1896 un inglese ai Campionati Europei?
La Vita Straordinaria di William Henry
William Henry, uno degli uomini più importanti del nuoto inglese nel suo primo secolo, diceva di aver vinto i Campionati Europei a Francoforte nel 1896. Precisamente avrebbe vinto i 100 stile libero col tempo di 1’16.3/5. Documenti inglesi e l’Enciclopedia del nuoto di Pat Bedford, fonti degne d’ogni attendibilità, confermano la sua affermazione. I registri del Campionato di quell’anno, invece, dicono altro. Per loro ai campionati Europei 1896, che si svolsero a Vienna e non a Francoforte, primo fu l’ungherese Alfred Hajos, reduce della vittoria Olimpica di Atene, che nuotò 1’22 e 1/5. Secondo arrivò il tedesco Eugen Wolff, terzo l’austriaco Richard Mandl. Inglesi niente.
William Henry
L’uomo conosciuto come William Henry, era nato come Joseph Nawrocki. Questo perché d’origine era polacco. Era nato però a Londra, il 28 giugno 1859, precisamente al numero 35 di Wakefield Street e quindi era decisamente un inglese. Il padre, Joseph pure lui, aveva servito la regina nella guerra di Crimea. La madre Elizabeth (nata Armour) era stata infermiera con Florence Nightingale, la leggendaria ispiratrice della Croce Rossa. Joseph Nawrocki era diventato William Henry per semplificare la vita a chi doveva trattare con lui. In famiglia si diceva fosse stata la stessa regina Vittoria a chiedergli di cambiar nome. La sua importanza, infatti, lo aveva messo al centro di attenzioni istituzionali. Quell’importanza gli veniva soprattutto dal suo ruolo nella Royal Saving Society, la società dei consacrati al salvataggio in acqua, che era stata una sua creatura. Con la RSS Henry aveva acquisito un’esperienza natatoria e una rete di relazioni internazionali che lo rendeva superiore a qualsiasi membro dell’Amateur Swimming Association.
Nuotatore e pallanuotista
Henry, oltre che un Life Saver, era un nuotatore e un pallanuotista. Aveva debuttato nel nuoto nel 1879, come membro dello Zephyr Swimming Club e aveva vinto molto: nel 1882 la Clayton Fifty Guineas Challenge Cup; nel 1889 la Salt Water Championship Cup; nel 1890 il Campionato di lunga distanza ASA. Aveva vinto gare di nuoto anche in Belgio, in Austria, in Italia e in Svezia e aveva accompagnato delegazioni di nuotatori in tutto il mondo per diffondere il salvamento. Così era diventato lui stesso un’istituzione.
Campione europeo?
A Francoforte, c’era stato davvero. Era partito solo, senza squadra, per un appuntamento che lo voleva nel mese di luglio in uno stabilimento sulle rive del Meno. Lo aspettava come primo approccio una gara sui 400 metri, dove si trovò subito in testa, a causa di una superiorità tecnica indiscutibile. Peccato che quella volta fu colto da un malore e che dovette ritirarsi. Il giorno 19, però, stava bene e prese parte alla gara dei cento che vinse con facilità. Dietro di lui si piazzò il tedesco Georg Friboes, che impiegò un minuto, diciotto secondi e due quinti. Diversi giornali britannici commentarono la sua vittoria europea. Il Weekly Dispatch di quel giorno, per esempio, annunciava quel Campionato, dando l'idea che ci fosse un solido accordo con gli organizzatori tedeschi. Il primo agosto, il Walsall Advertiser fece invece notare come l'inno inglese in quell’occasione, aveva risuonato in pubblico. Anche per questo Henry era sicuro di aver vinto quel titolo e lo scrisse su Sporting Life, l'8 luglio del 1897. In quell’articolo invitava anche i nuotatori britannici a fare come lui e partecipare ai successivi Campionati Europei, perché era una gara decisamente all’altezza del loro valore. Nello sviluppo del suo testo dimostrava di conoscere perfettamente tutta la complicata vicenda tra Austria e Germania che faceva da contorno all’evento.
Friboes
Georg Friboes, il suo avversario di quel giorno, non era solo un validissimo nuotatore, ma anche un perfetto gentiluomo. Era un nuotatore di livello nazionale dal 1889, forte anche nel pattinaggio. Nella competizione viennese dell'agosto 1896, quella vinta da Hajos, risulta essere arrivato settimo in classifica, con 1’25. Nel libro del centenario della Royal Saving Society, di Roland Pearsall, si racconta un aneddoto su lui e su suo rapporto con Henry. Pare che a Francoforte Henry si fosse trovato improvvisamente senza costume a causa della rottura del suo. Senza costume sarebbe stato impossibile gareggiare e tutta la spedizione sarebbe stata un disastro. Trovare un costume da nuoto, poi, e soprattutto all’estero, era un’impresa. Non esisteva un mercato dei costumi sempre a disposizione, come oggi. I costumi si facevano su misura. Per fortuna Friboes, era simile di fisico e lo tirò fuori dai guai prestandogliene uno dei suoi. Così la volta che un inglese vinse per la prima volta in una competizione sul continente europeo contro tedeschi e austroungarici, lo fece con il simbolo dei Berliner Schwimmclub Borussia ricamato sul petto.
Il caso
Che la letteratura tedesca non dica nulla di quel giorno, non significa che la vittoria di Henry sia stata fasulla. I contrasti tra tedeschi e austriaci rendono credibili boicottaggi e omissioni. Potrebbe anche essere che Henry, che non parlava tedesco, fraintese la situazione della sua gara. Oppure fu l’entusiasmo dei tedeschi nell’avere un nuotatore britannico che non vedevano dal 1882, quando un certo Coles, aveva partecipato ai campionati tedeschi, a far confusione. In ogni modo tutto il fascino di una vittoria in terra europea di un inglese rimane, anche se nessuno potrà mai avere la certezza che William Henry abbia mai ricevuto quella medaglia con inciso "Campione Europeo", che impreziosiva quel successo.
N.B. Tutte queste storie di nuoto continentale di una volta, hanno un'unica fonte nei testi di Gherardo Bonini, vicedirettore degli archivi storici dell’Unione Europea. Mi piace salutarlo e ringraziarlo pubblicamente per tutti i suoi bellissimi contributi sulla storia dello sport.
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