1893: titubanze tra gli Amateurs
... Molti consideravano il circuito dei “gala” dei bagni pubblici il luogo dove esibirsi per avvicinarsi al professionismo. Quell’esperienza, infatti, poteva farli diventare istruttori o addirittura "professori", cioè gestori di bagni e procacciatori di eventi. In questo caso avrebbero potuto avere una certa continuità nelle entrate e magari guadagnare a sufficienza per vivere di nuoto.. (in copertina tre immagini di Joseph Nuttal).
Nonostante lo svilupparsi del movimento degli Amateurs, in Inghilterra i professionisti prosperavano. La loro associazione, la Professional Swimming Association, fondata nel 1881 e sostenuta dalle capacità imprenditoriali di Fredrick Beckwith, continuava a sottrarre i migliori atleti al movimento dei “puristi”. A sostenerli erano soprattutto le gare ad handicap, quelle in cui si patteggiava il vantaggio o si stabiliva con criteri proporzionali ai risultati precedenti. La cosa funzionava perchè garantiva incertezza negli ordini d’arrivo e scatenava gli scommettitori. Nelle “Screw Race”, invece, le gare tra concorrenti in contemporanea, i nuotatori partecipavano attirati dai premi. Normalmente si trattava di soldi, ma spesso anche di indumenti, oggetti di valore, persino generi alimentari. Chi partecipava a queste gare perdeva lo status di dilettante. Per riaverlo ci voleva un giudizio molto articolato e penoso. Ma i professionisti non avevano nessun ingaggio. Gareggiavano per i premi. Senza gare niente premi. Molti consideravano il circuito dei “gala” dei bagni pubblici il luogo dove esibirsi per avvicinarsi al professionismo. Quell’esperienza, infatti, poteva farli diventare istruttori o addirittura "professori", cioè gestori di bagni e procacciatori di eventi. In questo caso avrebbero potuto avere una certa continuità nelle entrate e magari guadagnare a sufficienza per vivere di nuoto.
Joseph Nuttal
Indicativa delle tentazioni verso il cambio di casacca fu la carriera di Joseph Nuttall (1869/1942), tra i nuotatori più importanti del periodo Vittoriano. Nuttall era nato a Manchester, ma s’era trasferito a Stalybridge, dove aveva imparato a nuotare in uno dei primi bagni pubblici dell’Inghilterra. Le sue imprese da dilettante erano iniziate nel 1881 quando, a dodici anni, divenne "campione maschile". In carriera incontrò e sconfisse tutti gli amateurs della sua epoca, vincendo in successione 18 gare su 20. Il 6 ottobre 1886 conquistò il suo primo titolo ASA, quindi mondiale, nelle 500 yard, ai Lambeth Baths. Nel 1887 fu campione ASA di cinque distanze: il miglio (in acque libere), il mezzo miglio, le 500 iarde, le 220 e le 100 iarde.
Il caso
L’ultima gara che fece da dilettante furono i campionati delle 220 iarde del 1888. Fu anche la gara più bislacca della storia dell'Amateur Swimming Association. Si svolse lunedì 8 ottobre, nella cornice perfetta dei Lambeth Baths di Londra, i bagni gestiti proprio dal patron dei professionisti Fredrick Beckwith. L'anno prima, Nuttall aveva vinto quella prova, ma a causa delle posizioni dell'ASA sull'ammissibilità dei concorrenti e sul valore dei premi messi in palio, questa volta aveva dichiarato di non partire. Con lui c’erano tutti i migliori dilettanti del paese che pensavano che quelle decisioni erano una "interferenza coi diritti e i privilegi dei nuotatori". Insieme minacciavano di fare un’associazione in concorrenza, riaccendendo la spaccatura all’interno del movimento dei dilettanti. Dietro l’agitazione c’erano i finanziatori che chiedevano una definizione di dilettante che permettesse lo scontro diretto coi professionisti. Il boicottaggio era chiaramente manipolato. Chi voleva prendersi i migliori soffiava sul fuoco dei premi, sostenendo che non erano “degni dei loro sforzi”.
La beffa
Erano in molti ad essersi autoesclusi, considerando la posizione dall'ASA ingiusta. L’idea era far saltare la gara. Joey Nuttall, però non giocava pulito. Infatti, in segreto, era arrivato sul posto e se l'ASA avesse forzato la situazione, avrebbe gareggiato. Tre nuotatori, Smith, Welch e Jorneaux, invece, insistevano per avere la loro opportunità di vincere il titolo. Così la gara prese il via e Nuttal si presentò alla partenza. La sua condotta di gara, però, fu una vera provocazione verso gli organizzatori. Ad ogni virata, infatti, sbeffeggiando gli avversari, aspettava che lo raggiungessero prima di ripartire. Così arrivò davanti con solo quattro yard di vantaggio, suscitando "uno scoppio di risate e applausi ironici". Il suo tempo fu il più lento mai registrato in quel campionato: 3 minuti, 15 secondi e 3/5. Dieci giorni dopo si sarebbe presentato in gara coi professionisti.
Professionista
Dieci giorni dopo, infatti, si teneva la Topping Challenge Cup, la gara annuale dell’associazione professionisti. Ancora una volta si gareggiava ai Lambeth Baths e c’era anche Joey Nuttall. Avrebbe gareggiato contro i più "famosi professori d’arte della nazione": James Finney, il detentore del trofeo, J.J. Collier, l’ex campione di Salford, Charles Beckwith, il figlio del “capo” e George Kistler, quello che nel 1887 aveva vinto il campionato del miglio al Giubileo della regina Victoria. La gente non stava nella pelle e i posti erano tutti esauriti. Le scommesse partirono al massimo. Evans-Nuttall fu dato 2 a 1 contro Finney, 4 a 1 Collier e 10 a 1 Kistler. Dopo la prima gara, però, fu chiaro a tutti che Nuttall avrebbe trionfato. Collier finì al secondo posto, 20 iarde dietro. Nuttall rivendicò anche un nuovo record di 14 minuti 17 secondi e ½.
Ripensamenti
Così, dopo qualche anno di tensioni l’Asa dovette ripensare alla sua politica. Nel 1893 fu costretta ad ammettere la superiorità organizzativa dei professionisti che incentivavano le gare coi soldi. Per correre ai ripari e ridurre le perdite, cominciò ad offrire un numero maggiore di coppe e di medaglie. L’ideale s’era già rattrappito. Un altro segno della crisi fu la decisione di attribuire i premi al vincitore e non più al suo club. Tra le concessioni che allentarono il moralismo dilettantistico ci fu anche il permesso che venne dato di ottenere una minima indennità di trasferta. A onor del vero il biglietto del treno in terza classe che poteva finalmente essere rimborsato senza far perdere lo status di “Amateur”, non era neanche all’epoca una gratificazione sufficiente a motivare chi non aderiva con piena sincerità ai loro principi.
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