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1891 Londra. Life Saving Society, una società per custodire la vita.

Sessanta persone interessate al nuoto si trovarono il 3 gennaio 1891 in una sala dell'Anderton's Hotel di Londra.

Sessanta persone interessate al nuoto si trovarono il 3 gennaio 1891 in una sala dell'Anderton's Hotel di Londra. Tra loro c’era William Henry, l’istruttore di nuoto della famiglia reale, tra i migliori nuotatori del paese. Il suo palma res fino al momento comprendeva un secondo posto al campionato inglese delle 500 iarde del 1883, un titolo di campione inglese d’acqua salata del 1888, uno di campione di lunghe distanze del 1890 e molte vittorie riportate un po’ dappertutto. Con lui c’era il giornalista sportivo Archibald Sinclair, redattore di The Morning e The Sportsman, giudice di gara e funzionario storico dell’Amateur Swimming Association. Una vera autorità nel nuoto.

Swimmers Life Saving Society

L’incontro serviva a nominare un comitato che facesse le regole per una nuova organizzazione che si sarebbe occupata di salvataggi. Il 7 febbraio 1891 l’assemblea si riunì nuovamente e si costituì in società dandosi il nome di Swimmers Life Saving Society. L’anno dopo il nome fu cambiato nel più suggestivo e significativo Life Saving Society. Quel nome, nel tempo, avrebbe acquistato tale prestigio che nel 1904 avrebbe ricevuto il patrocinio reale. Edoardo VII se ne prese la responsabilità. Così la società divenne l’attuale e blasonata “Royal Life Saving Society ".

Obiettivo salvare vite

L'obiettivo di quegli uomini era elevare il nuoto al di sopra del livello dello sport agonistico. In molti club dell’epoca, infatti, si pensava che fare delle gare fosse sufficiente per preparare anche dei soccorritori. Ma l’esperienza diceva che non bastava. Le abilità degli agonisti non erano adeguate a salvare vite umane quando si alzava il livello del pericolo. Il nuoto era molto popolare in Inghilterra. Ma il problema degli annegamenti sembrava tutt’altro che risolvibile. Nel 1880 erano morte in acqua tremila persone, solo considerando Inghilterra e Galles. Henry aveva presentato quattro anni prima una petizione alla Royal Humane Society perché si addestrassero le abilità del salvataggio. Ma la petizione era caduta nel vuoto. Occorreva “dare una mano al fratello in pericolo” e garantire con un patto forte il desiderio di quegli uomini di salvare delle viteNell’animo di quei nuotatori, infatti, abitava l’idea tutta vittoriana e cristiana che il loro compito fosse migliorare la qualità del genere umano e che dovessero farlo con lo sport. Il loro motto riassumeva quella posizione: "Chiunque vedete in difficoltà, riconoscete in lui un prossimo".

Cause remote

L'abbandono dei tuffi, del galleggiamento e del nuoto scientifico da parte dei club ordinari” avevano portato, secondo loro, alla situazione del momento. Bisognava “fondare un club speciale per incoraggiare le arti” di cui soprafavorire ogni forma di istruzione e così rispondere seriamente alle “raccomandazioni dell'Amateur Swimming Association che riguardavano il salvataggio dall'annegamento”

Tecnica e istruzione

Le risposte erano nella tecnica, nell’istruzione e in una pianificazione precisa, fatta di obiettivi, principi e azioni specifiche. Nei decenni successivi la società prese il volo. Cominciarono corsi di salvataggio un po’ dappertutto e fu prodotto un vademecum di tecniche di salvamento. Attraverso lo sviluppo di queste tecniche e la diffusione dei sistemi di rianimazione, con premi istituiti per ogni salvataggio e con la crescita della competenza generale sarebbero cresciute anche le possibilità di sopravvivenza. La prova si vide nei fatti. Più della metà dei casi di salvataggio e rianimazione registrati nel primo anno di vita della società, furono attribuiti a suoi membri o a persone che avevano preso parte alle sue iniziative.

Competizioni

Presto si cominciò anche a competere. Nel 1892 fu istituita una gara a livello nazionale a cui parteciparono 24 squadre. Nell’anno del giubileo della regina Vittoria, il 1897, invece, la società organizzò un Gala Internazionale di salvamento che si svolse presso il West India Dock di Londra. Davanti al Duca e alla Duchessa di York sfilarono nell’occasione concorrenti provenienti da Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Belgio, Germania, Svezia e Francia. La competizione prevedeva esercitazioni di salvataggio, trasporti di pericolanti e dimostrazioni di rilascio da parte di una persona che lottava violentemente in acqua. Fu una prima volta che fissò un modello che si sarebbe mantenuto. 

Presidente e segretario

William Henry amministrò per diversi anni la società. Sinclair fu il suo vicepresidente e il segretario onorario. Henry continuò comunque la sua particolare carriera di nuotatore. Nel 1896 visitò la Germania e partecipò ai Campionati europei di nuoto in cui vinse l'oro nei 100 metri. Nel 1900 vinse l’oro ad un concorso di salvataggio che si tenne a Parigi in occasione del Congresso Internazionale sull'Annegamento. Nello stesso anno s’aggiudicò il bronzo alle Olimpiadi di Parigi come membro della squadra di pallanuoto e nel 1906, a 46 anni, diventò il più anziano vincitore di medaglia olimpica nel nuoto, come membro della squadra inglese nella staffetta 4×250 che arrivò al terzo posto. Insieme ad Archibald Sinclair scrisse anche uno dei testi più importanti dell’epoca, per la diffusione della cultura del nuoto. Si tratta del volume “Swimming” della prestigiosa collana della Badminton Library, una specie di enciclopedia universale degli sport voluta dal principe di Galles. 

Apostolato

Nei primi anni del XX secolo, la LSS promosse anche diversi viaggi in tutto il mondo, con l'intento di diffondere il verbo del salvamento un po' dappertutto e stabilire filiali nel maggior numero di città possibili. Si trattava di una vera forma di “apostolato” anche nelle loro intenzioni. L’iniziativa portò negli anni alla nascita di organizzazioni nazionali e di club in Australia (1894), Canada (1908), Nuova Zelanda (1910) e Sud Africa (1911). 

Italia

Nel 1901 il tour della LSS arrivò in Italia. Durò due settimane, dal 17 agosto al 1° settembre, e raggiunse le città di Torino, Genova, Napoli, Roma e Milano. Non era presente William Henry, bloccato da un imprevisto, ma per lui guidava la comitiva John Jarvis, il campione del mondo di Parigi 1900 nelle lunghe distanze. Insieme a lui c’erano altri validi nuotatori, come Blackshaw, Austin e Sanders. Li accompagnavano F. Clarkegiornalista di Sporting Life e l’immancabile Archibald Sinclair. Ovunque, la gente li accolse con entusiasmo. La Gazzetta dello Sport, allora bisettimanale, il più importante giornale sportivo italiano, seguì l'evento con molti articoli. Ad ogni incontro partecipavano gruppi di sportivi inglesi che vivevano in Italia. A Genova, per fare un esempio, fece la sua apparizione all’evento James Spensley, il noto fondatore del Genoa Cricket and Football Club.

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