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Ivo Ferretti: 200 stile libero maschili, 1991 vs 2021

Quattro chiacchiere con Ivo Ferretti, il "tecnico della tecnica", analizzando l'evoluzione che ha avuto la gara dei 200 stile libero nel tempo.

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Nei giorni scorsi abbiamo potuto rivivere in compagnia di Giorgio Lamberti il suo oro australiano nei 200 stile libero. Sentirlo parlare della sua gara, di come l'ha vissuta, di come l'ha gestita, ci ha inevitabilmente portato a pensare a quanto questa gara si sia evoluta negli anni, sia per chi è dentro l'acqua che per chi sta a bordo vasca.

Insieme a Ivo Ferretti , responsabile dell’area biomeccanica della Federazione Italiana Nuoto e grande esperto della video analisi computerizzata della tecnica dei nostri atleti, abbiamo potuto fare un bel viaggio nel tempo attraverso i passaggi più significativi che hanno portato questa distanza di gara ad essere allenata, nuotata e gestita in modo diverso da come veniva fatto negli anni Novanta.

Ivo Ferretti:

All'epoca dividevamo i nuotatori in velocisti puri, velocisti resistenti, mezzofondisti veloci e mezzofondisti, ed è una suddivisione che, tutto sommato, riusciamo ad utilizzare anche ora, per gli atleti di oggi. Il grosso cambiamento che io noto, è che oggi i 200 stile sono più appannaggio dei velocisti resistenti anziché dei mezzofondisti veloci come era invece una volta. Ogni tanto capita di discutere di questa cosa anche ai corsi di formazione per gli allenatori: i 200 sono mezzofondo o sono velocità? Sicuramente ci siamo spostati verso la velocità, la velocità resistente più che sul mezzofondo veloce. Un tempo il lavoro principale del duecentista era il VO2max , perché ti consentiva ti avere, a livelli elevati, una buona commistione tra lattacido e aerobico. Adesso invece il lavoro principale è quello di tolleranza lattacida , quindi ci siamo spostati in un altro range: l'allenamento è finalizzato a tollerare la presenza dell'acido lattico, senza perdere la tecnica efficace e la velocità; da un punto di vista metabolico si va a lavorare su aspetti lattacidi che si avvicinano di più alla velocità che al mezzofondo. Per mantenere la velocità costante come faceva Lamberti, piuttosto che Thorpe o il nostro Detti , bisogna fare quello che una volta veniva definito il negative split o even split, cioè il passaggio dei primi 100 equivale al passaggio dei secondi 100, e se consideriamo 1,5 secondi per la partenza, effettivamente ci siamo. Se pensiamo alla gara disputata da Lamberti in Australia, ha fatto 52" nel primo 100 e 54" nel secondo. Attualmente assistiamo a passaggi sui 50" al primo 100 e 54" al secondo: è un'altra cosa, è completamente diverso. Poi bisogna comunque valutare il singolo atleta e contestualizzare. Per esempio non è un caso che Gabriele Detti, che fa i 200 stile sporadicamente, li faccia bene. Solitamente lui è dietro al primo passaggio e poi torna veloce: ma non perché lui accelera alla fine, semplicemente perché gli altri muoiono alla fine. È un atleta che arriva dai 400 e dagli 800, quindi fa un grande lavoro di VO2max in allenamento. La gara di Giorgio Lamberti, che gli è valsa l'oro mondiale, è stata sicuramente una gara più sulla tattica, all'epoca, e sulla tenuta, cioè chi riusciva a tenere fino alla fine. Oggi, per qualcuno è ancora così, è ancora su chi riesce a tenere fino alla fine o su chi riesce ad accelerare nell'ultimo 50. Ci sono atleti che passano in maniera suicida ai 100 e poi crollano: ricordo alcune gare di Chad Le Clos o Ryan Lochte in cui erano in testa per 150 metri e poi venivano superati nell'ultima frazione di gara. In questo caso la gara è gestita in maniera meno tattica, è più un "vediamo chi ce la fa fino alla fine".

[caption id="attachment_39923" align="aligncenter" width="714"] Roma 31st July 2009 - 13th Fina World Championships ..From 17th to 2nd August 2009..LOCHTE Ryan USA..Roma2009.com/InsideFoto/SeaSee.com[/caption]

Il passaggio, il cambiamento di come affrontare i 200 stile, lo ha segnato sicuramente l'epoca dei costumoni . E questo ha condizionato moltissimo il lavoro svolto da chi sta a bordo vasca. I costumoni hanno facilitato in maniera incredibile la subacquea , soprattutto il Jaked: era letteralmente un siluro come costume; tutto in poliuretano, facilitava lo scivolamento in maniera impressionante, il corpo del nuotatore era compattato. Se poi consideriamo la distanza di gara e prendiamo a riferimento i 15 metri concessi di subacquea, stiamo parlando di 60 metri fatti sotto acqua. All'epoca di Giorgio Lamberti non c'era la passata subacquea, dopo 5-6 metri si usciva, quindi si nuotavano molti metri in più rispetto ad oggi. Giorgio aveva 30 metri tra partenza e virate, il resto era tutto fuori, tutto nuotato, ecco perché doveva gestire di più le energie nella parte nuotata. Un nuotatore, attualmente, con i costumi che si usano oggi, anche se scivola di meno che con i costumoni, comunque fa almeno 10-12 metri sotto acqua, perciò la parte nuotata è ridotta. Oggi ci sono delle parti meno nuotate, la subacquea è più lunga, pensiamo a Phelps a Pechino che fece un'ultima subacquea di 15 metri completi per poi andare a vincere i 200 stile: all'epoca era ancora considerata una gara da mezzo fondista veloce, uno che poteva fare i 400 e i 200. Adesso la maggior parte degli atleti sono dei velocisti che prolungano la velocità fino ai 200.

