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Roberto Del Bianco: “Imparare significa adattarsi e adeguarsi continuamente”

Perchè è importante imparare e aggiornarsi? Quanto conta la formazione di un tecnico? Diamo la parola a Roberto Del Bianco, Consigliere Federale Responsabile Settore Nuoto e Settore Istruzione Tecnica

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La spedizione azzurra a Gwangju è alle porte. Come si evince dalle convocazioni del Direttore Tecnico della nazionale italiana , Cesare Butini , saranno schierati ai blocchetti di partenza atleti di altissimo livello. Una squadra che ha tanto da difendere, impreziosita da giovani emergenti che scalpitano alla ricerca di un posto tra i migliori al mondo. Il nuoto italiano è in crescita: dopo la piccola contrazione a cavallo della trentesima edizione dei Giochi olimpici, c’è stata una ripresa sensazionale, tanto che Londra è oramai solo un ricordo. Il nuoto italiano è m eraviglioso e, a tal proposito, abbiamo incontrato Roberto Del Bianco, Consigliere Federale Responsabile Settore Nuoto e Settore Istruzione Tecnica, che ci spiega le motivazioni che hanno determinato tale crescita e si concentra sulla figura dell’allenatore.

Il nuoto italiano è cresciuto esponenzialmente negli ultimi trent’anni. Quali sono secondo lei le motivazioni?

In primo luogo, dobbiamo constatare che alla base di tutto c’è la Federazione Italiana Nuoto che si è evoluta e ha una struttura operativa, organizzativa e direttiva di valore e che ha permesso a questo sport di svilupparsi nel migliore dei modi. Accanto ad essa, farei un’analisi psico-sociale: c’è stato un incremento della cultura generale e una maggiore ricerca del benessere che ha fatto sì che lo sport (in questo caso specifico, la piscina o la palestra) diventassero bisogni primari. Un tempo non era così, l’Italia era più indietro e li concepiva come secondari, accessori. Oltre ad un progresso culturale, è importante sottolineare anche il ruolo dell’ istruzione e della formazione : oggi lo studio è alla portata di tutti rispetto a trent’anni fa, c’è una consapevolezza maggiore circa l’educazione motoria e i nostri tecnici hanno tutti gli elementi per formarsi nel migliore dei modi. Metterei in risalto il supporto determinante del Centro Studi e Ricerca , nato con il Dottor Marco Bonifazi , che ha impostato il Settore, l’analisi e lo studio. Essendo il ruolo della formazione evoluto nel corso degli anni, si avverte il crescente bisogno di approfondire, fare ricerche e di applicare i risultati sul campo. Nel momento del grande sviluppo, il Centro Studi e Ricerche è stato fondamentale, poiché tutte le conclusioni emerse sono state traslate sia nelle aule, sia sul piano vasca, con un grande lavoro in sinergia con il Settore Istruzione Tecnica per divulgarle e renderle fruibili. Sono tutti fattori che hanno influito notevolmente sulla crescita del nuoto italiano. Significativo nella stabilizzazione di alcuni elementi, anche l’intervento Lorenzo Marugo , il medico della squadra azzurra, la cui presenza, la continua voglia di aggiornarsi, l’estrema curiosità e i feedback ha dato un ulteriore contributo e stimolo.

In cosa ritiene che gli allenatori italiani siano superiori ai colleghi stranieri? E dove possono invece migliorare?

Il punto di forza dei nostri tecnici risiede proprio nell’essere italiani. La creatività, l’estro che li caratterizza è inimitabile. Tutto nasce dalla curiosità che si trasforma in interesse e che li induce a informarsi, imparare e applicare quanto appreso, senza tralasciare l’applicazione sul campo. Il sistema italiano, per assurdo, è imperfetto, poco strutturato e rispettato. Lo sport è una questione privata: nelle scuole si da poco spazio sia ad esso, che all’educazione motoria, di conseguenza le attività sono sviluppate da club e società sportive. Gli allenatori si ritrovano tra le mani una base con abilità primarie e capacità coordinative molto modeste, pertanto devono lavorare per portare essa alla sua massima espressione: è molto difficile. Inoltre, è bene precisare che i nostri allenatori hanno alle spalle un percorso di studio ben preciso, determinato e validato. Il SIT, con il supporto del Centro Studi e Ricerca, ha l’obiettivo di rinnovo continuo: abbiamo aggiornato i programmi e piani di studio più volte. Dopo gli anni Duemila, il SIT ha avuto un’ulteriore svolta, puntando su una pedagogia attuale, adeguando contenuti, obiettivi e procedure di comunicazione didattica e valutazione. Il gruppo docenti si incontra sempre e si aggiorna per rimanere al passo con il contesto dinamico, che evolve continuamente. In questo modo si da la possibilità ai nostri tecnici di formarsi al meglio. Imparare significa adattarsi e adeguarsi. Un altro elemento da sottolineare e che da valore ai nostri allenatori è il loro regolare aggiornamento: in quattro anni hanno dei crediti da raggiungere e tutti devono ottenerli, che siano tecnici di vertice o meno, non fa differenza. Cosa dobbiamo imparare dall’estero? Tutto , così come l’estero ha tutto da imparare da noi . Dobbiamo avere gli occhi ben aperti su ciò che accade in giro per il mondo, così come sul nostro territorio. In questo modo cade quel senso di esterofilia, un tempo molto forte. Possiamo riscontrare delle differenze nell’atteggiamento, la leadership o il rapporto con gli atleti, ma la nostra forza è un’intelligenza emotiva significativa.

