World Athletics: "Donne principali vittime di abusi online durante le Olimpiadi di Tokyo"
Il 65% dei post offensivi avrebbero giustificato la rimozione degli stessi ed evidenziano "preoccupanti livelli di insulti sessisti, razzisti, transfobici e omofobici, oltre ad accuse infondate di doping", in misura prevalente contro le atlete rispetto agli atleti
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World Athletics (WA), la Federazione internazionale di atletica leggera, ha pubblicato uno studio dal quale risulta che le donne sono state vittime dell'87% degli abusi perpetrati online durante le Olimpiadi di Tokyo.
Il 65% dei post offensivi avrebbero giustificato la rimozione degli stessi ed evidenziano "preoccupanti livelli di insulti sessisti, razzisti, transfobici e omofobici, oltre ad accuse infondate di doping", in misura prevalente contro le atlete rispetto agli atleti.
Per questa ragione WA ha lanciato un'iniziativa volta a sensibilizzare i gestori delle varie piattaforme ad adottare misure più stringenti per tutelare atlete e atleti dalle aggressioni online.
"Società, scuole e comunità sportive devono essere dei luoghi sicuri e sereni per chi vuole praticare l'attività" ha dichiarato il presidente di WA, il campione olimpico dei 150o a Mosca 80 e Los Angeles 84 Sebastian Coe. "In un mondo dove condividiamo buona parte della nostra vita online, bisogna porre a ciò che avviene online la stessa attenzione che riserviamo al mondo reale. Questo studio è inquietante da molti punti di vista, ma la cosa che più mi colpisce è che queste aggressioni sono rivolte verso persone che stavano festeggiando e condividendo le loro prestazioni e il loro talento per essere di ispirazione ad altri. La gravità delle offese che hanno ricevuto è incredibile e dobbiamo fare tutto il possibile per fermare questi comportamenti. Portare l'attenzione sulla questione è solo il primo passo".
Lo studio si è concentrato su 161 profili Twitter di atlete e atleti partecipanti alle Olimpiadi di Tokyo, dalla settimana precedente la cerimonia di apertura alla chiusura dei Giochi (15 luglio - 9 agosto), utilizzando sistemi automatizzati di analisi del testo e dividendo i risultati in dieci categorie di abusi: omofobi, abilisti, minacce, accuse di slealtà, xenofobi, sessualizzanti, transfobici, accuse di doping, sessiti, razzisti.
Questi i risultati:
- individuati 132 post discriminatori provenienti da 119 utenti, con 23 dei 161 profili monitorati oggetto di abusi
- Di questi 23, 16 erano donne
- Dei 132 post incriminati, 115 erano rivolti a donne, che sono state pertanto oggetto dell'87% degli abusi complessivi
- Il 63% degli abusi era concentrato nei confronti di due atlete, entrambe nere; le due categorie prevalenti di abusi erano di tipo sessista (29%) e razzista (26%)
LEGGI IL COMUNICATO UFFICIALE [ENG]
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