Di Giorgio, le motivazioni della squalifica: prodotto contaminato. Capizzi: urge una riflessione
"Nella carriera di qualsiasi atleta una squalifica per doping rappresenta un’onta vergognosa, una lettera scarlatta che resta per sempre, un asterisco scritto al fianco del cognome nelle classifiche mondiali"
Il Tribunale Nazionale Antidoping ha reso note le motivazioni della sentenza in merito alla squalifica di 8 mesi per doping del nuotatore azzurro Alex Di Giorgio. L'atleta non voleva doparsi, la sostanza rinvenuta ha una concentrazione definita “minima e irrisoria”, l’integratore utilizzato era contaminato. Ma poiché per il Codice Antidoping “ all’Atleta è richiesto di tenere un comportamento di attenzione e controllo nell’assunzione degli integratori consentiti ” la squalifica è arrivata, seppure lieve.
Sulla vicenda, che solleva diverse perplessità, segnaliamo il commento di Lia Capizzi di Sky Sport:
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Capizzi Lia
Photo D.Montano/Deepbluemedia/Inside[/caption]
Quindi, nella vicenda di Alex Di Giorgio non siamo di fronte ad un caso di mero doping ma ci troviamo davanti ad una squalifica in base alle regole del codice antidoping. Urge una riflessione, a maggior ragione perché nella carriera di qualsiasi atleta una squalifica per doping rappresenta un’onta vergognosa, una lettera scarlatta che resta per sempre, un asterisco scritto al fianco del cognome nelle classifiche mondiali. La questione interessa tutti: d’ora in poi qualsiasi atleta dovrà far analizzare l’integratore che intende utilizzare, anche se risulta lecito?
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