con cui mi alleno.
Fuori dall’acqua?
Io amo follemente gareggiare, è proprio il punto partenza di tutto. Lo faccio con questo spirito, è un gioco, vado lì, gareggio, posso vincere, posso perdere, farò di tutto per vincere ma, poi, rimane un gioco, una gara, e se va male imparerai tantissimo e ce ne saranno tante altre dopo. Da questo punto di vista, non credo di essere mai andato oltre le righe nella reazione post gara.
La scelta tra la vasca e il mare?
Ci devi pensare, perché poi nella tua carriera arrivi a un certo punto che devi pensare veramente in grande, a fare qualcosa di veramente grande un’altra volta. Per poterlo fare devi metterti nelle condizioni di essere a posto. Secondo me, quello che ho imparato da quest’anno è che, forse, non ero nella condizione giusta, mentalmente e fisicamente, per poter fare il massimo di quello che potevo esprimere. Se questo vuol dire togliere qualche gara dal programma… Io ho fatto ai mondiali cinque gare nel corso di due settimane, forse in meno, tra l’altro tutte le più lunghe. Questo ti prosciuga un po’ in energie e, quindi, poi non riesco a dare il 100% in nessuna di quelle che faccio. È una scelta che andrà fatta, non so se quest’anno, ma alle Olimpiadi sarò leggermente avvantaggiato, perché ci saranno solo tre gare, invece di cinque. Vediamo, ci sto pensando. Credo siano decisioni che si prendono piano, piano. Durante la stagione vedrò come starò e alla fine deciderò.
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