In arrivo la riforma Spadafora, rivoluzione in vista
Limite di mandati per i dirigenti e nuovo ruolo del CONI
Emergono le prime indiscrezioni sulla legge di riforma del sistema sportivo voluta dal ministro Vincenzo Spadafora:
- limite di due mandati per la presidenza del CONI e tre per le Federazioni, che significa non rivedere più sul ponte di comando Giovanni Malagò e due terzi dei presidenti uscenti, compreso il numero uno di Federnuoto Paolo Barelli qualora la riforma venisse varata prima delle elezioni fissate per il 5 settembre;
- restituzione di un ruolo centrale al CONI, che tornerebbe a disporre con autonomia amministrativa delle risorse umane e amministrative stabilite attraverso la “pianta organica” (i 110 dipendenti attualmente in forza a Sport e salute , dovrebbero quindi tornare definitivamente al CONI), al quale sarebbero inoltre assegnate alcune risorse immobiliari da definire;
- aumento dell'autonomia delle Federazioni soggette però a un triplice ordine di controlli: Ministero dello sport, Sport e salute, CONI;
- uscita dal CONI degli Enti di promozione che farebbero quindi riferimento unicamente al Ministero e introduzione di una soglia minima di tesserati per accedere a finanziamenti pubblici.
Indiscrezioni fatte circolare ad arte per sondare le reazioni del mondo politico e sportivo, che non si sono fatte attendere: Movimento cinque stelle diviso, LEU favorevole, PD dubbioso, Italia Viva e Forza Italia contrarie.
Insorgono invece, come prevedibile, le istituzioni sportive, considerato che sarebbero a rischio oltre un migliaio fra dirigenti nazionali e locali: nessuna presa di posizione ufficiale, ma grande fermento in attesa dell'approdo parlamentare di una norma destinata comunque a segnare la fine di un'epoca.
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