Elettrostimolazione nel nuoto
Analisi su l’utilizzo di elettrostimolatori nella pratica natatoria, esaminando la possibilità di un miglioramento prestativo su un campione di nuotatori agonisti
Lo scopo dello studio verte ad esaminare l'influenza che può avere l’utilizzo di elettrostimolatori in un periodo di allenamento di tre settimane, testando le prestazioni natatorie e la resistenza del muscolo gran dorsale (musculus latissimus dorsi) di 14 nuotatori competitivi specializzati dei 50-100m stile libero, divisi in due gruppi: 7 nuotatori elettrostimolati (EG) e 7 nuotatori non elettrostimolati (CG).
Le fasi di picco registrate durante la flessione-estensione del braccio sono state esaminate con l'aiuto di un dinamometro isocinetico. Le prestazioni invece sono state misurate in vasca con due prove: 25 metri stile libero con l’ausilio di un pull-buoy e 50 metri stile libero senza pull-buoy.
Per il primo gruppo (EG) è stato notato un aumento significativo delle fasi di picco, misurate in condizioni isometriche, eccentriche e concentriche, diminuendo significativamente i tempi di nuotata di ± 5 sec. sui 25 metri, e di ± 14 sec. sui 50 metri. Per il secondo gruppo (CG), purtroppo, non è stata riscontrata alcuna differenza significativa per nessuna delle prove, registrando delle fasi di picco strettamente correlate alla soggettività dell’atleta.
In sintesi, questi risultati hanno dimostrato che un programma di elettrostimolazione ha aumentato significativamente l’efficacia della bracciata dal punto di vista prestativo della nuotata. Quindi l'elettrostimolazione risulta essere non solo un mezzo di riabilitazione e riatletizzazione ma anche un possibile mezzo utile per lo sviluppo di forza specifica.
Tabella: Relazione dei guadagni prestativi nella nuotata sui 50m a stile libero e la percentuale di guadagno tra il primo (EG) e il secondo (CG) gruppo.
Ph. © Unsplash
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