#SayPeriod: nuotatrici e ciclo mestruale. L'iniziativa di Hannah Miley
Nonostante il ciclo mestruale sia un evento naturale e fisiologico per una donna in età fertile, ancora oggi, risulta essere un tema delicato e non privo di numerosi eufemismi
L’ex nuotatrice britannica Hannah Miley , insieme a un gruppo di 50 atlete d’ élite , hanno preso parte ad una campagna di sensibilizzazione contro ogni forma di stereotipo e di pregiudizio sul ciclo mestruale.
La campagna #SayPeriod avviata dalla ex canottiera Baz Maffat , specializzata in benessere e fitness femminile, è iniziata a fine estate dopo che un gruppo di atlete hanno raccontato le loro difficoltà legate al ciclo mestruale.
Hannah racconta la sua esperienza da donna atleta: le mestruazioni, fin dalla loro prima comparsa, hanno avuto un grande impatto sia per quanto riguarda gli allenamenti che le gare. Questo fu visto come un problema da risolvere. L’unica soluzione propostale fu la somministrazione di farmaci ormonali, attraverso i quali avrebbe avuto il pieno controllo del suo ciclo. Quello che dava e ancora dà fastidio ad Hannah è il fatto che la sua femminilità veniva vista come un problema da “aggiustare e controllare”.
C’è bisogno di più informazione sia per gli atleti che per gli allenatori. Sport e mestruazioni, infatti, sono compatibili fra di loro e l’uno non esclude l’altro. Lo sport, contrariamente a quanto si possa pensare, fa bene alla donna in qualsiasi fase del ciclo; il quale deve essere visto come un’opportunità che ci permette di periodizzare le sedute di allenamento seguendo le fasi ormonali e non come un ostacolo da superare. Alcuni sport, inoltre, se praticati durante la fase mestruale e premestruale possono alleviarne i sintomi.
Le ragazze dovrebbero potersi sentire a loro agio e parlarne liberamente con tutti, anche con gli uomini, con cui spesse volte ci si trova in una situazione di impaccio.
Parlarne senza pregiudizi, senza eufemismi, senza nascondersi e provarne imbarazzo è l’obiettivo che si propone la campagna guidata dallo slogan Call it what it is.
Foto ©deepbluemedia
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