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Paolo Barelli: "I risultati della nazionale italiana? Valgono il doppio"

Il punto del Presidente della Federnuoto Paolo Barelli, al termine di un Trofeo Sette Colli spettacolare, a dieci anni dal Campionato Mondiale di Roma 2009.

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Cala il sipario sullo Stadio del Nuoto di Roma. Durante l'ultima giornata del Trofeo Sette Colli , abbiamo incontrato  il Presidente della Federazione Italiana Nuoto, Paolo Barelli, che ha fatto il punto sullo stato di salute del nuoto azzurro, in vista del momento principale della stagione.

Buonasera Presidente, grazie per il tempo che ci dedica. Come valuta lo stato di salute del nuoto italiano, a poche settimane dai Mondiali e a un anno dalle Olimpiadi?

Competere a livello mondiale nel nuoto è sempre difficile: le nostre società e i nostri tecnici fanno miracoli. Si nuota in situazioni sfavorevoli, in rapporto a quanto accade in tutti gli altri paesi d’ Europa e del mondo. Pertanto, i nostri risultati valgono il doppio e mi auguro che tutti i talenti che abbiamo a disposizione possano migliorare e crescere ulteriormente, fino ad arrivare ad occupare posizioni di prestigio.

Raramente, e con tutte le scaramanzie del caso, l’Italia può schierare ai blocchetti così tanti atleti competitivi ad alto livello. Come spiega questa fioritura di talenti in un momento in generale non facile per il paese e per lo sport italiano?

Grazie al nostro sistema italiano, molto nostrano e caratterizzato da un buono spirito di emulazione, quando abbiamo a disposizione qualche talento riusciamo a dargli tutti gli stimoli necessari affinché duri il più possibile, attraverso il progetto Squadre Nazionali. Tuttavia ricordo che i nostri ragazzi competono contro realtà e paesi che investono molto denaro grazie a scuola, università ed enti locali. Da noi non accade: i comuni danno in gestione la piscina al migliore offerente e nelle logiche commerciali di gestione non c’è sicuramente spazio per l’agonismo: un problema che dovrà essere affrontato dalla politica. Il sistema nuoto Italia è comunque un grande esempio per il Paese. Quanto durerà? Non lo so. Siamo prudenti sui risultati: gli altri non dormono e hanno una potenza di fuoco crescente in termini di campioni.

Come riesce a conciliare l’impegno istituzionale nella politica e nello sport? E come ritiene che l’uno influenzi l’altro?

È sempre molto complicato gestire il doppio impegno nel migliore dei modi. Del resto la mia vita è sempre stata molto complicata, perciò quasi non me ne accorgo nemmeno. Sicuramente è dura, fermo restando che la Federazione viaggia su solidi pilastri che sono i comitati regionali, i club e la struttura centrale. C’è un rapporto di grande sinergia.

Che giudizio dà sul modo in cui l’informazione si occupa del nostro sport?

Il nuoto viene seguito molto nei momenti topici, durante i Campionati Mondiali, Europei o le Olimpiadi. Certamente alcuni personaggi che sono diventati grandi grazie ai loro successi -Federica Pellegrini, Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti, Tania Cagnotto, Settebello e Setterosa- hanno un ottimo riscontro mediatico. Durante i momenti di pausa invece si soffre, ma è normale, funziona così, questo è il giornalismo sportivo italiano. Tuttavia noi andiamo sempre avanti e cerchiamo di fare le cose bene, come abbiamo sempre fatto.

Possiamo chiederle un saluto per i lettori e i follower di Nuoto•com?

Certamente, faccio un saluto a tutti i vostri seguaci e lettori. Mi raccomando, leggete, smanettate per bene e curiosate all’interno del sito di questa testata. E, soprattutto, viva il nuoto!

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