La delusione, i dubbi, il ritorno: Ryosuke Irie si racconta a Tokyo 2020
Sul sito del Comitato organizzatore una lunga intervista al dorsista giapponese che racconta come è riuscito a superare la tremenda delusione per le controprestazioni di Rio 2016
Sulla home page del Comitato organizzatore di Tokyo 2020 è stata pubblicata una lunga intervista a Ryosuke Irie, nella quale il 31enne dorsista di Osaka racconta il suo difficile quadriennio, la perdita e il recupero delle motivazioni.
"Onestamente, negli ultimi otto anni non ho fatto altro che lottare" racconta Irie che agli ultimi campionati nazionali ha conquistato il suo tredicesimo titolo consecutivo nei 200 dorso ma che, dopo i due argenti (200 e 4x100 mista) e il bronzo (100) di Londra 2012, a Rio aveva clamorosamente mancato il podio pur arrivando con i favori del pronostico: settimo nei 100, ottavo nei 200, quinto con la staffetta.
"Pensavo di avere fatto il mio tempo come atleta": la peggiore controprestazione della sua carriera, dalla quale non riusciva a risollevarsi. "Dopo Rio volevo immediatamente ritirarmi, ma avevo dei sentimenti contrastanti, così ho deciso di ricominciare da zero e trasferirmi negli Stati Uniti", precisamente presso la North Carolina University.
La tipologia di allenamento statunitense che, a differenza di quella giapponese interamente svolta in acqua, prevede molto lavoro in palestra e altre attività ricreative, unitamente alla mentalità positiva tipicamente americana, ha aiutato Irie a sviluppare un atteggiamento più rilassato nei confronti della vita e dello sport.
"Vedevo il nuoto da una nuova prospettiva e ho stretto amicizia con tantissimi atleti. Ora, quando gareggio a un meeting internazionale, li cerco e sono felice di rivederli.
Questo nuovo atteggiamento lo ha naturalmente motivato a qualificarsi per i Giochi di Tokyo: essendo stato uno dei testimonial della campagna per la candidatura, ricorda bene il momento in cui la capitale giapponese fu scelta. "Centinaia di persone hanno lavorato per questo risultato. Avevo sempre visto le Olimpiadi dal punto di vista dell'atleta, il lavoro con il Comitato mi ha fatto conoscere ed apprezzare l'enorme lavoro che si svolge dietro le quinte, e per me allora 23enne è stata una grande lezione".
Nel momento in cui ha deciso di correre per i suoi terzi Giochi, tutte le incertezze sono scomparse. "Mi sono reso conto che amo ancora profondamente il nuoto e voglio raggiungere altri grandi risultati. Sono queste le motivazioni che mi spingono".
Leggi l'intervista completa [ENG]
Ph. © G.Scala/Deepbluemedia
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