Resistere
Come sopravvivere al blocco dello sport acquatico
La situazione sta di fatto nuovamente precipitando in quel baratro dell’ andrà tutto male e questo come già evidenziato anche per evidenti carenze delle istituzioni siano esse vicine al governo oppure all’opposizione come in alcune regioni. Ma quello che è stato realmente sbagliato in questa emergenza, è la comunicazione .
Si sono susseguiti da ormai tanto tempo pareri contrastanti e ambigui, pur sapendo che spesso la scienza, si dice, non è democratica e che parlarne con ospiti non preparati nei salotti tv, che purtroppo trovano ampia condivisione nella massa ma difficilmente nella comunità scientifica, è servito solo a soffiare sul fuoco dell’incertezza e della paura, alimentando e legittimando la scarsa fiducia nelle attività più facilmente colpibili per poca importanza economica e di lobby.
Paura e incertezza hanno iniziato di nuovo a generare ansia e pessimismo che ha portato a fuggire dai nostri impianti ma anche a tenere comportamenti poco propensi a rispettare le regole laddove i controlli era maggiore. E ora siamo a confrontarci con la famosa seconda ondata . Tutto ciò mette sicuramente a dura prova l’equilibrio mentale dei cittadini .
Quindi se abbiamo la consapevolezza che in questo momento non andrà tutto bene, possiamo sicuramente fare qualcosa per permetterci di creare comportamenti che possano far andare le cose un po’ meglio. In questo periodo con gli impianti chiusi all’utenza ma aperti solo alle attività agonistiche, con comunque dubbi sulla gestione delle competizioni per molti atleti e società sportive, non aiutano coloro che hanno fatto della oro passione un lavoro in questo ambito e ci si potrebbe sentire schiacciati dal senso dell’impotenza e dell’incertezza. Allora cerchiamo di capire alcuni punti che potrebbero aiutarci a vivere con positività questo ennesimo periodo.
Iniziamo ad abituarci a dedicare un tempo specifico (ad esempio 5/10 minuti al giorno) all’informazione, evitando di commentare tutti i post sul tema che troviamo sui social, evitando di intraprendere sterili discussioni con i “negazionisti” (non sarà una discussione snervante a far loro cambiare idea!).
Cerchiamo di ricostruire nella nostra vita degli spazi sicuri, dove ci si possa sentire protetti e rilassati. Leggere un libro, guardare un film, fare sessioni di allenamento a casa o all’aperto (fino a quando si può) può servire a ricaricare le nostre energie per affrontare al meglio i problemi e le sfide attuali della vita.
Non essere catastrofici e cerchiamo di concentrarci sul fare qualcosa di utile nel nostro lavoro, per la società sportiva. Questo ci aiuterà anche nel sentirci più attivi e positivi. Ad esempio inventiamoci altri tipi di attività allenante o altri modi per mantenere la fidelizzazione dei nostri clienti con attività da svolgere all’aperto e che vadano a costruire le abilità motorie perse in questi mesi.
Infine se pensiamo di vivere un momento di difficoltà psicologica, se abbiamo difficoltà a dormire, o se siamo troppo nervosi è probabile che abbiamo bisogno di aiuto. Impariamo ad esprimere le nostre debolezze perché chiedere aiuto alla fine è l’arte dei forti, un’arte che poi, una volta appresa, si potrà usare anche nella vita personale, in quella agonistica e in quella lavorativa. Torniamo a prenderci cura di noi stessi.
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