Tatjana Schoenmaker sognava una carriera nel netball prima del nuoto.
L'ex collega di specialità e connazionale Penelope Heynes aveva previsto tutto tre mesi prima dei Giochi Olimpici.
Seguono alcuni interessanti passaggi dell'intervista di Forbes Africa alla 24enne sudafricana Tatjana Schoenmaker, campionessa olimpica e primatista del mondo dei 200 rana ai Giochi di Tokyo, probabilmente una delle finali femminili più belle delle Olimpiadi. A fondo pagina riportiamo le dichiarazioni della grande ranista Penelope Heynes che tre mesi prima dei Giochi Olimpici di Tokyo aveva previsto i successi della sua connazionale ed ex collega di specialità.
La gestione della finale olimpica dei 200 rana di Tatjana Schoenmaker
50 | 31.64 |
100 | 1.07.06 (35.42) |
150 | 1.42.48 (35.42) |
200 | 2.18.95 (36.47) |
Podio 200 rana - Giochi di Tokyo 2020
1) SCHOENMAKER Tatjana RSA 2:18.95 WR, OR
2) KING Lilly USA 2:19.92
3) LAZOR Annie USA 2:20.84
Estratto dall'intervista - Forbes Africa ( Nick Said)
“Ho fatto molti altri sport alle elementari. Mi piaceva l'hockey, il netball e l'atletica, a quell'età penso che la spinta per il nuoto provenisse da parte dei miei genitori. Hanno visto che avevo talento. In realtà ero contraria all'inizio, ma quando mi sono trasferita alla Tuks Sport High School ed ho dedicato più tempo al nuoto iniziando a migliorare ho capito di essere brava in questo sport.
Non era certo una passione per me, decisamente no. Amavo il netball e la mia mente era così concentrata sul fatto che volevo praticare quello sport che non mi piaceva nuotare. Ma a 14 anni non sai davvero cosa è meglio per te. Ecco perché il sostegno dei miei genitori è stato fondamentale. Credevano nel mio talento e anche Rocco [il tecnico Rocco Meiring] credeva che potessi fare bene. Ho dovuto fidarmi del loro giudizio, anche se ho discusso molte volte con loro. Pensavo di sapere tutto. Sono così grata a tutti loro per avermi spinto fuori dalla mia zona di comfort e da quello che ritenevo fosse meglio per me.
“La quantità di ore da dedicare al nuoto lo rende una disciplina molto difficile. Molti giovani nuotatori mostrano un potenziale incredibile all'inizio, ma poi si perdono perché il lavoro che occorre fare è impegnativo. Adesso incoraggio i giovani nuotatori e dico loro che devono andare avanti.
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LAZOR Annie USA, KING Lilly USA, SCHOENMAKER Tatjana RSA, CORBETT Kaylene RSA
200m Breaststroke Women Final - Tokyo 2020 Olympic Games
Photo Giorgio Scala / Deepbluemedia / Insidefoto[/caption]
La Scheonemaker riconosce di essere stata fortunata a poter frequentare la Tuks Sport High School , una scuola in cui lo sport viene conciliato con lo studio e dove gli insegnanti aiutano gli atleti nell'integrazione dell'attività sportiva con quella scolastica, nel 2012 la consapevolezza di poter fare qualcosa di importante nel nuoto.
“Iniziavamo la scuola più tardi al mattino in base all'impegno con il nuoto. Sono stata molto fortunata. Mi sentivo in grado di gestire entrambi gli impegni, non sentivo la pressione per lo studio ed i compiti. Era il 2012 quando sono entrata a far parte della scuola, era l'anno delle Olimpiadi di Londra e ricordo di averle viste dall'ostello. Vedere Chad [Le Clos] battere Michael Phelps è stato incredibile, primo perchè era sudafricano e secondo perchè anche io stavo facendo lo stesso percorso come nuotatrice professionista. Sono passato da tre volte a settimana a 10 o 11 sessioni a settimana, quindi ho pensato, 'la mia vita è diventata il nuoto, quindi posso farlo anche io'".
