Tracce
Tracce di crawl compaiono in testi molto antichi. Sono allusioni, metafore, analogie. Parlano di un qualcosa che si sapeva e dicono di un movimento di arti alternati usati per incedere in acqua.
Isaia
“ La mano del Signore si poserà su questo monte. Moab invece sarà calpestato sulla sua terra, come si pesta la paglia nella concimaia. Là stenderà le mani, come le distende il nuotatore per nuotare " . E' Isaia che parla così, il profeta annunciatore del Messia che scrive queste cose 700 anni prima di Cristo. E' poeta. Usa metafore complesse. Ma nella rana sa che non si stendono le mani come per uscire da un letamaio. Il Capitolo è il 25. Il versetto il numero 11.
Ovidio
“mille modis labens excussaque bracchia iacto, nescio quod medio sensi sub gurgite murmur territaque insisto propioris margine ripae" è invec e Ovidio, poeta latino nato nel 50 a.C. Il suo parlare è ancora più esplicito. Si traduce: " mentre agito le braccia e in mille modi le tiro verso di me nuotando, affondo le braccia distese … E' il nostro stile. Non c'è dubbio. Lo cita nelle Metamorfosi. E' il libro quinto. Il versetto è il numero 594. Da un altra parte scrive: " … siqua per alternos pulsabitur unda lacertos… ” se mai colpirai le onde a braccia alterne … Il riferimento al crawl è chiaro come il sole.
Manilio
Anche Marco Manilio, poeta e astrologo dell'epoca di Tiberio imperatore, un'ottantina d'anni dopo Ovidio, descrive quello stesso modo nuotare : “… Nunc alterna ferens in lentos bracchia tractus et plausa resonabit acqua …” . La traduzione suona così: … portando le braccia alterne con movimenti cadenzati, l’acqua percossa risuonerà … Impossibile non immaginare un gesto mille volte ripetuto di un crawl a braccia alterne, in cui la mano fende la superficie ogni volta che sta per immergersi.
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