L'origine
Tracce
Come nuotava l'uomo dell'origine? Possiamo saperlo? Cosa dicono le tracce? Ci sono indizi formidabili che ci dicono qualcosa tra i graffiti della Caverna dei Nuotatori del Wadi Sura, in Libia. Si tratta di una caverna che tutti nominano quando parlano delle origini del nuoto, un luogo pieno di pittografie neolitiche che raccontano che gli uomini di 10000 anni fa si spostavano in acqua. Lo facevano e si disegnavano. Si disegnavano per rivivere quello che li aveva colpiti, il nuotare, come poteva essere l'andare a caccia o l'accendere il fuoco. Descrivevano le impressioni forti. Anche noi facciamo così quando fissiamo i nostri ricordi in un selfie. Quello che tracciavano era quello che restava alla memoria quando finalmente si sentivano al sicuro. I segni fissavano l'esperienza di un fatto.
Lazslo Almasy.
Quelle grotte del deserto del Sahara, furono scoperte nel 1933 da uno strano personaggio, un ungherese che faceva l'esploratore. Si chiamava Lazslo Almasy ed era conte. Era anche tante altre cose: automobilista, aviatore, militare, spia… salvatore di ebrei perseguitati. I beduini lo chiamavano "Il padre delle sabbie". Con un nome così avrebbe dovuto fare il protagonista in un romanzo di Ken Follett. In realtà un personaggio da romanzo lo è davvero. Una parte della sua storia, infatti, è raccontata ne "Il paziente inglese" di Michael Ondaatje, datato 1992, diventato anche film di successo.
Nel deserto Almasy cercava la mitica città di Zersura, che naturalmente non trovò. Trovò invece quelle grotte da dove nasce la storia del nostro sport.
Il Nuoto dell'origine
é strano e significativo vedere che all'origine gli stili di nuoto erano due: lo stile simmetrico sul petto e lo stile alternato. Lo stile simmetrico, da cui è arrivato il breastroke, era sicuramente lo stile degli stagni. Si nuotava così nelle acque ferme. Il movimento di apertura delle braccia, oltre a dare una propulsione, era un modo per tener la testa fuori e allontanare con le mani i residui galleggianti. L'altro stile era lo stile alternato. Andava bene nelle acque mosse, quelle dei fiumi o del mare. Qui il corpo è instabile e le mani servono oltre che per spostarsi, per appoggiarsi ed evitare ostacoli solidi come gli scogli. La tecnica è facile da immaginare. é quella che usano i bambini o i principianti quando iniziano. Freud lo avrebbe detto in modo più bello: l'ontogenesi ricapitola la filogenesi.
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