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Il millennio di Federica Pellegrini

La nuotatrice veneziana rappresenta un test statistico a sé stante, essendo presente in 12 delle 15 manifestazioni più importanti dal 2004 in poi. Nessuno mai, è il caso di dire. Se poi pensiamo alla tipologia di gara, una delle più dure in assoluto, c’è da rimanerne sbalorditi

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Nuoto Assoluti primaverili 2021

Approfittiamo ancora dello sfogo di Ian Thorpe e vediamo come sono andati i 200SL in campo femminile.

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Notiamo subito alcune cose.

Ci sono 2 lunghe fasi di stasi (2000-2005 e 2012-2019), evidenziate dalla bassa differenza tra 1° e 5° posto, inframmezzate da un periodo di discesa verticale delle prestazioni.

Le ragazze osano di più . Succede infatti molto spesso che, percentualmente, il passaggio ai 100 occupi meno del 49% del tempo totale. Il primo 50 è sostanzialmente sempre sotto il 24% e non è inusuale trovare anche il secondo 50 sotto il 25%, almeno per vincere ( Allison Schmitt e Missy Franklin ). In generale non ci si discosta molto dalla situazione maschile: 23,7-23,9% per il primo 50 e poi 3 50 da 25,5% o dintorni.

C’è qualcosa che colpisce? Sì, decisamente. Si tratta, strano a dirsi, di una certa Federica Pellegrini . Questa ragazza rappresenta un test statistico a sé stante, essendo presente in 12 delle 15 manifestazioni del range considerato. Nessuno mai, è il caso di dire. Se poi pensiamo alla tipologia di gara, una delle più dure in assoluto, c’è da rimanerne sbalorditi.

Siamo abituati a sentire Luca Sacchi che, con grande sicurezza, afferma che Pellegrini ha un cronometro in testa e distribuisce la gara in maniera perfetta. Ma è vero? La risposta è “ni”. In realtà il termine più adeguato sarebbe “duttilità”. Federica ha imparato a essere duttile e a scegliere la tattica giusta in base alle avversarie e alla situazione ambientale. Ecco quindi la fuga a Pechino 2008 oppure il “super-controllo” (figlio di una perfetta conoscenza della proprie potenzialità) di Roma 2009 e di Shanghai 2011, ma anche le “rotture” del 2005, 2007 e 2012, figlie a loro volta dell’insicurezza, della tensione o della preparazione non perfetta. Nelle distribuzioni percentuali su base 50 si vede tutto. Anche la maturità, quella che la accompagna dal 2013 (2016 compreso, nonostante il 4° posto, checché ne dicano critici e detrattori). Quella che Sacchi celebra con i suoi interventi tecnici durante le telecronache.

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Ph. © A.Staccioli/Deepbluemedia

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