[caption id="attachment_39924" align="aligncenter" width="1200"] Roma 27th July 2009 - 13th Fina World Championships From 17th to 2nd August 2009.Men's 200m Freestyle.Michael PHELPS (USA).photo: Roma2009.com/InsideFoto/SeaSee.com .Foto Andrea Staccioli Insidefoto[/caption]

La cosa eclatante è la distribuzione delle quattro parti di gara. Se valutiamo la cosa in vasca corta, la gara dei 200 per la parte nuotata si riduce ancora di più, conta meno la tenuta sulla parte di nuoto e conta di più la capacità di tenere la streamline nella subacquea, il colpo di gambe a delfino e la capacità di break-out, sono queste le cose che fanno la differenza, permettendo di superare dei record che erano stati fatti con quei costumoni. Quindi il costumone ha agevolato l'inserimento della subacquea e ha costretto chi stava a bordo vasca a ingegnarsi per allenarla, perché non è una cosa che a tutti riesce. Preparare un 200 oggi per la vasca corta, o prepararlo per la vasca lunga, sono praticamente due sport diversi. Alla ISL si sono visti risultati cronometrici veramente importanti, non credo però che si trasferiranno alla lunga con molta facilità. Le gare più critiche, più difficili dello stile libero, da preparare e da nuotare sono proprio i 200 e i 400. Perché adesso sono improntati alla velocità prolungata e non più al mezzofondo veloce, come si diceva una volta. Quindi bisogna tenere più a lungo possibile velocità molto elevate e ritmi infernali. Quando mi capita di vedere un 400 stile in cui alla fine il nuotatore si accorcia in maniera vistosa e viene superato da tanti, penso a quanto l'atleta sia in difficoltà e stia soffrendo.

Oggi, la maggior parte dei velocisti che fanno velocità prolungata, preparano i 200 come si fa nell'atletica: sostanzialmente, si parte dal 50, poi si val 75 e poi al 100, e così via fino ad arrivare ai 200, andando a monitorare sempre le frequenze e la velocità in modo che si mantengano sempre costanti. Paradossalmente però, non c'è una distribuzione di gara costante come quella che si prepara, perché partendo dalla velocità e lavorando quindi sulla tolleranza lattacida, succede che l'atleta parte più forte e ha bisogno di un momento, che generalmente è il terzo 50, in cui deve rallentare un attimo per poi dare tutto fino alla fine, nell'ultima frazione di gara. Se invece partiamo all'inverso, si ha bisogno soltanto di mantenere quella velocità costante, però non si riesce a passare molto forte, bisogna dosare il passaggio ai 100. Solitamente chi adotta quest'ultima strategia di gara, passa intorno al 50" o 51"; chi invece adotta la prima passa a 48" o 49". Siamo a livelli completamente diversi all'approccio alla gara. Chi nuota i 100 e i 200 tende a fare una preparazione orientata a prolungare la velocità fino ai 200. A mio avviso, ma è un parere personale, è un sistema valido, visti i tempi della gara: un 200 si aggira intorno all'1'45", sono meno di due minuti, quindi biologicamente è più una gara che deve essere affrontata con una tolleranza lattacida che non sul VO2max e la cosa che mi conforta su questa idea è che la maggior parte degli atleti che attualmente fa i 200 con buoni risultati arrivano prevalentemente dalla velocità.

Rispetto a quello che è la preparazione che c'è dietro la costruzione di un 200 stile, ci si concentra molto sul fatto che il corpo sia contenuto e controllato e riesca ad avere una penetrazione dell'acqua come quella che ci davano i costumoni, quindi parliamo di lavori sulla core stability, lavori posturali, etc. Non più solo forza bruta, perché il costumone falsava: la tenuta del corpo te la dava il costume, quindi ti dovevi solo preoccupare di mettere forza, non avevi bisogno di avere neanche una grande tecnica. I costumoni hanno alterato le prestazioni. Se vediamo questa cosa al femminile, Federica Pellegrini detiene il record dei 200 stile da Roma 2009, record fatto con il costumone e mai più eguagliato neanche da sé stessa. E stiamo parlando della regina di questa gara: lei è stata straordinaria, ma il costumone ha contribuito al risultato. Federica è riuscita ad essere in cima a tutte nei 200 stile e a restarci grazie al lavoro svolto insieme al suo allenatore Matteo Giunta , sulla tenuta posturale e di core stability e con questa preparazione è riuscita a colmare il gap che c'era con il costumone. È riuscita a riprodurre da sola quello che faceva il costumone. Ha sviluppato l'aspetto atletico in maniera importante .

[caption id="attachment_39925" align="aligncenter" width="1077"] Roma 29th July 2009 - 13th Fina World Championships ..From 17th to 2nd August 2009..200 m Freestyle women's ..Federica Pellegrini ITA Gold Medal and New W.R...photo: Roma2009.com/InsideFoto/SeaSee.com[/caption]

43rd Arena European Junior Swimming Championships FERRETTI Ivo
Roma 2009 Aquatics World Championships
Roma 2009 Aquatics World Championships
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