Due facce della stessa medaglia
L'Avvocato Cristina Varano di Olympialex offre un'analisi sull'importante valore innovativo del recente Protocollo d’intesa tra la Procura di Milano, il CONI e la Procura Generale dello Sport.
11 gennaio 2023: siglato a Milano il Protocollo d’intesa tra la Procura di Milano, il CONI e la Procura Generale dello Sport.
Così il Presidente del CONI Giovanni Malagò ha sintetizzato il risultato della sottoscrizione nella giornata dell’11 gennaio 2023, del protocollo di intesa tra la Procura di Milano, il CONI e la Procura Generale dello Sport, per coordinare l’attività tra i soggetti firmatari nell’ambito di fatti e procedimenti relativi a reati di violenza contro la persona commessi nel contesto sportivo da soggetti tesserati.
La notizia, per i non addetti ai lavori, può risultare una delle tante, in un periodo in cui lo sport, nelle sue più variegate declinazioni, sale agli onori della cronaca non solo per i risultati delle gare a livello nazionale e/o internazionale, ma anche per vicende legate a storie di violenza e sopraffazione soprattutto ai danni di giovani atleti e atlete.
Peraltro, come avviene sempre in casi analoghi, si percepisce una curiosità, quasi morbosa, da parte di chi scrive e di chi legge, per la notizia più scabrosa, per quella che mostra il lato più nascosto della vicenda, a prescindere dal necessario beneficio del dubbio: raramente, invece, si rileva una altrettanta attenzione agli effettivi sviluppi e agli esiti delle procedure disciplinari in ambito sportivo, che, evidentemente, anche quando si ottiene la sanzione nei confronti del soggetto responsabile del comportamento violento, non ‘fanno notizia’.
Il protocollo in questione, il primo a livello nazionale, è stato elaborato e firmato con il ruolo propulsivo di ChangeTheGame, nella persona della Dottoressa Daniela Simonetti e dei suoi collaboratori, per stabilire le modalità operative della sinergia tra l’attività della Procura presso il Tribunale di Milano e la Procura Generale dello Sport, quale massimo organo facente capo al CONI, pur se indipendente e terzo nelle sue determinazioni e nello svolgimento delle sue funzioni, a fronte della necessaria ricerca della collaborazione e del coordinamento tra i suddetti operatori.
In questo contesto, senza entrare in dettagli tecnico-giuridici (processuali o relativi al rapporto tra ordinamenti, per citarne alcuni), appare opportuno sottolineare la portata innovativa del protocollo, per comprenderne l’importanza sul piano operativo.
A parte scandire i termini della reciproca collaborazione tra Procura Ordinaria e Procura Generale dello Sport e del rapporto tra Procura Generale e Procure Federali, senza in effetti grandi novità, la portata dirompente del protocollo è data dalla previsione sia della possibilità che la Procura Generale dello Sport venga autorizzata dalla Procura Ordinaria a chiedere il certificato delle iscrizioni delle notizie di reato a carico del soggetto tesserato (ex artt. 91 e 335 cpp), sia dalla certezza che la richiesta di atti ostensibili da parte della Procura Generale dello Sport viene autorizzata dalla Procura Ordinaria ove possibile già in fase indagini preliminari penali e certamente alla chiusura delle stesse (ex art.116 cpp).
In buona sostanza e concretamente, la Procura Generale dello Sport ha la sicurezza che, formulata la richiesta in base alla normativa processuale, le verranno messi a disposizione gli atti delle indagini penali, di fatto una volta concluse, da parte della Procura presso il Tribunale di Milano, per fatti di reati di violenza contro la persona commessi da tesserati nell’ambito della pratica sportiva.
Conseguentemente gli atti perverranno alle Procure Federali, che concretamente svolgono l’attività investigativa di indagine: ciò rappresenta una effettiva conquista per chi lavora sul campo, perché consente di ottenere elementi importantissimi per raggiungere un grado di prova soddisfacente per le determinazioni del singolo caso.
Come auspicato dal Procuratore Generale Taucer, ci si augura che tale protocollo possa diffondersi a livello nazionale per poter uniformare e generalizzare la procedura, a vantaggio della effettiva possibilità di garantire il rispetto delle regole contro ogni tipo di violenza nella pratica sportiva.
Si parte da Milano per scrivere un nuovo capitolo della storia della giustizia sportiva in Italia: come scriveva D’Anzi nelle sue strofe cantate ‘Milan l'è on gran Milan’.
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