A Roma col pretesto del nuoto
In favore di Celio
56 a.C. Cicerone difende Celio. E' un amico e un allievo. Si fida di lui.
Accuse
Le accuse sono infamanti. La principale è aver ucciso Dione, un filosofo alessandrino, a capo degli ambasciatori inviati a Roma per impedire che Tolomeo sia rimesso sul trono d'Egitto. Tolomeo avrebbe corrotto Celio per rendere inefficace la missione. Come sempre succede chi accusa aggiunge tutto quello che può per far più male possibile: Celio è amico di Catilina, ha imbrogliato, ha sperperato denaro, fatto debiti, aggredito un senatore e naturalmente molesta le signore perbene che rientrano a casa dopocena.
L'accusatore
Lucio Sempronio Atratino è il principale accusatore. Ha motivi di odiarlo. Celio aveva accusato di corruzione elettorale Calpurnio Bestia, suo padre. Era stato assolto, ma Celio voleva riportarlo in tribunale. Le accuse contro di lui lo avevano fermato.
La difesa
Cicerone difende attaccando. Il suo obiettivo è Clodia, la vedova di Quinto Cecilio Metello Celere e sorella di Clodio. E' lei la famosa amante di Catullo, quella da lui cantata col nome di Lesbia. Clodia è la principale testimone dell’accusa. Non ha una fama intoccabile. Cicerone insinua che è lei l’ispiratrice occulta di tutta la vicenda. Celio era il suo amante, l'ha lasciata, lei se l'è presa e ora lo perseguita. Possibile che bastino un giovane che vuole vendicare il padre e una meretrice perché ci vada di mezzo un'innocente?
versetto 36
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