Quanto ha influito in questa crescita la preparazione dei tecnici?

Ritengo in particolar modo rilevante lo sviluppo socioculturale, tecnico e metodologico dell’ambiente. Se noi forniamo ai tecnici una base con caratteristiche peculiari e di valore, questi hanno già un buon punto di partenza su cui lavorare. Pertanto, in conclusione, posso affermare che la formazione influisce, ma perché a sua volta è determinata da altri fattori.

Quali sono stati a suo avviso gli allenatori più importanti nella storia del nuoto italiano? O ai quali si ritiene comunque più legato?

È una domanda molto difficile, che comporta una risposta sincretica, globale. Per quanto mi riguarda, posso dire che ero molto legato a Alberto Castagnetti , sia alla persona, che alle sue capacità tecniche, ma non so se questo significa che sia stato il migliore in assoluto. Posso dire che sicuramente è stato uno dei giù grandi, stimato da molti. Vi sono allenatori che hanno tanti risultati e altri no, ma le ragioni sono molteplici: bacino di utenza, condizioni socio-ambientali, il vivaio che la società consente, mezzi e strutture a disposizione e la politica tecnico economica della dirigenza. Quindi, ci sono società che hanno sempre risultati perché consentono ai vari allenatori di lavorare con grandi atleti, mezzi di qualità, in uno spazio acqua adeguato. Bisogna, inoltre, fare una precisazione: se per migliore ci riferiamo alle vittorie, è sufficiente guardare il palmares, ma è diverso ragionare di titoli, piuttosto che di bravura e di capacità di un tecnico. Selezionare il numero uno in assoluto è ostico: ho conosciuto diverse generazioni: Zabberoni, Musner, Baccini, Patorno, Dennerlein, Brunelleschi, Saini e tanti altri . Non posso eleggere il migliore. Sicuramente tutti i tecnici federali hanno delle ottime capacità, ma non mi sento in grado di fare una classifica tra di loro.

Che giudizio dà sul modo in cui l’informazione si occupa del nostro sport?

Il mondo dell’informazione tratta il nuoto con la passione. Chi non ha passione lo tratta male. Facciamo un passo avanti, si dice che il calcio abbia monopolizzato il panorama editoriale sportivo italiano: ma si parla solo di calcio perché la gente vuole leggere di calcio o si legge solo di calcio perché si scrive solo di calcio? Per quanto mi riguarda, io dico: i frequentatori non occasionali di piscine sono cinque milioni e mezzo. Ognuno di loro ha parenti e molti di questi si interessano di nuoto. Ma quanti sarebbero disposti a leggere di più a tal proposito? Il nuoto parte da un’attività sociale e non sportiva, ma quando passa da essere pura educazione motoria a sport vero e proprio, si affacciano ad esso anche i giornalisti e gli appassionati. I media e i mezzi di informazioni si muovono bene solo a ridosso dei grandi eventi, poi si fa davvero fatica, per ora.

Possiamo chiederle un saluto per i lettori e i follower di Nuoto•com?

Ho vissuto Nuotopuntoit negli anni della sua massima fioritura e come tutti, dico che era un grande riferimento per chiunque fosse intorno all’acqua. Questo progetto di miglioramento, crescita e amplificazione che ha portato alla nascita di Nuotopuntocom mi fa solo piacere. Sarà un’informazione qualificante e mirata circa il nostro ambito. È l’informazione che mancava, e penso di riportare il parere di tutti.

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