Paolo Barelli: "Lo sport sta morendo, il CONI tuteli le federazioni virtuose"
Il presidente di Federnuoto chiede stanziamenti straordinari per lo sport di base e una maggiore incisività delle istituzioni
Continua l'instancabile opera di sensibilizzazione di Paolo Barelli a favore non solo del nuoto ma dell'intero mondo sportivo dilettantistico. Il numero uno di Federnuoto ha rilasciato una lunga intervista al Giornale nella quale formula proposte precise a salvaguardia del movimento:
- Voucher da destinare alle famiglie per il pagamento delle attività sportive
- 400 milioni di crediti a tasso zero in dieci anni
- Un fondo di 200 milioni a fondo perduto
- Rateizzazione dei canoni
- Slittamento delle bollette
- Prolungamento della cassa integrazione fino a ottobre
Qui lo sport poggia esclusivamente sulle spalle delle associazioni sportive e gli impianti, anche quelli pubblici, non sono gestiti dai Comuni perché non avrebbero i soldi per poterlo fare. Cosa che invece accade altrove in Europa. Per questo dico che se queste strutture dovessero fallire, con esse morirebbero l'attività motoria e lo sport, compreso quello agonistico... Pellegrini, Paltrinieri, il Settebello, Torti e gli altri nascono dalle società sportive, non nascono dai camp universitari o da altre istituzioni pubbliche come avviene oltre confine. Quanti impianti gestisce il Comune di Roma? Nessuno. Quanti quello di Parigi? Molti, se non tutti. Tornando a noi, penso agli anziani, alla loro attività motoria, anch'essa viene da sempre garantita presso le strutture private. E per questo parlo di un'emergenza che riguarda tutti. Movimento vuol dire salute, e salute significa gravare meno sulla spesa sanitaria.
Dire se un campionato debba essere chiuso adesso o prorogato fa parte dell'autonomia di una federazione. Non si può invocare l'autonomia solo quando ci pare... Piuttosto vorrei che il governo, Sport e salute e magari anche il CONI si interessassero a come possono andare avanti le federazioni virtuose, che fin qui non sono gravate sulle casse altrui, ma che oggi per via dell'emergenza virus si ritrovano con il 20-30% in meno di entrate mentre devono preparare gli azzurri per le Olimpiadi. Federica Pellegrini vive di fianco a un centro federale, ma la Federnuoto è in grado a maggio, se si riprendono gli allenamenti, di riaprire solo per tre o quattro atleti l'impianto di Verona che costa ogni giorno 5000 euro senza che il pubblico pagante lo possa utilizzare? Per cui mi piacerebbe che il presidente del CONI, che ha direttamente delle responsabilità sulla preparazione olimpica, chiamasse le federazioni che hanno atleti in aria olimpica e dicesse "Scusate, ma come cacchio riprenderete gli allenamenti, come pensate di farcela?"
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