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Martina Rita Caramignoli per il settore paralimpico delle Fiamme Oro: Ho risposto "Mi ci tuffo!"

Martina Rita Caramignoli, dopo aver salutato il mondo delle competizioni, ha intrapreso un percorso importante all’interno del mondo del nuoto. Seguirà e sarà di supporto al settore femminile della Squadra Paralimpica delle Fiamme Oro.

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Martina Rita Caramignoli , dopo aver salutato il mondo delle competizioni, ha intrapreso un percorso importante all’interno del mondo del nuoto.

Seguirà e sarà di supporto al settore femminile della Squadra Paralimpica delle Fiamme Oro.

Una nuova esperienza, che Martina affronta con l’entusiasmo e il sorriso che l’hanno sempre contraddistinta.

Anche in questo contesto emerge il suo essere atleta: umiltà, spirito di sacrificio e cercare di imparare più cose possibili per poter svolgere il suo compito al meglio.

Devo ringraziare Luca Piscopo, che mi ha dato il tormento per non farmi scegliere l’ufficio. Continuava a dirmi che ero sprecata dietro una scrivania, che il mio essere stata atleta mi poteva portare altrove, che il mio temperamento e la mia passione per il nuoto andava messo a frutto.

Mi sono fidata di lui e mi ha fatto questa bellissima proposta; alla domanda “Sei pronta?” Gli ho risposto “Mi ci tuffo!”.

Sono felice: avevo bisogno di un cambio e questa cosa è arrivata al momento giusto. Pur essendo sempre nuoto, l’ambiente paralimpico è comunque diverso. Già c’è Germano che per cinque anni mi ha allenato dividendosi con me tra vita privata e vasca; se adesso diventavamo in due a vivere il bordo vasca FIN la cosa diventava totalizzante e non lo volevo.

Cosa ti ha colpito di più in questa fase iniziale?

L’idea di affiancare le atlete della settore paralimpico mi è piaciuta da subito: ho la possibilità di mettere a loro disposizione la mia esperienza di atleta e allo stesso tempo è per me un’opportunità per imparare cose nuove.

Ho detto a Luca che mi ci sarei tuffata con tutta me stessa e così sarà!

Ho avuto la possibilità di iniziare durante il Sette Colli di quest’anno e l’entusiasmo è a mille.

Devo dire che la cosa che mi ha colpito di più è l’atteggiamento di questi atleti: non si lamentano mai, sono sempre sorridenti e sempre pronti a faticare. L’autoironia sulla loro disabilità, la capacità di affrontare le difficoltà: penso che possano insegnare tanto.

Ho conosciuto anche, Riccardo Vernole, perché le atlete che seguo fanno parte della Nazionale FINP e ci siamo sintonizzati subito.

C’è qualcosa che ti spaventa di questa nuova esperienza?

In realtà nulla. Ho avuto per anni con mio nonno in casa che era non vedente, pertanto ho avuto qualche occasione di confrontarmi con la disabilità. In questo momento non mi spaventa nulla. Sono pronta a tutto.

E per quanto riguarda il tuo percorso formativo come tecnico?

Proprio perché voglio dare il massimo mi sono attivata anche su questo fronte: brevetto istruttore, a seguire quello di allenatore e allenatore FINP. È stato emozionante anche da questo punto di vista: un conto è fare l’atleta, un conto è essere dall’altra parte. Mi chiedevo se ero in grado, mi sentivo emozionata e anche un pò impacciata.

Ho anche il supporto di Germano, lui mi aiuta, mi da dei consigli, mi sento fortunata anche da questo punto di vista.

Stai vivendo il tuo essere parte della Polizia di Stato in un modo diverso, nuovo.

Sì, assolutamente. La Polizia con me è sempre stata straordinaria: anche quando ho smesso la mia attività di atleta non mi hanno fatto pressioni perché mi reinserissi rapidamente: hanno voluto che mi prendessi del tempo per riflettere e capire cosa volessi fare. Dopo aver passato una vita a nuotare effettivamente sei un pò spaesato nel reinventarti. Da parte loro ho avuto tanto supporto, comprensione e incoraggiamento. Non è una cosa scontata, ma è bellissima.

Il mondo dello sport per le persone disabili è in grande crescita e credo di poter avere un importante percorso di crescita personale, anche da un punto di vista umano, non solo sportivo.

E poi c’è da dire che sono atleti veramente forti.

Come ti hanno accolto le atlete?

Sono state meravigliose: erano molto felici e mi hanno subito fatto sentire parte del gruppo. A volte sono loro a essermi di aiuto e a togliermi dall’impaccio delle situazioni nuove. Mi fanno sentire di supporto, di aiuto e mi trasmettono la loro positività.

La tua non è una scelta così scontata: inserirsi in un settore come questo è una bella sfida.

Credo sia un qualcosa che deve arrivare da dentro. Non lo puoi improvvisare e inventare. Germano mi ha incoraggiato molto e mi ha aiutato a tirare fuori il meglio di me in questo contesto. Io penso di aver tanto da imparare da questi ragazzi: hanno una forza di volontà senza eguali.

Questo articolo era stato erroneamente pubblicato in forma incompleta la scorsa settimana. Ce ne scusiamo con l'autrice e con tutti gli interessati -la Redazione

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