sport come formazione dei giovani
Se lo sport agonistico (non considero sport l’attività da due volte a settimana, é un’attività fisica che fa bene, ma non è l’agonismo) è un ottimo strumento di formazione deve essere a disposizione di tutti. Ma come può essere per tutti un sistema che comincia con una selezione? E come può recuperare successivamente se l’imbuto col tempo si stringe continuamente?
Sport come diritto
Se fare sport è un diritto non può essere rivolto solo ad alcuni. Deve aprirsi e mantenersi qualificante per tutti quelli che vogliono farlo almeno fino alla maggior età (é necessario stabilire che ci sia un termine nella formazione e nel definire la giovinezza o tutta la questione diventa un’assurdità). Successivamente, quando si diventa adulti, non c’è più la necessità di una garanzia, perché comincia la libera iniziativa di un soggetto che per definizione è autore e protagonista delle sue mete.
Tutti i giovani hanno quindi il diritto di fare sport se lo considerano adatto a sé e buono per la propria vita. Tutti hanno il diritto di essere sostenuti. Per questo l’ente pubblico deve riservare risorse a quest’opzione. Per questo chi cerca questa strada deve essere aiutato a non lasciarla. Per questo l’accesso allo sport agonistico deve rimanere aperto a chi lo vuole fare, a chi vuol farlo bene e a chi accetta di farlo secondo i suoi principi, anche se non gli viene bene, se sballa, o se molla e riprende (è la vita che è fatta così, se si vuole formare bisogna formare alla vita e non ad un qualcos’altro che non c’è).
diritto e prestazione
Tutto questo non intacca la ricerca della prestazione che è sostanza dell’agonismo e parte integrante del percorso formativo. Non c’è sport agonistico senza ricerca di un risultato, cioè di un qualcosa di nuovo che viene fuori da quello che si fa.
Il risultato, che non è solo un tempo, ma una situazione, un modo di pensare, un’abitudine buona, una capacità di controllo…, crea la meta, ed è la meta il fulcro della ricerca individuale e del piacere di fare sport. é la meta la legge del moto di un corpo. Togli qualcosa e crolla tutto.
De Coubertin
é consolante sapere che si può trovare l’ispirazione direttamente dall’inventore dell’Olimpismo, la gara più bella del mondo. Il nostro barone preferito di cose ne aveva pensate. Diceva, infatti:
“Per ogni individuo, lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore.”
“In nessun modo lo sport può essere considerato un oggetto di lusso”.
“Lo sport dell’antichità teneva lontani dalle sue arene gli schiavi. Bisogna fare in modo che quello dei tempi moderni non segua la stessa regola nei confronti dei meno abbienti”.
“Tutti gli sport per tutta la gente”.
Possiamo ritenerci olimpici tradendo continuamente queste parole?