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WADA rivaluta il concetto di "quantità minima" e " fonte contaminata"

Allo studio per l'1 gennaio 2027. Modifica necessaria per distinguere meglio tra casi di dolo e situazioni di contaminazione non intenzionale.

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L'Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) sta valutando l'integrazione di alcune sostanziali modifiche al codice antidoping a partire dal 1° gennaio 2027. Tra le novità principali, vi sarà l'introduzione di un elenco di quantità minime di sostanze vietate, al di sotto delle quali non scatterebbero procedimenti disciplinari per gli atleti. Inoltre, il concetto di "fonte contaminata" sostituirà quello di "prodotto contaminato". Questa nuova definizione, più ampia, include possibili contaminazioni derivanti da cibo, bevande, esposizione ambientale o contatto con terze persone o oggetti contaminati. 

Queste modifiche, sollevate dai recenti casi di "positività" dei tennisti Jannik Sinner e la polacca Iga Swiatek, rispettivamente numero 1 e 2 del mondo, dal caso dei 23 nuotatori cinesi trovati positivi nel 2021 e da altre numerose casistiche degli scorsi anni,  mirano a rendere più equa la valutazione dei casi di doping, soprattutto in situazioni in cui le sostanze vietate siano presenti in quantità infinitesimali o introdotte in maniera accidentale. La WADA sottolinea che il nuovo approccio intende distinguere meglio tra casi di dolo e situazioni di contaminazione non intenzionale, garantendo una maggiore tutela agli atleti coinvolti.

Il direttore generale della Wada, Olivier Niggli a “L’Equipe”: “L'Agenzia mondiale antidoping è pronta a tendere la mano sulla questione del numero sempre più frequente di segnalazioni doping dovute a quantità minime e irrilevanti di sostanze”.

Forse sarebbe necessario anche rivalutare e ri-concettualizzare la portata della squalifica “whereabouts failure”, la violazione WADA dell'articolo 2.4 del Codice, sempre più frequente fra gli atleti, che viene attribuita in caso di triplice inadempienza, nel corso di 12 mesi, per quanto riguarda la mancata o non corretta comunicazione e/o il farsi trovare dai commissari WADA nel luogo e nell’orario indicato.

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