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Lockdown, parla Matteo Giunta: "sembra un film. Olimpiadi? Un punto da cui ripartire"

Come vive un allenatore questo periodo di sospensione e di incertezza del proprio futuro sportivo? Il punto di vista del tecnico federale e responsabile del Centro di Verona.

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Una guerra. E proprio come in guerra ogni sera facciamo il bollettino. Sale il numero di contagi in Italia, ma anche nel mondo: il Coronavirus si sta rivelando un nemico sempre più potente e noi possiamo combatterlo solo fermandoci e bloccando tutto. Anche lo sport si è fermato e con lui i suoi campioni, tutti alla conquista di un biglietto che li avrebbe condotti a Tokyo . "Onestamente non ho ancora realizzato. Sembra un film che preannuncia qualcosa di apocalittico, un virus nell'aria, le strade deserte. É surreale" ci racconta Matteo Giunta .

Un regista non avrebbe saputo scrivere una sceneggiatura migliore. Nessuno riesce a crederci, nessuno riesce a pianificare una stagione agonistica, perché al momento nulla sembra andare secondo i piani. " Purtroppo questa situazione ha stravolto quanto avevo programmato. Eravamo tutti pronti, i ragazzi in fervida attesa, nell'aria c'era quella tipica tensione positiva che anticipa i Campionati nazionali, quest'anno utili per la qualificazione olimpica. Quando sono stati annullati, tutti i castelli sono crollati. Al momento è difficile rimanere concentrati, ma stiamo facendo del nostro meglio per riuscirci". Non solo i Giochi olimpici, ma anche anche i Campionati Europei di Budapest in programma a metà maggio sono un punto di domanda e " si fa fatica a gareggiare anche all'ester o" rivela il tecnico. " Ho contattato qualche meeting europeo, ma visti gli ultimi sviluppi non ci sono possibilità. Non attenermi al programma mi crea delle difficoltà non indifferenti, ad esempio questo sarebbe stato il periodo di preparazione agli assoluti e dopo la manifestazione avevo stabilito una settimana di pausa.  Successivamente avremmo ripreso la preparazione con serenità, magari con il pass olimpico già conquistato. Adesso si vive nell'incertezza, infatti annullati i Campionati italiani aspetto di sapere quali saranno i criteri di selezione per Tokyo 2020. Sono consapevole di quanto sia difficile anche questo aspetto per il Direttore tecnico. Ho bisogno di tornare alla normalità il prima possibile, per riconcentrarmi e per far si che tutto il gruppo si rimetta sulla strada giusta ". Magari quella verso il Giappone.

A proposito di Olimpiadi, lui continua a lavorare come se queste ci fossero, perché ad oggi il Il CIO non si è ancora espresso: " Nella mia testa penso si facciano . Stiamo vivendo un periodo delicato, che ha rimesso in discussione tutto, ma continuiamo a tirare avanti e lavorare ". Ciò che è indeterminato fa male, non conoscere il proprio destino è angosciante, perché tutto sembra cambiare da un momento all'altro. Questo ci ha insegnato il virus: " Abbiamo vissuto questi ultimi giorni nel limbo. la situazione è andata pian piano peggiorando . In un primo momento gli assoluti parevano confermati, in seguito era stato preso in considerazione lo svolgimento a porte chiuse, fin quando sono stati cancellati definitivamente. Anche a porte chiuse sarebbe stato un po' anacronistico, una manifestazione senza pubblico quasi come una prova a temp o".

E adesso come si lavora? Si rispetteranno i programmi, per quanto possibile: " Settimana prossima farò una prova a tempo, giusto per avere un feedback dai ragazzi. Non saranno test super veritieri ed oggettivi, ma in assenza dei Campionati italiani, questo è ciò che mi permette di tirare delle conclusioni. Spero che a maggio si decida per le Olimpiadi" . Che i cinque cerchi siano un simbolo di ripresa e di rinascita? Secondo Matteo si. " Mi auguro che siano un punto da cui ripartire, sia nello sport, ma anche nella vita. Se ci sono le giuste condizioni, ovviamente, perché al primo posto c'è la salute. E senza salute tutto il resto viene a mancare".

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