Schoenmaker dice di amare la routine e di allenarsi ancora oggi in modo simile a come faceva prima.
“Il mio allenamento rimane sempre coerente, cambia un po', ma mi piace la costanza e i miei programmi sono sostanzialmente le stesse cose di sempre. Sono circa otto sedute di allenamento in acqua e due o tre sedute in palestra [a settimana]. Abbiamo il doppio allenamento in acqua il lunedì, il mercoledì e il venerdì, e la seduta unica in acqua con la palestra il martedì e il giovedì, e poi solo acqua il sabato. La domenica si riposa".
Riconosce che l'anno in più di allenamento offerto dal rinvio dei Giochi di Tokyo, causato dalla pandemia di Covid-19, ha aumentato le sue possibilità di medaglia.
“Mancavano sei mesi ai Giochi nel 2020. Era il mese di gennaio [2020], prima che iniziassero i lockdown per il Covid-19. Ero emozionata, ma spaventata, nervosa. Ho pensato tra me e me, "se solo avessi un anno in più per prepararmi davvero". E poi è successo. La seconda volta, quando mancavano sei mesi [a gennaio 2021], è stata una grande emozione. Ho avuto quell'anno in più.
Leggi l'intervista integrale - Forbes Africa
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SCHOENMAKER Tatjana RSA WR Gold Medal
200m Breaststroke Women Final Tokyo2020 Olympic Games
Photo Giorgio Scala / Deepbluemedia / Insidefoto[/caption]
La prossima gara obbiettivo della fuoriclasse sudafricana saranno i Giochi del Commonwealth di luglio di quest'anno a Birmingham.
Penelope “ Penny ” Heyns aveva previsto tutto (Aprile 2021)
L’icona del nuoto sudafricano Penelope “ Penny ” Heyns , campionessa olimpica dei 100 e 200 rana ad Atlanta 1996 , unica nuotatrice nella storia della specialità a bissare il titolo olimpico nella medesima edizione, 14 primati mondiali in carriera e ultima nuotatrice sudafricana ad aver vinto una medaglia ai Giochi olimpici, 22 anni fa ai Giochi di Sydney del 2000 dove ottenne la medaglia di bronzo nei 200 metri, crede che Tatjana Schoenmaker (23) possa interrompere questo lungo digiuno olimpico del nuoto femminile del Sudafrica.
Ecco un estratto delle dichiarazioni.
“Sono impressionata dalle recenti prestazioni di Tatjana. Penso che abbia reali possibilità di vincere una medaglia ai Giochi. L’unica domanda a cui non posso dare una risposta è di quale colore sarà la medaglia. Per me è piuttosto emozionante sapere che è anche una ranista.”
“Quello che mi colpisce di Tatjana è che sembra che non sia in gara per confrontarsi con gli altri, ma che la sua unica intenzione sia nuotare al meglio delle sue capacità. Questo è l’atteggiamento giusto. La chiave del successo quando si gareggia ai massimi livelli è controllare il controllabile. Se inizi a voler gareggiare con qualcun altro c’è sempre il pericolo di essere distratto. L’unica cosa che puoi controllare è ciò che fai nella tua corsia”.
“I 100 metri sono sempre stati la mia distanza principale. Tuttavia, quando mi stavo allenando per i 100 metri ho anche impostato poi tutti i miei 200 metri. Ripetevo il passo gara sui 50 metri pensando di allenare i 100 metri. Quando ho gareggiato nei 200 metri per me era come se stessi nuotando 4×50 metri. Quindi qual è stato il problema? Sono riuscita a riportare l’allenamento fatto per i 100 fino ai 200.
Spero che Tatjana rovini la ‘festa americana’ perché sembrano certi che il titolo nella rana sia loro”.
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